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Omaggio a Pier Vittorio Tondelli

Qualche settimana fa molti di noi hanno celebrato, in modi e toni diversi, la ricorrenza del ventennale dalla scomparsa del più celebrato performer della storia del rock, Freddy Mercury. Sono in pochi, temo, a ricordare che poche settimane dopo venne a mancare per lo stesso male (l’AIDS) un altro indimenticabile protagonista della cultura degli anni ’80: Pier Vittorio Tondelli. Scrittore, giornalista, uomo di cultura a tutto tondo, Tondelli morì giovane (appena trentaseienne), lasciando una produzione tutto sommato limitata (quattro romanzi, svariati articoli e un’opera teatrale), ma tale da incidere significativamente sulla cultura di un’Italia che, negli anni del craxismo e dell’edonismo reaganiano, trovò in lui il suo più audace e fedele cantore.

Iniziò la propria carriera col botto, pubblicando pochi mesi prima della laurea (al DAMS di Bologna, dove ebbe tra gli insegnanti anche Umberto Eco e visse pienamente quel clima di fermento culturale che trovò espressione nel Movimento del ’77 e nella produzione di artisti come Andrea Pazienza, il primo Vasco Rossi e gli indimenticati Skiantos) la raccolta di racconti “Altri libertini” (1980), subito ritirata dietro pubblica ordinanza per oscenità e per questo divenuta immediatamente un successo. “Altri libertini” fu la traduzione letteraria di un grido catartico tale da squarciare la mentalità degli anni Settanta: il mondo giovanile, non più sottomesso all’ideologia, ma descritto con una perfezione quasi verista – anche e soprattutto nello stile, vero e proprio calderone ribollente degli slang e dei linguaggi più vari – mai era stato delineato con tale forza e passione, anche nelle sue derive più inaspettate (il degrado sociale, la voglia di scappare dalla provincia, la droga…). Per la prima volta faceva capolino in un prodotto “mainstream” la tematica omosessuale (Tondelli era dichiaratamente gay), senza connotazioni pruriginose ma proposta come pura e cruda normalità. Rockstar suo malgrado, il correggese – già, come Luciano Ligabue – divenne protagonista delle cronache nazionali, costretto a sfornare opere per soddisfare un pubblico ansioso di leggere un ideale seguito alla travolgente opera prima. Se si escludono testi meno significativi, come la descrizione del proprio servizio militare (“Pao Pao”, del 1982) e il poco ispirato “Rimini” (primo ed unico tentativo di romanzo commerciale, scritto in pochissimo tempo), fu tuttavia con il suo – ahinoi – ultimo testo, “Camere separate” (1989), che Tondelli dimostrò la piena maturità, nei temi come nella scrittura. “Camere separate” è la descrizione sofferta e dolorosa di una separazione, in cui l’elemento autobiografico (il protagonista è uno scrittore omosessuale) si traduce in un testo coinvolgente ed ipnotico, dalla straordinaria forza drammatica e dalle derive commoventi ma non patetiche.

Ma Tondelli non fu solo autore: memore delle difficoltà vissute in fase d’esordio, non esitò a lanciare un progetto per la scoperta e la pubblicazione di testi di autori emergenti, il memorabile “Progetto Under 25”, esperienza sostanzialmente unica e stupidamente dimenticata dall’editoria italiana (all’epoca forse più sensibile al rinnovo del panorama letterario di quanto accada oggi, quando a primeggiare in classifica abbiamo Benedetta Parodi o Antonella Clerici).

Non ebbe tempo di dedicarsi ad altro, avendo contratto il virus HIV da un rapporto non protetto nel corso di uno dei tanti viaggi all’estero che si concedeva. Oggi, 16 dicembre 2011, Pier avrebbe 56 anni. Non ha avuto la possibilità di indicarci altre strade, dopo quel maledetto 1991: era caro agli dèi.

P.S. “Altri libertini” è consigliatissimo nell’edizione Feltrinelli, privo della censura imposta dall’autore, ritornato alle radici cattoliche negli ultimi mesi di vita. Per le altre opere, consiglio in particolare la bella “opera omnia” di Bompiani in due volumi (costosi ma validissimi), curata da Fulvio Panzeri e ricca di note e commenti.

Michele Lupetti

Colui che nel lontano 2006 ideò tutto questo. Fondatore e proprietario di ValdichianaOggi, dopo gli inizi col blog "Il Pollo della Valdichiana". Oltre a dispensare opinioni sulle cose locali è Beatlesiano da sempre (corrente-Paul Mc Cartney), coltiva strane passioni cinematografiche e musicali mescolando Hitchcock con La Corazzata Potemkin, Nadav Guedj con i Kraftwerk. I suoi veri eroi, però, sono Franco Gasparri, Tomas Milian, Maurizio Merli, Umberto Lenzi... volti di un'epoca in cui sarebbe stato decisamente più di moda: gli anni '70

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