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Napoli, distruggiamo i luoghi comuni

Napoli piena di spazzatura. Napoli piena di delinquenza. Sono queste le caratteristiche con le quali l’odierna informazione fa passare la stupenda città. Qui ho avuto una permanenza di pochi giorni, ma abbastanza perché me ne potessi innamorare e abbastanza per capire e vedere alcune cose: la prima è che a Napoli la spazzatura non c’è, o almeno non ce n’è più di quanto se ne possa vedere nelle altre grandi città; la seconda è che Napoli non è pericolosa, o meglio, anche qui devo aggiungere la stessa cosa, non più che le altre grandi città italiane.

Ho girato sempre tranquillo per le strade, l’atmosfera è serena, anche di notte e anche quando “mi sono avventurato” per le viuzze che si aprono su Via Chiaia e Via Toledo non mi è sembrato di respirare un clima di pericolo. Anche i rinomati “quartieri spagnoli” non sono, almeno per quanto mi è parso dal mio rapido giro, pieni d’insidie come ci vengono descritti dall’informazione nazionale, un’informazione che non fa altro che rovinare la reputazione di Napoli, anche dal punto di vista internazionale.

La spazzatura insomma per le strade non c’è, l’unico problema, come mi spiega un taxista: “Purtroppo ci mancano gl’impianti perché la spazzatura venga smaltita”. Continua sottolineando una cosa molto importante, che troppo poco spesso sentiamo dai telegiornali: “C’è una cosa che i giornalisti non dicono mai, vale a dire che noi di Napoli paghiamo le tasse per l’immondizia più alte non solo d’Italia ma d’Europa, quindi l’impegno da parte nostra c’è perché tutto funzioni”. A parte gli argomenti spazzatura e delinquenza, è inutile che dica che Napoli è una città stupenda e solo il fatto che un centro così bello, con Piazza del Plebiscito, sia vicino al mare la rende veramente unica. Non sono comunque una guida turistica e non mi sembra il luogo adatto per parlare del Teatro San Carlo o del Museo di Capodimonte.

Questo è invece il luogo adatto per dire che a Napoli ho preso una multa di 41 euro per non avere obliterato il biglietto del bus. La gente ride quando lo racconto, perché pensa che a Napoli tutto sia lecito, ma non è così, anche lì, come in ogni altra città, esistono delle leggi da rispettare e io, purtroppo, ho infranto una legge e, giustamente, ho preso la multa, questo per sfatare un altro mito di una Napoli per così dire “anarchica”, un po’ anarchica sì (con i motorini che viaggiano in tutti i marciapiedi), ma sotto a certi limiti.

I napoletani sono persone meravigliose che non aspettano altro che il momento di aiutarti e quando ho chiesto delle indicazioni dentro i bus mi hanno risposto in quattro o cinque arrivando anche a litigare tra di loro per chi sapesse darmi delle indicazioni migliori. Napoli è una grande famiglia e le persone ti fermano per strada solo per fare due chiacchiere. C’è un senso di comunicazione altissimo, quasi inimmaginabile per noi del “nord”.

Per me Napoli è una capitale, vi sembrerà strano e paradossale che lo dica, per me Napoli è la capitale della civiltà, perché là gli esseri umani si comportano da esseri umani, vogliono comunicare da esseri umani e amano la loro città sapendola fare amare agli altri

Michele Lupetti

Colui che nel lontano 2006 ideò tutto questo. Fondatore e proprietario di ValdichianaOggi, dopo gli inizi col blog "Il Pollo della Valdichiana". Oltre a dispensare opinioni sulle cose locali è Beatlesiano da sempre (corrente-Paul Mc Cartney), coltiva strane passioni cinematografiche e musicali mescolando Hitchcock con La Corazzata Potemkin, Nadav Guedj con i Kraftwerk. I suoi veri eroi, però, sono Franco Gasparri, Tomas Milian, Maurizio Merli, Umberto Lenzi... volti di un'epoca in cui sarebbe stato decisamente più di moda: gli anni '70

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  • "I napoletani sono persone meravigliose che non aspettano altro che il momento di aiutarti e quando ho chiesto delle indicazioni dentro i bus mi hanno risposto in quattro o cinque arrivando anche a litigare tra di loro per chi sapesse darmi delle indicazioni migliori".
    Ho letto un libro dell'antropologo Levi Strauss, una volta, in cui spiegava che negli anni '80 in India i senzatetto o comunque i poveri della città fermassero i turisti per dar loro informazioni. Chiedendo, anzi: pretendendo, in cambio l'elemosina. A livello sociale, era una cosa dovuta, obbligata.
    Non aggiungo altro, sennò passo per razzista.

    Ciao Stefano :)

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Michele Lupetti

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