Attivarsi nei confronti del Parlamento perché vengano esaminate le proposte di riorganizzazione dei Consorzi di bonifica, fino all’ipotesi di un loro superamento. La mozione approvata nei giorni scorsi all’unanimità dal Consiglio Regionale della Toscana, presentata dal vicepresidente Marco Stella (Forza Italia) ed emendata dal gruppo del partito democratico, ha sollevato un acceso dibattito politico anche nella nostra provincia.
Abbiamo sentito il Presidente del Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno Paolo Tamburini, che come era prevedibile si è detto fortemente contrariato : “Mi sento amareggiato e deluso, soprattutto per quanto hanno espresso coloro con i quali mi sono sempre confrontato” ci ha detto “deluso ed amareggiato da quanto dichiarato da quei personaggi, che ricoprono incarichi pubblici, i quali si sono espressi senza sentire la necessità di ascoltar il mio parere in proposito”
Per Tamburini quello del livello regionale della politica è stato un vero “voltafaccia”: “Il voto espresso dal consiglio e le dichiarazioni negative sui consorzi rilasciate dai vari esponenti politici, i quali precedentemente si erano sempre espressi a sostegno, mi fanno pensare che le loro affermazioni siano dettate più da considerazione politiche-elettoralistiche che da una reale valutazione sull’oggetto del contendere”.
Non ha senso, secondo Tamburini, l’ipotesi di restituire i servizi e le competenze che sono dei Consorzi di Bonifica agli enti locali: “Nella proposta di legge parlamentare si prevede di riaffidare le funzioni del consorzio alle regione ed alle province che devono svolgere già molte funzioni togliendole ad un organismo che è nato con il solo ed unico compito di svolgere queste funzioni”.
Le esternazioni del Presidente Tamburini non sono affatto da sottovalutare e il repentino cambiamento di posizione di alcuni esponenti politici in effetti risulta piuttosto singolare. La legge 79/2012, con la quale vennero istituiti i Consorzi di bonifica, ricevette il voto favorevole di tutto il Consiglio Regionale, da destra a sinistra. Oltre a questo, mentre il Consiglio Regionale assume questa posizione, molti Sindaci toscani, sia di centrodestra che di centrosinistra, hanno sottolineato in questo giorni i rischi legati a un “ritorno al passato”.
Nel territorio del Consorzio Alto Valdarno sono oggi aperti quasi 30 cantieri. Il contributo varia a seconda del piano di classifica, cioè della situazione della zona in cui si risiede. Quello medio si aggira sui 15-20 euro, una cifra certo non enorme.
Difficile capire anche come, restituendo le competenze alle Province o ai Comuni, si possa riuscire a spendere meno o a evitare un peggioramento dello stato del nostro reticolo idrico.
C’è per caso una questione principalmente politica in cui la manutenzione dei nostri corsi d’acqua conta molto poco?
Il Consorzio è solo un campo di battaglia buono per regolare faide interne ai partiti e agli schieramenti ormai non più rimandabili?
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