Qualche giorno fa le amministrazioni comunali di Cortona, Castiglion Fiorentino e Foiano hanno deciso di rimandare la preparazione del piano strutturali intercomunale, chiedendo la proroga dei termini alla Regione Toscana.
Le motivazioni ufficiali riguardano l’epidemia Covid-19. Mi auguro che questo ripensamento sia dovuto al fatto che sia la Giunta Regionale che lo stesso Governo Nazionale e l’A.N.C.E., in virtù della nuova spinta ambientalista suggerita dalla Comunità Europea, stanno spronando gli amministratori locali a realizzare piani urbanistici a sviluppo zero incentivando il recupero del patrimonio edile esistente e ridisegnando un diverso sviluppo economico del nostro territorio dove l’industria della cultura, dell’innovazione digitale e della creatività trovino maggiore spazio.
Tale scelta è senz’altro condivisibile, tanto è vero che più volte sono intervenuto su questo quotidiano per suggerire la necessità di recuperare edifici dismessi presenti nel territorio comunale: in ultimo le stesse “Case del Popolo”.
Si possono aggiungere all’elenco edifici come il complesso dell’ex Fornace di Montecchio (che rischia presto di diventare una bomba ecologica a causa dell’intera copertura in amianto), l’ex Ospedale di Cortona (proprietà dell’amministrazione provinciale, edificio che certo necessiterebbe maggiore manutenzione), l’ex Ostello della Gioventù (che l’amministrazione comunale sembra voglia mettere in vendita), la scuole elementare di San Lorenzo e altri ancora.
E’ curioso che nel nostro paese si assista ad una situazione alquanto bizzarra: siamo passati in pochi anni dall’assenza di spazi per le persone a quella opposta: tanti spazi senza più persone. Sono sempre più gli edifici vuoti, abbandonati, senza funzioni d’uso e quindi senza abitanti, luoghi produttivi dismessi, aree abbandonate. edifici pubblici lasciati a sè stessi, ma anche ex stazioni ferroviarie e, in alcuni casi, interi paesi abbandonati. Contemporaneamente si registra una nuova domanda di spazi da parte di persone, giovani in particolare, che li rivendicano per creare start-up culturali e sociali, gruppi di cittadini attivi, volontariato, artigiani digitali, comunità di interessi e di pratiche collaborative, fruitori di attività culturali, organizzatori di festival ed eventi ecc.
Alcune politiche urbanistiche regionali e nazionali, come dicevo prima, ma anche la stessa bozza del tanto bistrattato Ricovery Plan, nella parte riservata alla cultura, redatta dal riconfermato Ministro Dario Franceschini, suggeriscono programmi di rigenerazione urbana, dandosi l’obbiettivo di riempire questi spazi vuoti, con nuove idee, arte, competenze e talenti individuali e collettivi, contribuendo così alla rinascita di paesi e territori con nuove energie. Prevedendo anche aree rigenerate dove gli edifici assumono nuove funzioni d’uso legale, un mix pubblico – privato sociale che spesso diventa bene comune.
Come afferma il Prof. Pierluigi Sacco, Ordinario del Dipartimento Studi Umanistici Facoltà Arti e Turismo dell’università IULM di Milano promuovere la creatività, la cultura e la coesione sociale nelle nostre comunità deve rappresentare uno dei principali obbiettivi delle istituzioni del paese, da mettere al centro di una strategia d’intervento per creare l’industria della cultura, dell’educazione. Un nuovo welfare della cultura e dell’innovazione sono infatti le leve essenziali per costruire una società non solo più consapevole e pronta ad affrontare le sfide odierne, ma anche più coesa ed inclusiva. Senza dimenticare le ricadute economiche che eventi e progetti in ambito culturale e sociale sanno generare: perché con la cultura e il welfare, come è stato ampiamente dimostrato, si mangia!
E’ necessario un nuovo modo di offrire la cultura: non solo musei o concerti, ma sviluppare la creatività e offrire spazi dove poter sviluppare idee nella pittura, nella musica, nel teatro, nel design, nelle arti visive o nell’architettura contemporanea ecc.
Possiamo tranquillamente affermare che l’iniziativa intrapresa dal gruppo di studiosi capeggiati dal Dott. Aldo Calussi, nel centro storico di Cortona, alla quale abbiamo dato spazio sulle colonne del nostro quotidiano, si colloca in questo quadro. E’ stato aperto uno spazio libero accessibile a tutti, dove si mette a disposizione materiale per dilettarsi liberamente nella pittura. Il tutto nel silenzio e nel pieno rispetto dei materiali e delle persone. In futuro, visto l’ampio successo dell’iniziativa, sicuramente il gruppo necessiterà di maggiori spazi disponibili ed allora…
Stimolare nuovi approcci culturali, capaci di valorizzare la bellezza dei luoghi, tutelare il paesaggio e ampliare le possibilità di utilizzo degli spazi, favorendo il protagonismo delle comunità per far emergere le potenzialità − culturali, creative e sociali − spesso ancora inesplorate, derivanti dalla rigenerazione di spazi dismessi è doveroso.
Sono convinto che offrire questi suggerimenti per coinvolgere la nostra comunità, chiamata a giocare un ruolo attivo e propositivo nei processi di rigenerazione urbana, territoriale e culturale insieme agli amministratori locali possa giovare da un lato a sensibilizzare, su questi temi i nostri concittadini e magari invitare i nostri amministratori (comunali e provinciali) a ripensare alcune di quelle affermazioni, rilasciate in modo troppo affrettate e, forse, con un briciolo di leggerezza. Almeno questo è il mio auspicio.
Si sa come Umbria Jazz, in ormai dieci lustri, abbia portato a Perugia e dintorni,…
Convegni, tavole rotonde, degustazioni enogastronomiche, mostre fotografiche e documentali tutto dedicato all'animale simbolo della Valdichiana:…
“E io vado a mangiare dallo zio Ernesto!!” Scommetto che se solo avesse un ospitale…
È uscita la nuova guida di Condé Nast Johansens per una vacanza in una delle…
Nel genere da me e da tanti altri amato c’ è sempre stata la contrapposizione…
TOP TEN Mussolini il capobanda. Perchè dovremmo vergognarci del fascismo di Aldo Cazzullo,…