Opinioni

Porta a Porta: suggerimenti per migliorare

Mentre continua il piano di ampliamento nel territorio comunale di Cortona della raccolta differenziata dei rifiuti sono andato a farmi un po’ di giri per verificare l’effettiva esistenza di alcune difficoltà nel servizio che mi erano state segnalate.

Mi permetto così di evidenziarle, specificando però che il “porta a porta” è secondo me una scelta giusta, l’unica possibile per arrivare a risultati buoni anche per le tasche dei cittadini. Ovviamente, anche se giusta, è una scelta migliorabile nella sua attuazione pratica. Perciò ogni segnalazione è certamente opportuna e va presa col giusto rispetto.

Difficoltà sono state riscontrate soprattutto nel centro della frazione di Camucia ed in alcune zone più periferiche del territorio comunale. Ciò, oltre a creare disagi, alimenta allarmismi e contestazioni talvolta esagerate e spesso strumentalizzate nel grande e confuso calderone dei social.

E’ vero: i mini cassonetti per l’indifferenziato e per la frazione organica utilizzati sono, in alcuni punti, insufficienti a contenere le quantità conferite. A volte i rifiuti traboccano e di conseguenza alcuni sacchetti vengono abbandonati fuori e su essi si avventano animali vaganti. Un lavoro mirato e più attento sul numero dei cassonetti nelle varie postazioni è quindi auspicabile.

Devo però segnalare che ho notato anche abbandoni all’esterno dei mini contenitori anche dove questi erano vuoti: in questo caso quindi la responsabilità é degli utenti.

A parziale scusante ho riscontrato però che alcuni dei mini cassonetti emanavano esagerati cattivi odori. Forse durante la stagione estiva anche questo può essere stato un elemento che ha indotto ad abbandonare i propri rifiuti fuori e da questo punto di vista mi sento di consigliare più frequenti operazioni di lavaggio e sanificazione.

La situazione del servizio è poi stata senza dubbio peggiorata, nel mese di Agosto, dalle ben note vicende legate al personale di Sei Toscana. Per un certo periodo il ritiro dei rifiuti non è stato effettuato nei tempi previsti mettendo in crisi tutta la “macchina”. La reazione degli amministratori della Valdichiana è ben nota e l’auspicio è che non si ripetano situazioni come questa e che chi lavorava con professionalità possa tornare al suo posto, con forme contrattuali più sicure, prima possibile.

I problemi ferragostani hanno purtroppo autorizzato, nell’inevitabile (e in buona parte comprensibile) scia di polemiche politiche e social, qualcuno a proporre il ripristino del vecchio metodo del cassonetto stradale. E’ un’ipotesi che forse può funzionare sul piano della campagna elettorale, ma che in concreto è priva di senso.

Basterebbe dire ad esempio che nessuna delle esperienze di raccolta differenziata attive in Italia propone il cassonetto “e basta”, ma i motivi di questo sono tanti. Ne elencherò alcuni.

Il primo è che in uno scenario connotato da risorse organizzative ed economiche limitate è opportuno convogliarle nel recupero di quelle frazioni in grado di dare un forte contributo ai quantitativi assoluti di materiali differenziati, cioè umido, carta, vetro e plastica. E’ molto meglio differenziare “a monte” che non in una fase successiva: costa meno e la qualità è superiore.

Solo il “porta a porta”, poi, permette di coniugare l’esigenza del contenimento dei costi con un sensibile aumento dei quantitativi recuperati. Col “porta a porta” si possono infatti utilizzare mezzi più piccoli, di facile accesso alla rete viaria dei centri storici o delle zone di campagna, avvicinando il servizio ai cittadini spendendo meno.

La migliore qualità del materiale raccolto è poi la via migliore per ottenere minori tariffe di conferimento negli impianti.

Se c’è quindi da proseguire un lavoro per migliorare la qualità del servizio abbassandone ancora i costi per i cittadini non bisogna dimenticare che l’antidoto alle polemiche sta anche altrove. Ad esempio nell’opera di sensibilizzazione dei cittadini, che meritano di essere maggiormente coinvolti anche nelle scelte organizzative del servizio.

Non si deve poi dimenticare la necessità di compiere in via definitiva un salto culturale che ci porti a cambiare abitudini in difesa dell’ambiente. Questo “salto”, però, va fatto tutti insieme: se si chiede di modificare i comportamenti bisogna però offrire le condizioni perchè ciò sia possibile con facilità e, se possibile, anche convenienza. Altrimenti si fa come quando si invita a usare i mezzi pubblici invece che la propria auto, ma questi poi non esistono.

Valter Lupetti

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Valter Lupetti

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