Oggi è il 28 Luglio e tutti gli appassionati di atletica non possono dimenticare ciò che avvenne 40 anni fa a Mosca. Poco dopo le 20 il nostro connazionale “Pietruzzo Mennea da Barletta” vinceva la finale dei 200 metri piani alle Olimpiadi.
La grande impresa di Mennea, bissata dal terzo posto nella staffetta 4×100 insieme a Malinverni, Zuliani e Tozzi, si aggiungeva ai successi di Maurizio Damilano nella 20 Km di marcia il 24 Luglio e di Sara Simeoni nel salto in alto il 26.
La grande impresa della Freccia del Sud contribui a rasserenare, un po’ quel clima pesante che avvolgeva il paese in quel maledetto 1980 dove avevamo assistito sbigottiti alla tragedia del DC9 della compagnia Itavia sopra i cieli di Ustica (27 Giugno) e dopo poco sarebbe arrivata la strage della stazione di Bologna (2 Agosto).
La vittoria di Mennea e le imprese degli altri grandi dell’atletica nazionale contribuirono a rendere popolare questo sport, faticoso e poco redditizio, avvicinando, forse per la prima volta, tanti giovani a questa disciplina. Disciplina che contribuisce a rafforzare il carattere sviluppando l’abitudine al sacrificio, indispensabile per affrontare in modo migliore le avversità della vita.
Sicuramente per far crescere nei giovani il desiderio di avvicinarsi a questa attività sportiva sono necessari impianti sportivi decenti: a Cortona certo la pista dissestata in asfalto della Maestà del Sasso (Stadio Tiezzi) non è sufficiente. Si può prevedere un qualche intervento per migliorare la situazione, ma certo ipotizzare la realizzazione ex-novo di una pista di atletica con tutti i crismi è una pretesa che, vista anche l’attuale difficoltà sociale ed economica post-covid, risulta probabilmente eccessiva.
Mennea, in fin dei conti, crebbe correndo per le strade di Barletta e in gioventù potè utilizzare soltanto una “pista” in terra battuta come sede per i suoi allenamenti. Eppure diventò Mennea.
Noi cortonesi, pur non avendo una pista di atletica vera, siamo fortunati a disporre di un polmone verde e pianeggiante che già viene utilizzato da molti “cittadini atleti”: il Viale del Parterre. E’ qui che si possono insegnare ai giovani quanto meno le basi dell’atletica.
Invito pertanto tutti i vari gruppi sportivi, le associazioni che accompagnano i ragazzi, anche i più piccoli, a ricordarsi del viale del Parterre a Cortona e usarlo sempre di più. Lì i nostri giovani possono correre, saltare, giocare e imparare in tutta libertà e sicurezza. Col rischio, al massimo, di una sbucciatura al ginocchio.
Agli attuali amministratori (e al nuovo Comandante della Polizia Municipale Mario Parigi, al quale con l’orgoglio di aver fatto parte per tanti anni di quel Corpo rivolgo i migliori auguri di buon lavoro) rinnovo l’appello che faccio da tanti anni: usarlo meno possibile come parcheggio per le auto, specialmente quando non vi è la necessità. Lasciarlo quindi chiuso al transito, salvo in giornate davvero particolari di afflusso di vetture.
Ricordo che nel passato sono stati indetti ben due referendum comunali sull’uso del viale a parcheggio e il risultato è stata schiacciante: oltre il 90% dei cittadini ha detto No.
Ho apprezzato le intenzioni di fondo di alcune iniziative volte a recuperare spazi, come ad esempio Sant’Egidio, e per questo credo che anche il Parterre sia un tesoro enorme, dalle potenzialità infinite.
Iniziamo a usarlo davvero, organizziamoci qualche attività e proteggiamolo il più possibile. E’ un tesoro e un bene comune molto importante per Cortona.