Il convegno sulla razza Chianina egregiamente organizzato dall’Amministrazione Comunale di Cortona ieri mattina presso il Centro Convegni Sant’Agostino a Cortona suggerisce una riflessione sfuggita ai numerosi competenti relatori. Premetto però che è stato indubbiamente opportuno sottolineatare la necessità sempre più stringente di collegare la presenza della razza Chianina al territorio della Valdichiana e di conseguenza al turismo: la chianina è il simbolo della Valdichiana, un animale che è stato anche, con la sua “forza lavoro”, un aiuto fondamentale nel lavoro agricolo e nellle operazioni di bonifica della nostra vallata
Il “Gigante Bianco” tanto ancora può offrire è davvero la sua “Valle” è il territorio ideale per allevarlo
Ma cosa è sfuggito?
E’ sfuggito quanto sia diventato difficile, allo stato attuale, poter allevare la Chianina in Valdichiana. Soprattutto per chi vorrebbe partire da zero, impiantando nuovi allevamenti. Questo problema è reale e stride decisamente col grande impegno promozionale messo in campo da enti, comitati, associazioni di categoria
Le cause di tutto questo?
La riflessione da fare sarebbe lunga.
Forse, tanto per citare un elemento, si è persa una buona occasione quando non si è previsto nel Piano di Sviluppo Rurale toscano 2014-2020 la possibilità di recuperare i volumi dei vecchi edifici rurali esistenti destinandoli all’attività di allevamento
Servirebbero invece, con il massimo rispetto delle norme ambientali (in modo da garantire la massima tutela del territorio, del paesaggio, delle attività agrituristiche ecc ecc) elementi normativi che favoriscano la realizzazione di nuovi allevamenti con modalità ecosostenibili, così da incrementare la produzione e avviando la commercializzazione “a filiera corta” nelle nostre macellerie e nei ristoranti della valle in modo da garantire quella qualità superiore che soltanto la vera chianina può offrire e non quella che troppo spesso viene commercializzata nella grande distribuzione.
Senza opportunità tutto il resto del lavoro rischia di diventare vano. Si diano più chances quindi a chi vuole lavorare nel settore e, sopratutto, si cerchi di avere un po’ di più di tolleranza, ricordandosi che se ogni tanto qualche “profumo” poco piacevole si diffonde nella vallata… quel profumo significa ricchezza per tutti
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"Servirebbero invece ........ elementi normativi che favoriscano la realizzazione di nuovi allevamenti" così è scritto nell'articolo;
di più, secondo me, servirebbe: una attenzione delle amministrazioni, da quelle locali a quella nazionale, per creare le infrastrutture normative e finanziarie, oltre quelle logistiche, per incentivare e favorire lo sviluppo dell'economia, non proprio come fu fatto negli anni '50 e '60, durante i quali lo stato intervenne direttamente col capitale ed il coordinamento gestionale, ma in modo da creare nella popolazione, giovanile soprattutto, fiducia e sicurezza nelle attività imprenditoriali, perché l'Italia non è ancora un paese liberale, ma soffre del peso della cultura "catto-comunista", e fino a quando non se ne libera del tutto non sarà in grado di accedere alla competizione internazionale; e questo che ci piaccia o no, se vogliamo davvero "crescere"