Anche quest’anno la ricorrenza della Festa del Lavoro (a sinistra la foto della manifestazione tenutasi stamani a Cortona) si celebra tra non poche polemiche e, probabilmente per la prima volta dal dopo guerra, con una categoria di lavoratori che proprio per oggi ha proclamato una giornata di sciopero. Il tema “caldo” è quello dell’apertura dei negozi oggi, che e non è stata accettata dai lavoratori del commercio e dai loro rappresentanti sindacali.
Specialmente in momenti come questi dove una grave crisi economica colpisce il paese è senz’altro necessario ricreare condizioni che possano favorire l’unità globale del mondo del lavoro (imprenditori, artigiani, commercianti, lavoratoridipendenti) e una forte solidarietà e coesione sociale.
E’ ovvio che se si riparte lo si può fare soltanto tutti insieme, senza che nessuno ne resti escluso o debba ulteriormente sacrificarsi.
Per arrivare a tutto questo, per garantire lo sviluppo e sostenere l’economia, si possono però sopprimere importanti diritti come il riposo settimanale, il diritto alla salute, alla festività, alle ferie, alla sicurezza, ad un salario dignitoso, alla pensione…insomma si può sopprimere pezzo a pezzo la dignità del lavoro stesso?
Questo è quello che troppo spesso sta succedendo e probabilmente è l’interrogativo più importante da porsi in questa giornata, mediaticamente oscurata dal grande evento in Vaticano (la beatificazione di Papa Woytila).
A tal riguardo è stato di grande rilievo l’auspicio del Presidente della Repubblica Napolitano (“Lavoratori, siate uniti”), parole da cui prendere spunto per riflessioni necessarie e non più rimandabili in un momento difficile come questo.
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