I dieci giorni a cavallo tra fine aprile e primi di maggio sono stati un vero calvario per i pendolari che vanno a lavorare a Roma avendo Terontola come stazione di partenza e ritorno. Ritardi e soppressioni di Treni Intercity sono stati il pane quotidiano che ha avvelenato le giornate di chi è andato a Roma per guadagnarsi la pagnotta.
Forse a causa dell’incindente, davvero strano occorso a due Frecce rosse all’ingresso della Stazione Termini (ma, anche e sopratutto, perché a lor signori che dirigono Trenitalia dei pendolari del ceto medio non interessa un bel nulla, all’infuori di aumentare l’abbonamento che ormai è quasi come un affitto), Trenitalia non ha trovato di meglio che scaricare su noi pendolari le sue inefficienze e i suoi disservizi pur di tutelare e lisciare il pelo alla nobile ( ma poi sarà davvero nobile?) clientela delle Frecce Rosse.
Fatto sta che per alcune mattine e sere l’intercity Firenze-Roma e viceversa è stato soppresso e a noi pendolari, sempre zitti e bonini per non dire “pecoroni”, la scelta di arrangiarsi con la macchina o arrivare in ritardo al lavoro e rientrare a casa anche alle dieci o alle undici di sera come è successo nell’ ultimo venerdì di aprile e nel primo venerdì di maggio.
I disagi dell’ultimo venerdì , cioè del quattro maggio, sono poi davvero inspiegabili.
Ci hanno lasciato per oltre un’ora sul bianario 14 di Termini. Senza darci spiegazioni; con il personale del treno che non sapeva che cosa dirci. Noi a gridare di farci salire sulle Frecce Rosse di Lor Signori, che continuavano a partire con precedenza assoluta sul nostro Intercity. Dopo un’ora di urli e sbraiti siamo riusciti a far venire al binario la Polfer che, difronte alla nostra esasperazione, ha fatto qualche telefonata e finalmante, con settanta minuti di ritardo, l’Intercity è partito.
Nel via vai di quei settanta minuti di esasperazione ( a bordo dell’Intercity c’erano oltre duecento pendolari e una cinquantina di bambini delle elemenatri in gita scolastica) è passato nel nostro binario anche l’onorevole Savino Pezzotta, in rientro a Roma su di una delle Frecce Rosse di Lor Signori e fatta arrivare proprio al binario 15,cioè all’altro lato del nostro binario, che, a detta del personale del nostro treno, doveva avere problemi tecnici di funzionalità.
L’onorevole Savino Pezzotta,molto gentilmente si è fermato e si è informato dei nostri problemi, ma (anche lui impotente davanti a tanta disorganizzazione e disservizio nei confronti dei pendolari del ceto medio italiano), da persona perbene qual è e da ex-dirigente sindacale, non ha potuto far altro che dirci che avrebbe fatto un’interrogazione parlamentare su questi ripetuti casi di disservizio ferroviario, che colpiscono i pendolari-lavoratori della tratta Valdichiana-Roma.
A lui , anche a nome di tutti gli altri pendolari di Valdichiana, invieremo quindi questo e altri articoli giornalistici scritti in proposito in questi ultimi mesi, con l’auspicio che non solo voglia utilizzarli per la sua interrogazione parlamentare, ma li invi anche al suo ex-collega sindacalista Mauro Moretti, che promette sempre di amministrare le ferrovie facendole operare a vantaggio dei lavoratori di base e poi invece pensa solo ai cosidetti lavoratori di alto grado (o lignaggio o managers in cadègra) ai quali offre, ci dicono a prezzi stracciati, anche servizi confort come l’extra-lusso delle carrozze excelsior (o come cavolo le chiamano) sulle Frecce Rosse.
A noi lavoratori arrivati a casa ben oltre le dieci di venerdì scorso ( invece che alle otto, come previsto), lasciando la nostra stazione di Terontola, usciva spontaneo un solo grido:”Altro che Grillo.. ha da veni’ Baffone!”
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