Pare di stare alle elementari: quando qualcuno combinava un danno e la maestra non riusciva a trovare il colpevole la frase era sempre quella “chi è stato lo dica, altrimenti sarete puniti tutti“. Un metodo pedagogico tradizionale per cercare di smuovere il cuore del colpevole e farlo confessare, oppure puntare su qualche delazione, ma che spesso non funzionava. E allora si veniva puniti tutti, davvero. Con i fatti di Roma e quello che è successo dopo sta accadendo più o meno la stessa cosa.
Capisco la rabbia dei romani vessati da manifestazioni a getto continuo, capisco l’indignazione di tutta l’Italia di fronte alle tragiche e ignobili gesta dei tanti Er Pelliccia che sabato hanno devastato la capitale, ma l’orrore di un pomeriggio non può diventare una scusa per impedire l’esercizio di un diritto democratico fondamentale.
Non sono tipo da manifestazioni, spesso mi sono chiesto a cosa possano servire davvero, se non a contarsi e a mostrare i muscoli politici, ma voglio continuare a godere del diritto, se voglio, di poterle fare, ovviamente nel rispetto assoluto delle regole del vivere civile e democratico.
Ogni atto violento va condannato e represso, ma la soluzione non può essere quella di impedire di manifestare e nemmeno, per paura, di rinunciare a manifestare.
Quando fu rapito Aldo Moro, il 16 Marzo 1978, le piazze di tutt’Italia si riempirono per condannare quell’atrocità. Fu un momento radioso, di risveglio democratico e civile. A rigor di logica col caos di quelle ore non era troppo prudente scendere in piazza, ma quelle piazze riempite di gente suonarono un instantaneo de profundis alle BR e alla logica del terrorismo e della violenza. A poche ore dal rapimento di Moro, poco dopo aver vinto la tragica battaglia militare di Via Fani, fu chiaro che i brigatisti avevano già perso la loro guerra ed erano totalmente isolati.
E allora si prenda lezione dal passato, non si invochi scenari medievali, ma si cominci a dare i soldi ai poliziotti per mettere la benzina sulle loro macchine (estremamente significativa la protesta vista ieri nelle piazze, anche ad Arezzo), si faccia di tutto per rendere le forze dell’ordine uno strumento utile per la prevenzione e la repressione degli atti violenti, li si doti di strumenti adatti, si responsabilizzi gli stessi organizzatori delle manifestazioni spingendoli al massimo impegno per individuare i violenti, senza per questo lanciare barbare “cacce all’uomo” e linciaggi di piazza.
Di fronte ai tanti Er Pelliccia e al dilagare della logica della violenza, ormai tollerata da troppe persone, la soluzione è solo questa. Altrimenti non si uscirà mai da una logica dietrologa, quella della strategia della tensione, che sopravvive in Italia ormai almeno da 42 anni (da Piazza Fontana) e, francamente, ci ha stufato
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