Visto che nell’ultima seduta pubblica del Consiglio Provinciale di Arezzo, l’ultima prima del suo scioglimento, il tema del Piano Interprovinciale dei Rifiuti era stato messo all’ultimo punto dell’ordine del giorno, ma non è stato discusso una domanda sorge spontanea: che fine ha fatto? Ora che il consiglio Provinciale, nel mentre in cui l’ex presidente Roberto Vasai è ancora a guida dell’ente ricoprendo l’incarico di Commissario provvisorio in quale modo si intende procedere per venire a capo di una questione così cruciale per il futuro sviluppo di tutti i servizi legati alla raccolta e allo smaltimento dei rifiuti?
Una soluzione breve e indolore (si fa per dire) ci sarebbe: il Commissario potrebbe procedere direttamente all’approvazione del Piano. Tutto ciò, ovviamente, non è però opportuno sul piano politico e tale prospettiva pare quindi, secondo una logica più che condivisibile, da non prendere in considerazione. Tutto ciò anche alla luce delle numerose osservazioni che nei mesi passati erano state presentate dai vari comitati e associazioni del territorio, molte delle quali avete potuto leggerle anche su questo sito. Ma allora, di fronte alla necessità comunque impellente di dotarsi di un piano interprovinciale che permetta di andare avanti, qual è la volontà delle forze politiche locali e di chi in un modo o nell’altro ci amministra?
L’utilità del dibattito politico e del confronto con associazioni, comitati e chiunque abbia a cuore il nostro futuro è indubbia. Ricordiamo, proprio fra i dubbi sollevati, questioni come quelle relative agli errori di stima compiuti in passato per quanto riguarda le previsioni sulla quantità di rifiuti che sarebbero stati prodotti. Da questo punto di vista il piano pare dimenticarsi che ormai da diversi anni, più che altro per gli effetti della crisi economica, i rifiuti prodotti sono in notevole calo. Dare per scontata una ulteriore diminuzione sarebbe probabilmente un gesto di coraggio politico, una presa di impegno seria e un probabile aiuto a far sì che il nuovo piano produca effetti migliori. Ma questa, come molte altre, è una delle questione aperte e su cui è opportuna una riflessione più attenta.
La balzana riforma delle Province ha infatti portato ad una situazione di limbo nella quale non esiste più questa possibilità, con grande sacrificio degli spazi democratici. L’ente si trova ancora in carico decisioni di importanza estrema, ma non ha più gli organi democratici per arrivare a una scelta opportunamente discussa e condivisa. Tutto ciò almeno fino a fine Settembre, quando saranno eletti i nuovi Presidenti con la nuova modalità indiretta (votano i consiglieri comunali), ammesso che tale nuova fase segni davvero un recupero del ruolo che precedentemente la Provincia era riuscita ad avere. Su tutto questo, francamente, ho molti dubbi e a questo punto la domanda iniziale la cambio al futuro: che fine farà il Piano InterProvinciale dei Rifiuti?