Domenica scorsa sulle colonne del Corriere della Sera il Prof. Ernesto Galli della Loggia scriveva: “E’ bene che ce lo diciamo per primi noi stessi: l’Italia sta diventando un paese invivibile” ed aggiungeva “ Un paese incolto nel quale ogni regola è approssimativa, il suo rispetto incerto, mentre i tratti di inciviltà non si contano” e proseguiva “basta guardarsi intorno, sono sempre più diffusi e sempre meno sanzionati dalla condanna pubblica l’ignoranza, la superficialità, la maleducazione, la piccola corruzione e l’aggressività gratuita. Una discussione informata è ormai quasi impossibile, l’italiano medio sopporta sempre meno di essere contraddetto e diffida di chi prova a farlo ragionare, mostrandosi invece disposto a credere volentieri alle notizie e alle idee più strampalate”.
Anche se in passato non ho sempre condiviso le dichiarazioni del Professore devo ammettere che quest’ultimo scritto mi ha fatto riflettere e allo stesso tempo preoccupare.
Anzi: prima di tutto mi ha fatto preoccupare perché, a mio avviso, se un intellettuale di questo calibro sente il bisogno di scrivere parole così forti la situazione è davvero grave. Sicuramente più grave di quanto io, dal mio ristretto osservatorio, possa immaginare.
Ritengo pertanto che sia un dovere, per tutti coloro che percepiscono una simile situazione di disagio e temono che quest’onda dilaghi ulteriormente a tutti i livelli, prendere posizione.
Ognuno, a suo modo, può dare un contributo.
In Valdichiana, per esempio, ci avviciniamo alle elezioni per i Sindaci. In vista di questo appuntamento credo opportuno invitare le migliori menti ed energie delle nostre comunità ad impegnarsi.
Mi rivolgo a tutti coloro che hanno a cuore una società democratica, fondata sull’antifascismo, sulla solidarietà, sull’ascolto e il rispetto reciproco. In ballo, anche nelle piccole comunità, c’è la difesa di un modello sociale nel quale valori come il merito e la conoscenza continuino a essere considerati primari, una società che si fondi ancora su auspici quali l’equità e l’umanità, nella quale non prenda il sopravvento chi alza più la voce o chi è in grado di coalizzare il più agguerrito manipolo di “seguaci”.
Galli della Loggia nel suo editoriale sottolineava inoltre il ruolo positivo che nel passato, per la formazione dei cittadini e dei politici, hanno svolto strumenti come le parrocchie, le case del popolo e le scuole di partito. Posso confermare che è proprio attraverso questi luoghi sociali che la mia generazione è cresciuta interiorizzando valori come il rispetto dell’altro, l’importanza dell’impegno per gli altri e per la collettività, in prima persona e mettendoci la faccia.
Oggi questi strumenti non esistono più e pertanto si rende necessario, secondo me, ripartire dalla scuola, dalla famiglia, dalle associazioni culturali, dalle amministrazioni pubbliche e da tutte le persone di buona volontà affinchè questi valori continuino a esseri vivi e condivisi.
Rivolgo quindi questo appello, oltre che ai cittadini più coscienti e responsabili, anche a tutte le forze politiche, sociali, sindacali, del mondo della cultura e del volontariato: è il momento di confrontarsi in modo aperto e cercare, ognuno, di fare la propria parte.