di FABIO COMANDUCCI
Fa più rumore un albero che cade, di una foresta che cresce. Tutti avete riconosciuto un famoso proverbio, chi dice di origini cinesi, che rappresenta una realtà attuale molto presente nella nostra società ed in particolare nella realtà virtuale dei social.
Fa molto più rumore, in questa campagna elettorale per le amministrative del prossimo anno, vedere in facebook la fotografia di alcuni panni stesi alla stazione di Camucia, che non i nuovi marciapiedi in via di ultimazione realizzati per volontà dell’Amministrazione Comunale a Centoia (frazione in cui io vivo) e la relativa sostituzione dei lampioni con altri a risparmio energetico.
Da più senso di insicurezza due italiani (presunti) senza casa che transitano momentaneamente sul nostro territorio, che di sicurezza quotidiana aver creato dei marciapiedi, il miglior deterrente contro gli investimenti di pedoni, pericolo costante per quella strada, dove, pur essendoci ovviamente il limite di velocità, le auto transitano a velocità elevata, come più volte lamentato dai cittadini stessi di questa frazione cortonese.
La libera comunicazione attraverso i social (facebook in particolare) è una grande conquista democratica, ma, come tutte le libertà democratiche, presenta dei rischi di prevaricazione che superano la democrazia, aprendo le porte alla sopraffazione e, soprattutto, all’inganno concettuale, ad una falsa rappresentazione della realtà, suscitando suggestioni che condizionano pesantemente il comportamento degli uomini.
La democrazia è la forma più giusta di governo, ma è anche la più difficile perché responsabilizza in prima persona tutti coloro che hanno diritto ad accedere alla democrazia stessa.
In Italia, in particolare, tale rischio è accentuato, innanzitutto, dal fatto che sono relativamente pochi decenni che nel nostro Paese viene esercitata con il suffragio universale (voto per tutti dai 18 anni in poi) e, in questi ultimi anni inoltre, si è affacciata, accanto ai classici sistemi di informazione, una nuova modalità di incidere sul pensiero degli elettori, quella appunto esercitata dall’uso dei social, di per sé incontrollabile e quindi difficilmente verificabile.
Tornando alle questioni di casa nostra, in previsione di una accesa campagna elettorale per aggiudicarsi la guida del comune di Cortona, mi auguro che tutti i contendenti, anche attraverso i social, pongano correttamente l’attenzione degli elettori non sulle sciocchezze che durano il tempo di un soffio di vento, ma su questioni serie che riguardano il nostro territorio, con evidenza di ciò che è stato fatto e garantito e di ciò che invece c’è ancora da fare o da migliorare.
Tutti noi elettori siamo consapevoli che le cose ancora da fare sono molte, sia per la città che per il territorio, ma dobbiamo partire da quello che è stato conquistato in tantissimi anni a guida della sinistra – centro sinistra evitando il rischio di fare come il gambero, che, notoriamente, cammina all’indietro.
Dal canto mio, come già più volte enunciato, mi auguro in primis che la nuova amministrazione riesca ad unire in un sol “corpo” la campagna, montagna e città, per creare una unicità di intenti e di azione, unica arma per vincere le sfide del futuro. E’ necessario che sia chiaro in ciascun cittadino del territorio di Cortona che le risorse impiegate per il centro storico avranno risvolti positivi e di sviluppo anche le per le singole frazioni e che l’arricchimento in termini infrastrutturali, sociali e aggregativi realizzati nella frazioni saranno linfa vitale per la città stessa.
Altro aspetto da me più volte sponsorizzato è quello della collaborazione del privato nell’interesse pubblico. Per privato intendo sia i soggetti che, svolgendo una propria attività economica, lavorano in sinergia con il pubblico per assicurare migliori servizi e beni ai cittadini, sia le associazioni di volontariato che suppliscono spesso a necessità che il pubblico non può coprire, sia per mancanza di tempo che di risorse economiche.
Infine, il sistema elettorale previsto per l’elezione del sindaco, ben diverso nella forma e sostanza da quello previsto per le politiche, impone anche la individuazione del candidato per rivestire il ruolo di primo cittadino di Cortona. Tale impostazione obbliga le parti contendenti a scegliere un candidato che abbia, tra i requisiti richiesti, anche quello di essere, una volta eletto, al di sopra delle parti e che veramente garantisca i diritti di tutti i cittadini, al di là della appartenenza politica di ciascuno. Con questo non voglio dire che il futuro sindaco non abbia lui stesso una appartenenza politica, anzi, io appartengo ancora alla vecchia guardia che crede nei partiti (previsti e disciplinati dalla Carta Costituzionale). Ma è necessario individuare una figura che rappresenti l’unità del territorio: cosa non facile, ma nemmeno impossibile.
Giro la palla alle forze politiche di Cortona ….
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