Opinioni

Salvare il centro storico e l’identità di Cortona? Un programma in 5 punti

Martedì scorso il mio amico edicolante cortonese si lamentava del fatto che lunedì, pur rimanendo aperto per tutta la giornata, aveva incassato neanche un centinaio di euro. “Se continua così ti assicuro che aprirò soltanto al mattino” diceva, aggiungendo poi “mi spieghi perché il comune non obbliga tutti gli altri esercenti a tenere aperti i loro esercizi? Ieri in Via Nazionale non c’era un negozio aperto… i nostri amministratori si dovranno inventare qualcosa altrimenti i voti… “.

Il problema dello spopolamento dei centri storici non è solo di Cortona, tant’è che qualche giorno fa ad Arezzo si è tenuto un importante convegno organizzato dalla Brigata Amici dei Monumenti che metteva in evidenza il pericolo della fuga di cittadini dalla parte alta della città (quella storica) e la conseguente chiusura delle attività commerciali ed artigianali. Gli intervenuti hanno lanciato un grido di allarme alle autorità sui rischi dell’abbandono, della decadenza dell’area e sulla rovina degli edifici sottolineando la necessità di intervenire sui beni demaniali, pubblici e della Chiesa non più utilizzati e riconvertirli a residenza per giovani coppie ed anziani. Un’altra idea lanciata è stata quella di proporre forme di incentivazione per l’apertura di nuove attività commerciali ad uso dei residenti e favorire la rinascita di attività artigianali.

A Cortona in pochi anni si è passati da 5mila residenti a poche centinaia con la scomparsa di attività commerciali ed artigianali destinate alle necessità dei residenti; nel contempo abbiamo oltre 90 case vacanza, B&B, monolocali per ferie ricavati, senza tanti scrupoli, su fondi fatiscenti o garage che vengono affittati a giorni o al massimo per qualche settimana, 40 attività per la somministrazione di alimenti e bevande, un numero elevato di negozietti per la vendita di specialità gastronomiche (non certamente tipicamente locali), ricordini e chincaglierie varie. 

Molte di queste attività, come affermava l’amico edicolante, dalla metà del mese di Ottobre hanno tirato giù la serranda per riaprirla forse dal 20 Dicembre al 6 Gennaio e chiuderla di nuovo fino a Pasqua. 

Tutto questo rende il centro storico spettrale. Scomparse le attività artigianali, i barbieri, i restauratori di mobili (e pensare che Cortona ospita ogni anno la più longeva mostra mercato del mobile antico d’Italia…), tappezzieri, elettricisti ecc. Sono rimasti solo due soli negozi di alimentari, due fruttivendoli, un bazar (fortunatamente riaperto recentemente da due giovani volenterosi), una merceria ed un calzolaio (un giovane rumeno che ha intrapreso questo mestiere recentemente). 

E allora che fare? Prima che sia troppo tardi, come più volte sottolineato su questo giornale on line, si rende necessario un piano di rilancio del centro storico che a mio avviso dovrebbe prevedere:

1° Una serie di controlli capillari per 

– verificare l’effettiva residenza dei cittadini ( è noto che molti proprietari risultano residenti anagraficamente ma di fatto i loro edifici restano vuoti per la quasi totalità dell’anno, si ha così anche il vantaggio di non pagare l’I.M.U. sulla seconda abitazione)

– verificare le autorizzazioni per lo svolgimento dell’attività di ospitalità

– verificare il rispetto delle norme previste nei regolamenti comunali sull’arredo rubano e sull’occupazione di suolo e spazio pubblico.

2° La messa in atto di politiche a salvaguardia della storia della città e dei suoi residenti in modo che quei pochi cittadini che vi risiedono non si sentano turisti a casa loro. La città deve tornare a ruotare di più verso le loro esigenze. Pertanto:

– dovrà essere controllata l’effettiva compatibilità dal punto di vista commerciale delle merci vendute nei negozi con le caratteristiche del luogo (vedi ciò che ha sancito il Comune di Firenze)

– si dovrà favorire l’apertura di negozi tipici con prodotti realmente locali ostacolando con ogni mezzo lecito la nascita di quelli che non hanno niente di locale (tipo quelli che vendono prodotti Norcini, della Brianza o dell’Abruzzo).

3° Una seria politica per un rilancio abitativo e commerciale

– stipulando convenzioni con istituti bancari per contribuire ad abbattere gli interessi sui mutui per l’acquisto della prima casa.

– prevedendo agevolazioni sul pagamento delle tasse comunali per l’apertura di attività commerciale ed artigianali a favore dei residenti.

4° Contribuire a finanziare eventi culturali di qualità (come avviene spesso, ma non sempre). 

– Eventi che possano attrarre turismo non di massa ma di qualità, magari con famiglia al seguito. A questa tipologia di utenti vanno offerti validi motivi per trattenersi più giorni 

– risparmiare risorse e non accettare proposte di eventi di qualità bassa, brutte copie di cose che si vedono altrove, che mirano ad attrarre soltanto il turista “mordi e fuggi” e il peggior turismo di massa.

5° Anche se va riconosciuto che alcuni egregi interventi sono stati già messi in campo dall’Amministrazione comunale (ad esempio la sistemazione del viale del Parterre e dei giardini) il centro storico ha necessità, a mio avviso, di una cura continua e di un coinvolgimento maggiore dei cittadini che li faccia uscire dai loro egoismi personali e che gli faccia risbocciare l’amore per Cortona.

L’appello accorato che voglio rivolgere agli Amministratori è “frequentate di più il centro storico, anche con le vostre famiglie, uscendo da Via Nazionale e dalle tre piazze principali. Forse apprezzerete quello che vecchie cassandre come il sottoscritto propongono alla vostra attenzione e vi renderete conto che c’è necessità di intervenire. 

Anche perchè è la stessa identità di Cortona e dei cortonesi a essere in serio pericolo di estinzione, visto che il tessuto sociale reale è ridotto ormai ai minimi termini.

Si tenga poi presente che ogni risorsa pubblica investita nel centro storico va a vantaggio dell’intero sistema economico comunale: un turismo meno di massa, ma più di qualità sarà la fortuna dei negozi, così come degli oltre 170 Agriturismi presenti nel territorio comunale e di ogni altro luogo adibito all’ospitalità. Più prodotti locali si acquisteranno nei negozi, più se ne produrranno nelle nostre campagne. E’ questa la strada giusta, non quella dell’assenza di regole, della rincorsa del peggio, dell’appiattimento su tutto ciò che si trova in decine di altri posti in Toscana e in Italia.

Valter Lupetti

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  • Carissimo valter , intervengo con piacere e interesse, come datato cortonese, sui problemi che hai evidenziato riguardanti il Centro Storico. Condivido pienamente la tua autorevole analisi e sicuramente va trovata una soluzione riuscendo con proposte a convincere questa Amministrazione ad adottare quei provvedimenti necessari per salvaguardare anche chi come noi ha la fortuna? di abitare nel Centro Storico. Fino dal giugno scorso, mesi fa!, mi sono visto costretto a portare all'attenzione del Sindaco e non solo il problema sull'occupazione, per me incontrollata e senza alcun criterio, del suolo pubblico da parte di gestori di bar e ristoranti. Ma ti dirò di più, infatti mi sono rivolto più volte sia all'ufficio Suap che al comando della polizia municipale per capire le ragioni per cui vengono concesse certe autorizzazioni e ogni volta ho ricevuto risposte evasive e di comodo, nonostante esista un regolamento comunale, secondo me ben chiaro da non lasciare scampo a interpretazioni di comodo.Ma tutto quanto questo mio impegno a fare rispettare le regole a chi di dovere è risultato come foglie al vento, oltre l'essere stato sballottato da un ufficio all'altro senza alcun rispetto per un cittadino come me che chiede solo il rispetto delle regole . ma tant 'è !! Ti parlo di quanto è accaduto in vicolo baldacchini dove di fronte alla mia abitazione è stata concessa un'autorizzazione al ristorante di fronte di mettere2 tavoli per la somministrazione di pasti. Ma non solo la sera vengono accesi lungo il vicolo dei ceri tanto che l'ingresso sembra non di una ed altre abitazioni ma ad un cimitero, oltre a danneggiare con il fumo che questi ceri producono, danni alle pareti e alla volta del vicolo che è affrescata. Considera che il vicolo è largo meno di 2 metri e i tavoli ne riducono il passaggio a 120 cm. oltre il rumore fastidioso degli avventori tale da costringermi

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Valter Lupetti

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