Lo scorso weekend ero dalle parti di Venezia, in occasione dei Campionati Europei Master di Marcia. Sfogliando i giornali locali ho notato un titolo allarmante: “Scoperti oltre diecimila letti abusivi, la Guardia di Finanza accerta che l’80% delle strutture di accoglienza non è in regola”.
Il quotidiano così continuava: “Il gioco funziona così: il residente affitta un appartamento rimasto libero, magari ricevuto in eredità, per lo più non ristrutturato, ad un cittadino straniero o ad un’agenzia che a sua volta sub-affitta a cittadini stranieri che gestiscono l’accoglienza per i loro connazionali, senza nessuna autorizzazione e senza mai effettuare alcuna comunicazione sulle presenze ospitate”.
Si spiegava poi che “i ricavi sottratti al fisco ammontano ad oltre 3,5 milioni di reddito evaso ed oltre 500.000 euro di I.V.A. Evasa”.
Il bello è che questo fenomeno scoperto dalla Guardia di Finanza era stato già segnalato in precedenza e oggetto di controlli anche nelle principali città toscane come Firenze, Pisa e Siena, con risultati analoghi.
La notizia mi ha allarmato sollecitandomi una domanda: tutto ciò può già avvenire anche nel nostro bellissimo ed accattivante Centro Storico di Cortona?
In verità alcuni elementi che avvalorano i miei dubbi ci sono, come l’enorme differenza tra i cittadini residenti “sulla carta” e quelli realmente presenti, l’alto numero di residenze rilasciate a cittadini stranieri e i dubbi aumentano se controlliamo accuratamente anche l’alto numero di nuclei familiari composti da un solo componente. Cortona è la città dei single o la questione è diversa?
Se apriamo Airbnb, cliccando Cortona, risultano 300 alloggi disponibili per l’ospitalità. Numero che credo sia notevolmente superiore a quelli ufficialmente autorizzati dai nostri uffici comunali.
Siamo poi sicuri che tutti questi alloggi-vacanze presentino i i necessari requisiti di abitabilità?
Va ricordato che eventuali irregolarità inciderebbero negativamente oltre che sui tributi evasi (I.M.U., TARSU ecc.), anche sulla qualità dei servizi offerti e soprattutto sul numero delle presenze turistiche nel nostro territorio comunale. La tassa di soggiorno riscossa sarebbe quindi molto minore di quella che, effettivamente, compoeterebbe al Comune.
Ebbene: è notizia di questi giorni che le amministrazioni locali, in preparazione dei propri bilanci, si trovano “tra l’incudine e il martello”. Per un trend inesorabile di tagli che dura ormai da anni e per la forte necessità di non aumentare i tributi locali, garantendo comunque l’efficienza dei servizi offerti.
Allora io credo che, prima di procedere all’inevitabile incremento delle tariffe legate ai servizi forniti, potrebbe essere più opportuno e corretto dedicare risorse umane per effettuare più efficaci controlli su quanto ho esposto sopra.
Non mancano, a mio modo di vedere, indizi che ci consigliano controlli più approfonditi sull’occupazione di suolo e spazio e aree pubbliche (tavolini che appaiono e scompaiono…), la Tarsu (fondi, garages e cantine che diventano monolocali) e l’Imu (il predetto fenomeno dei “single”).
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