Opinioni

Sicurezza e morti sul lavoro: cosa possono fare i Comuni?

E’ possibile che nel 2020 si continui a morire sul lavoro? Questa è la domanda che sarebbe sempre più giusto porsi.

Nell’anno 2019 i morti sul lavoro in Italia sono stati 896 su 534314 infortuni totali. 61 sono state le vittime in Toscana (41341 gli infortuni) e 3 nella provincia di Arezzo (che ha registrato 4087 infortuni).

I settori maggiormente coinvolti sono l’agricoltura (29%, con un incremento rispetto al 2018 del 3,7), le costruzioni (18%) , il manufatturiero (13%) e quello dei trasporti (12%).

I sindacati da tempo denunciano la mancanza della cultura del rispetto per la vita, che fa sì che queste morti siano causate non solo da problemi di sicurezza, ma anche dall’assenza di manutenzione adeguata delle strutture o dei mezzi che vengono utilizzati.

Le mancanze, purtroppo, sono numerose.

Ad Arezzo, ad esempio, abbiamo un problema di ritardi nelle bonifiche dall’amianto e la quantità di controlli posti in essere è inferiore a quelle che sarebbero le necessità.

Di sicurezza sul lavoro si è occupato qualche mese fa anche il Prefetto aretino che, mostrando una particolare sensibilità al problema, ha annunciato di voler promuovere la redazione di un protocollo sul tema. I tre punti più importanti riguarderebbero l’intensificazione delle attività di vigilanza, di formazione ed informazione e il miglioramento del sistema di scambio di conoscenze tra le parti coinvolte. Affinché il protocollo possa essere efficace ha la necessità di coinvolgere datori di lavoro, sindacati, rappresentanti di categoria per un intento comune, visto che c’è troppa leggerezza nel rispettare le leggi a discapito della sicurezza. Ecco il protocollo vuole ridurre questa leggerezza e rendere più consapevoli ed informate tutte le parti.

Considerato che gli organi di vigilanza che sovraintendono alla corretta applicazione delle norme inerenti la sicurezza sul lavoro sono stabiliti e regolamentati dall’art. 12 del D.lgs. 81/08, il quale afferma che, in materia di salute e sicurezza, il ruolo di vigilanza è demandato all’Azienda Sanitaria Locale competente in quel territorio e, nei casi preposti per competente, al Comando dei Vigili del Fuoco. E’ che la ASL effettua l’attività ispettiva attraverso la mobilitazione di diverse strutture preposte, come l’ufficio Servizi Prevenzione e Sicurezza nei luoghi di lavoro e il Servizio igiene e Medicina del lavoro, i quali mobilitano, a loro volta, le rispettive Unità Operative sul territorio che comunque fanno tutte capo all’autorità Sanitaria locale cioè al Sindaco.

E’ per questo che mi rivolgo proprio ai Sindaci della nostra vallata affinché, attraverso gli organi competenti, mettano insieme datori di lavoro, sindacati, lavoratori dipendenti, organizzando giornate di formazione che favoriscano il confronto e la conoscenza da parte di tutti dei doveri e dei diritti che le normative sulla sicurezza nei luoghi di lavoro prevedono.

Perché, lasciatemelo dire, senza nessun spirito di polemica, spesso molti incidenti si verificano a causa di orario di lavoro troppo stringenti, ricatti che i lavoratori troppo spesso sono costretti a subire, ma anche ad atteggiamenti “superficiali” da parte di tutti, lavoratori compresi.

Queste iniziative vanno portate avanti anche perché il lavoro sta cambiando, è sempre più presente l’inserimento di giovani e di lavoratori provenienti da altri paesi. Essi devono essere formati per possedere gli strumenti tecnici, culturali e di conoscenza idonei per poter svolgere la loro opera in tutta sicurezza.  

Valter Lupetti

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Valter Lupetti

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