I disagi nel servizio di raccolta dei rifiuti, causati dalle difficoltà in cui si è trovato il soggetto gestore Sei Toscana, hanno creato un forte dibattito tra amministratori, tecnici e cittadini. Ognuno si è mosso come meglio credeva e anch’io vorrei provare a sollevare una proposta che, dopo il superamento della situazione di difficoltà attuale, potrebbe portare a un miglioramento del sistema e al non verificarsi, in futuro, di problemi come quelli di questi giorni.
La sottopongo volentieri all’attenzione di chi ci amministra.
E’ giusto come premessa ricordare che il problema di fondo è la quantità di rifiuti che si produce in Toscana. Per questo va stimolato il Governo a creare dispositivi legislativi che favoriscano la riduzione dei rifiuti: si può agire sull’industria dell’imballaggio (maggior uso delle pellicole plastiche e meno utilizzo di cartone e polistirolo), si possono stilare convenzioni con la grossa distribuzione per garantire maggiori punti di raccolta alla fonte e tanto altro ancora.
E’ poi altrettanto necessario organizzare la raccolta dei rifiuti in modo differenziato spinto (porta a porta obbligatorio) mettendo a disposizione anche incentivi (dalla Comunità Europea, dal Governo Centrale e dalla Regione) con l’obiettivo di raggiungere quel sogno di “rifiuti zero” da più parti auspicato, incentivando il mercato del riciclato. In ogni caso va garantita l’autonomia regionale nello smaltimento dei rifiuti mediante gli impianti attualmente a disposizione, con la prospettiva di avere meno inceneritori e discariche in futuro.
Detto questo ho notato, leggendo i commenti che tutti attraverso i social lanciano in queste ore, che i principali argomenti di discussione sono la contestazione del modus operandi di SEI, una carenza di strumenti di controllo sull’operato per ATO e, soprattutto, la riduzione a un ruolo marginale dei Sindaci.
A tal riguardo voglio lanciare la mia proposta che parte da un’idea avanzata qualche tempo fa dalla Regione: in essa si immaginava di creare un unico ATO Toscana con il compito di organizzare le gara per l’assegnazione del servizio in tutto il territorio.
So bene che c’è chi suggerisce qualcosa di contrario, cioè una riorganizzazione in tanti ambiti ATO più piccoli. Credo però che l’ambito unico permetterebbe, aumentando la portata dell’appalto, di sollevare con la gara l’interesse di aziende più grandi, anche internazionali e provenienti da realtà europee e mondiali più avanzate, con possibili prospettive di servizi migliori e anche meno costosi. L’ATO regionale controllerebbe poi il rispetto del Piano Industriale, stabilendo le tariffe e realizzando strumenti per favorire lo smaltimento in modo differenziato da parte dei cittadini.
L’elemento che aggiungo, secondo me cruciale per restituire un ruolo reale ai Comuni riavvicinando la gestione del servizio ai cittadini, sarebbe un altro: la creazione di piccole zone omogenee, la cui dimensione potrebbe ad esempio corrispondere a quella delle Conferenze dei Sindaci (ad esempio: la Valdichiana aretina o l’area ricompresa nell’attuale AOR Valdichiana, che però nel sistema attuale non ha sufficienti poteri), che dovrebbero autonomamente occuparsi della modulazione “su misura” del servizio. Tutto ciò considerato che la Toscana è una regione enorme e tanto varia e presenta delle diversità geografiche, morfologiche ed economico-sociali notevoli.
Avremmo così un solo gestore in tutta la Toscana, magari un’azienda di livello internazionale, ma gli input arriverebbero da realtà più piccole in cui i Sindaci tornerebbero a contare davvero.
Con questa organizzazione io credo che cittadini si riapproprierebbero, attraverso i propri Amministratori, di un reale potere decisionale sullo svolgimento dei servizi e sui costi.
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