Si è chiusa domenica la tre giorni del secondo Tempo della Sagra del Cinema, un secondo tempo come da tradizione che si è sviluppato all’insegna del rapporto intimo e tenue con la Settima Arte che rappresenta una alternativa artistica delle serate del Cassero.
Non so se è l’ambiente delle proiezioni ristretto che quasi richiama l’intimità di una sala di proiezione cinematografica, oppure il contatto meno dispersivo con gli altri spettatori, ma eè certo che in queste serate nella piccola piazza mi sento piu’ partecipe e coinvolto emotivamente rispetto all’immenso prato del Cassero.
Due luoghi diversi di intendere e realizzare serate cinematografiche che ben si alternano come impostazione e concezione artistica e che entrambe hanno avuto un grande riscontro di pubblico.
Apro una parentesi dicendo chissà, e lo dico con speranza vedendo che questa manifestazione si sta sempre piu’ consolidando ed affermando, che non ci sia lo spazio la prossima estate per avere un terzo tempo nella Piazza della Collegiata davanti alla Chiesa del Gesu’ con delle serate tematiche.
Ritornando all’oggetto di questa breve recensione vedere aprire la serata con il film cult del maestro Monicelli “l’Armata Brancaleone” è per la mia generazione ritornare di decenni indietro negli anni e soprattutto riapprezzare la recitazione di un Gasmann quanto mai teatrale nella esasperazione del copione dove l’epicita’ del protagonista raggiunge vette di comicità assoluta, tanto da incrementare il vocabolario della Accademia dei Lince.
Ho rivisto ed apprezzato ultimamente una impostazione simile di interpretazione cinematografica, su tema diverso (e scenograficamente ovviamente non paragonabile) nel film Grand Budapest Hotel (The Grand Budapest Hotel) del 2014 scritto, diretto da Wes Anderson – un regista filosofo ed architetto scenografo e la sera rivedendo dopo tanti anni il primo Brancaleone mi è subito venuto istintivamente in mente di paragone con il film di Anderson e come nel tempo la settima arte si evolve nei protagonisti e nelle idee senza pero’ mai scordarsi della genialita’ individuale degli artisti.
Non meno coinvolgente per me e’ stata la serata finale con due lungometraggi di Buster Keaton, interpretati musicalmente dal vivo dal maestro Gianni Maestrucci. Ho avuto la fortuna di seguire la proiezione vicino a dei bambini e sono stato stupefatto come questi antichi film di un attore potessero coinvolgere emotivamente l’animo dei bambini facendoli ridere in molte scene comiche ed anche impaurire per le sorti del personaggio quando rischiava in scene di pericolo ed alla fine fargli fare un applauso di sollievo quando Keaton, dato per annegato, riaffiorava dal mare e si riuniva con la sua famiglia in una improbabile zattera di salvataggio.
Bisogna essere dei grandi per conquistare l’animo dei bambini e Keaton lo ha fatto interpretando film per adulti.
Per gli amanti della settima arte comunico che ho avuto informazione diretta dall’Assessore alla Cultura Massimiliano Lachi, che ha patrocinato con l’amministrazione comunale l’evento, che la sagra avrà continuità anche in inverno ed in una serata sarà con un protagonista di chiara ed assoluta fama mai presentato prima in Valdichiana.