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Mercatini del mondo, un inchino alla regina delle pappatorie

La scena clou del Satyricon di Petronio, primo e forse unico esempio di romanzo latino, è la nota cena di Trimalchione. I due protagonisti dell’opera, Encolpio e Ascilto, vengono invitati al banchetto regale di questo liberto Trimalchione, in cui  si ostenta un’opulenza straordinaria, con tantissime portate, cibi provenienti da ogni dove, camerieri che fanno le coreografie, astanti che – giunti al limite della sopportazione stomacale – rigettano tutto per poter ricominciare a mangiare. I critici ci hanno visto una critica velata alla Roma neroniana; i sociologi lo usano come esempio per spiegare che nei tempi di crisi sociale la gente reagisce… mangiando.

Quello appena iniziato potremmo definirlo il weekend di Trimalchione. Mercato internazionale ad Arezzo; Eurochocolate a Perugia; castagne a Preggio. Nel mezzo, da Magione all’Olmo, dal Sentiero della Bonifica ai campetti di Seconda categoria, flotte di provetti joggers che proveranno a smaltire. Smaltire il senso di colpa più che il grasso. Ma rilassiamoci, del resto è tutto un ciclo di smaltimento.

Il Mercato internazionale dei prodotti tipici, o Mercatini del mondo che dir si voglia, è senza dubbio l’evento più importante che si svolge in tutta la provincia di Arezzo e chiude in bellezza un’altra gloriosa stagione estiva delle pappatorie. Non siete d’accordo? Bè, i numeri parlano chiaro: 200mila visitatori (stimati dalla Confcommercio) il Saracino se li sogna, e la Fiera antiquaria non li fa nemmeno sommando tutte le 12 edizioni annuali. 200mila diviso per i 3 giorni della manifestazione fa qualcosa meno di 70mila persone al giorno, cioè gli spettatori medi di un derby a San Siro. Traffico in tilt, affari agli stelle, pentoloni giganti di paella che si svuotano alle 5 del pomeriggio, odori e profumi forti che fanno invidia ai bazar nordafricani. Tutto questo in nome del Dio Cibo, l’unico Ente Superiore in grado di darci gratificazione nell’anno del Signore 2012.

Il primo miracolo del Dio Cibo: riempire il parcheggio Mecenate, altrimenti lasciato deserto per 362 giorni all’anno. Il primo comandamento del Dio Cibo: Panza piena di salsicce surclassa cervello pieno di pensieri. Scacciamo la crisi addentando un soffice dolcino al cocco proveniente dal Belgio! (che, detto fra noi, si merita la palma del prodotto più buono di tutti i banchini, basta che se ne compri solo un sacchetto, perché se ne porti via un chilo poi ti ritrovi a servire dolcetti al cocco anche al pranzo di Natale. A me è capitato). Il secondo comandamento del Dio Cibo: se salsiccia e crauti non ti bastano, vai a Perugia dove tanta buona cioccolata ti aspetta. Qui, oltre alla sociologia, scende in campo anche la scienza. Il cacao rilascia la feniletilamina, il cosiddetto ormone del piacere. Non fate la dieta, fate l’amore (con la cioccolata).

Detto dei motivi che attirano migliaia di persone ad Arezzo e Perugia in questi due giorni, dobbiamo ammettere che i Mercatini del mondo, nati in sordina otto anni fa, rappresentano un’iniziativa da lodare comunque e per questo non c’è che fare i complimenti alla Confcommercio. Qui si incontrano, si confrontano e (purtroppo) si mescolano gli odori e le cucine di tutto il mondo, ed è sempre un piacere gustare i biscotti finlandesi o i liquori tipici siciliani (detto senza ironia, lo giuro).  E sulla scia di questo eccezionale successo anche gli ambulanti locali hanno voluto mangiare (tanto per restare in tema…) da questo enorme piatto, così che quest’anno avremo ben 80 banchini di prodotti tipici locali con la sezione dei macellai tutta riunita in piazza Risorgimento. La sfida è aperta: è più buona la chianina de Cesa o il manzo di Buenos Aires? Chi vincerà questo campionato mondiale della ciccia? Pirlo o Messi? L’arbitro della disfida sarà il signor Gorgonzola da Milano.

Luca Trippi

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