Ogni tentativo di interpretazione delle vicende italiane,da quelle grame di questi giorni a quelle -almeno in apparenza-di tempi migliori,non può sottrarsi ad una valutazione del rilievo e degli effetti del vincolo esterno sulle faccende di casa nostra.Appartengono proprio a Machiavelli (ed a Guicciardini) la consapevolezza e la denuncia dell’inettitudine dei principi italiani; nel fronteggiare il vincolo esterno che incombeva sul futuro dell’Italia del loro tempo.
Rappresentato dall’iniziativa e dai conflitti egemonici di potenze europee ,quali la Francia e la Spagna,che ,a differenza dell’Italia,avevano raggiunto livelli superiori di coesione interna e ne proiettavano, oltre i propri confini, le conseguenti risorse militari ,politiche e diplomatiche.Un Paese che è stato capace di tollerare per vent’anni le farneticazioni leghiste, ha dato,di nuovo e soprattutto,prova di non aver ancora capito quella lezione .Ma quali sono i termini del nuovo vincolo esterno?E’ di moda prendersela con la Germania ed attribuire ad una pretesa volontà di potenza teutonica tutti i guai che ci affliggono.E’ molto più verosimile che sia stata invece la decisa volontà atlantica (anglo –americana) di ridefinire gli equilibri europei ,dopo il crollo del muro, in termini di incondizionata “liberalizzazione” finanziaria e di aperto sabotaggio di ogni reale integrazione politica a creare i presupposti del disastro attuale.Tuttavia Hollywood ed i suoi epigoni, disseminati in ogni angolo del mondo, riescono quasi sempre a diffondere “narrazioni” che trovano maggior credito.I Tedeschi hanno semplicemente preso alla lettera quello che qualunque popolo ed organizzazione statale decente,avendo compreso dove si andava a parare,dovevano prendere in considerazione.Occuparsi della propria efficienza economica:essere competitivi a qualunque costo,per intenderci.Sottolineare la propria fede nei nobili ideali europeisti e non muovere un dito per il loro reale progresso.Qualcuno ,seguendo il vecchio e cinico adagio secondo il quale:”Governare è far credere”,sta tentando di convincerci che, la prossima presidenza italiana del semestre europeo, avrà l’effetto di cambiare scenari che si sono affermati,con ritmi ineguali:perlomeno dai tempi di Nixon.Allorchè gli Stati Uniti decisero che avrebbero impedito,a qualunque costo,che la sconfitta subita in Vietnam, diventasse una sconfitta sistemica dell’ordinamento finanziario,economico e politico-militare dell’Occidente.In tutto questo ,principi e popolo del nostro Paese contarono ben poco:e si vide nella tragedia degli anni settanta.E contano ancor meno oggi.Avendo dato ulteriori ed ampie prove di inettitudine ed insipienza.E’ troppo umiliante dover riconoscere che le carte migliori che ancora restano al nostro Paese sono la posizione geografica e la presenza della Sede apostolica?