Opinioni

PENSIERO SU GENOVA

di Fabio Comanducci

41 … sono le vittime accertate ad oggi e, sembra, ci siano altri 2 dispersi. Gli sfollati sono molte
centinaia, persone che non avranno più la loro casa. Genova rischia la catastrofe economica per mancanza
di un’arteria stradale che unisca il porto, il più trafficato d’Italia, con il resto del mondo; si rischiano
50.000 posti di lavoro oltre la perdita della centralità del porto di Genova per il transito di merci da e
verso il centro Europa e non solo.
Di fronte a questa catastrofe dobbiamo toglierci tutti la casacca del proprio partito o appartenenza politica
e analizzare con freddezza chirurgica ciò che è diventata, e forse lo è sempre stata, l’Italia.
Da una parte ci sono i cittadini, tutti noi, che affidano la propria vita ad altri cittadini, una élite, che si
definiscono politici i quali scelgono gli amministratori della “Cosa” pubblica, che dovrebbero agire nel
rispetto ed in ossequio alla Costituzione, sulla quale prestano giuramento prima di assumere il ruolo di
ministri (amministratori). I politici dovrebbero vigilare e proporre iniziative (leggi) che gestiscano al
meglio la vita dei cittadini, mentre i Ministri dovrebbero attuare le direttive impartite dal Parlamento o
quelle di propria iniziativa.
Questo in estrema sintesi è il nostro ordinamento giuridico in ambito della amministrazione del “bene
comune”.
Nel 1944, subito dopo la liberazione di Roma, Corrado Alvaro scrisse, sul giornale “Il popolo di
Roma,”alcuni pensieri sul futuro stato italiano . Dalla lettura dei suoi scritti traspare il timore che
“l’enorme rivolgimento di quel tempo già minacciava di ricacciare il Paese in un vortice di cinismo,
speculazione e incompetenza…” e ancora “… “La nuova borghesia, scatenata nella sua avidità, è
impegnata ad assaltare lo Stato, a trafficare nell’enorme congegno dei benefici, … occupare lo Stato in
modo che i cittadini lo sentano come nemico, … considerando quel che appartiene allo Stato come cosa di
cui profittare senza scrupoli…”. Ed infine “ Intanto i governanti, che dovrebbero essere i custodi della
nazione, accumulano catastrofi, che ogni volta vengono attribuite quasi a fenomeni naturali , a impensati
colpi del destino, rimanendo estranea ogni responsabilità individuale”. Parole scritte dopo la liberazione
di Roma 1944.
Se prendiamo in esame la vicenda del ponte Morandi di Genova, la sua storia, la sua costruzione, la sua
gestione in questi 50 anni in cui si sono succedute al governo del comune, della regione e dello stato tutte
le parti politiche dell’arco costituzionale, ci rendiamo conto quanto attuali e profetiche fossero le frasi di
Alvaro sopra ricordate.
18 agosto 2018, oggi, qui, ci troviamo a prendere atto delle innumerevoli negligenze, volute o meno,
poste in essere dai nostri governanti, di oggi, di ieri e di ieri l’altro.
Quando questa casta farà ammenda di tutte le nefandezze prodotte in questi 50 anni, quando finalmente
diranno basta ai propri interessi, alle proprie aspirazioni, al gusto del potere che tutto può e che schiaccia
sotto massi di cemento i sogni, i desideri, le vite, dei cittadini?
Togliamo le casacche del partito, pretendiamo rispetto, dignità, abnegazione, competenza e volontà di
fare del bene da chi ci amministra. Non avalliamo più, con il nostro voto, coloro che in passato hanno
fatto scempio della nostra fiducia e che con una faccia tosta incredibile si presentano ancora innanzi alle
reti televisive, entrano nelle nostre case, proclamandosi innocenti e vittime di un destino avverso, che
oggi chiamano populismo e fake news, e che io definisco semplicemente incompetenza, malafede e
sporco proprio interesse personale.
Come può Del Rio dire che ha dato piena trasparenza alla convenzione assegnata ad Autostrade, quando
nel sito del ministero mancano i principali allegati che disciplinano gli aspetti finanziari della
convenzione, quando non è dato potere all’organo di vigilanza preposto di poter effettuare i controlli,
quando, al tempo della stipula della convenzione, non fu fatta gara ma semplicemente assegnata, penso
per ispirazione divina, la concessione di una attività altamente retributiva, in un mercato di monopolio
naturale? E come possono i governi che si sono succeduti ( di cui faceva parte anche la Lega) non aver
interrotto questa colpevole omertà, imponendo al concessionario di effettuare la dovuta opera di
manutenzione del costoso e ricco giocattolo regalato ad Autostrade? Forse in parte si spiega con il
sostegno economico elargito alla lega da parte di Benetton, come sembra anche a molti altri partiti.
Quanto valgono 41 vite, un milione, due milioni, dieci milioni di euro?
Quante tragedie in questi anni, quanti lutti, quante frustrazioni subite dai cittadini. Senz’altro in Italia
vantiamo il record delle disgrazie, dei morti, degli sfollati rispetto a tutta Europa e ce la giochiamo con i
Paesi che una volta venivano identificati con il termine Terzo Mondo.
E ora … che fare?
Bisogna ripartire, per forza! Mi auguro però con più consapevolezza e con la certezza che l’appartenenza
ad una parte politica non corrisponde ad un matrimonio indissolubile, ma è soggetta a possibile

cambiamento qualora vengano meno le aspettative sollecitate.
Bisogna ripartire con i politici di oggi e soprattutto con il governo che, indirettamente, il popolo ha scelto.
Bisogna ripartire da Salvini e Di Maio, i quali, insieme a Conte e a tutti gli italiani, devono smentire ciò
che, tanti anni fa, un personaggio sconosciuto ai più, aveva previsto e che fino ad oggi si è puntualmente
verificato.
Bisogna ridare dignità all’Italia e a tutti i suoi cittadini.

Redazione

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