In questi giorni ci si imbatte ovunque in accese discussioni su quelli che dovrebbero essere i comportamenti del Presidente della Repubblica e dei partiti e dei movimenti presenti in parlamento per sciogliere il nodo del nuovo Governo e su quelle che poi dovrebbero essere le linee programmatiche principali. Anche io non voglio sottrarmi a questa disputa sottolineando l’occasione storica che si presenta in questo momento a tutti i più sinceri riformatori e soprattutto ai fautori di un cambiamento della società in senso ambientalista.
Per la prima volta ci troviamo di fronte a una straordinaria opportunità per accelerare su molti temi di modernità
Spesso gli ambientalisti hanno portato avanti le loro battaglie alleandosi, aldilà del colore politico, con i rappresentanti nelle istituzioni disponibili ad impegnarsi per il raggiungimento dei risultati auspicati. Adesso è il momento buono per dare una accelerazione alle politiche nei settori dell’energia, della mobilità, dell’agricoltura, dei rifiuti, delle politiche industriali e tanto altro ancora
Ciò anche grazie alla convergenza di fatto tra molte delle proposte del gruppo del centrosinistra, Italia bene comune, e il Movimento cinque stelle che hanno la netta maggioranza alla camera (71%) ed un buona margine al senato (57%).
A quanto pare tale ipotesi, se certo è di difficile realizzazione nelle sedi istituzionali (il parlamento) sembra essere sostenuta da una larga fetta di opinione pubblica che ha ormai raggiunto la consapevolezza di certe necessità, giundendo su posizioni molto avanzate, come si è visto anche recentemente con i referendum sul nucleare e sulla ripubblicizzazione dell’acqua.
Una svolta ecologica e di profondo rinnovamento della cultura dei beni comuni, delle nostre abitudini di vita e convenzioni sociali, del nostro modo di pensare e agire, in sintonia con i radicali cambiamenti che stanno avvenendo in Europa, è quindi possibile.
Quella che abbiamo di fronte è una sfida: iniziare a governare lasciando da parte le miopi preclusioni o gli interessi dei singoli gruppi o partiti, ma agendo con intelligenza e scegliendo con decisione una nuova direzione con la quale puntare a uscire dalle attuali difficoltà, sempre più evidentemente strutturali e non fenomeni passeggeri, costruendo un futuro migliore.
Ripensare un modello di sviluppo obsoleto e affrontare in modo innovativo la crisi economica ed ambientale: io spero che si arrivi a questo, in parlamento e nella nostra società italiana, e vorrei invitare tutti coloro che la pensano come me a farsi sentire.