Credevo che tu, al contrario di me, tu non sopportassi la musica perchè, quando nel tentativo di farti smettere di piangere, ti mettevo nel mangiadischi le canzoncine da bambini che avevamo ereditato dai tuoi cugini e che a loro piacevano tanto, ti mettevi a urlare ancora più forte. Una volta mi sono rotta le scatole e ho scelto una canzone che piaceva tanto a me: “Itaca”. Per te è stta una folgorazione, hai spalancato gli occhi, ti sei alzato attaccandoti alle sbarre del tuo lettino e hai cominciato a zompare con veemenza al ritmo di quel tamburo che evocava quelli suonati nellle navi perchè i rematori, seguendolo, remassero all’unisono.
A me piaceva tanto perchè in quella canzone si sentiva anche il rumore del mare e il testo mi aveva fatto pensare che Ulisse sarà stato anche l’emblema del desiderio di conoscenza dell’uomo come noiosamente ci insegnavano a scuola, ma, per chi gli era capitato intorno, era stato una vera disgrazia. La moglie, il figlio ed i suoi marinai erano vittime della sua curiosità ed egoismo. Le cose scritte nei libri di scuola , se guardate con altri occhi , potevano dei risvolti interessanti e universali.
Sarà stato pure un eroe, però era un po’ stronzo.
Probabilmente prima di Dalla questa visione di Ulisse l’avrà teorizzata qualcun altro più importante e quotato e saranno stati scritti chissà quanti libri noiosi sull’argomento, ma a me e alla gente poco intellettuale come me, solo con una canzone, in tre minuti, si poteva spiegare il concetto.
Quella canzone ieri non l’ha ricordata nessuno, e invece per me era insieme a ” La casa in riva la mare” (dalla sua cella lui vedeva solo il mare ed una casa bianca in mezzo al blu., una donna si affacciava Maria…… vengo da te Maria, vengo da te Maria.) dei capolavori. Non so se con altre canzoni Dalla è riuscito a raggiungere gli stessi livelli di poesia, per me no.
O sarà perchè con queste canzoni sono riuscita a “trastullarti” ed ho capito che già a pochi mesi di età eri un intenditore di musica?
Capitano che hai negli occhi il tuo nobile destino,
pensi mai al marinaio a cui manca pane e vino,
capitano che hai trovato principesse in ogni porto,
pensi mai al rematore che sua moglie crede morto
itaca, itaca, itaca.
La mia casa ce l’ho solo là…
Capitano le tue colpe pago anch’io coi giorni miei
mentre il mio più gran peccato fa sorridere gli dei
e se muori è un re che muore, la tua casa avrà un erede
quando io non torno a casa entra dentro fame e sete
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bravo complimenti tute le tue musiche sono speciale
La disamina della commentatrice è perfetta, ma a mio modesto parere, non tiene conto dell'ultima strofa di Dalla, ovvero l'esaltazione del brivido che rende coraggiosi e ti spinge a compiere gesti eroici (anche la paura in fondo ti da sempre un gusto strano, se ci fosse ancora mondo sono pronto dove andiamo?)per il semplice fatto che la Storia la scrivono anche gli uomini comuni, anche se le Gesta, vengono ascritte ai cd grandi. Il GRANDE LUCIO, un poco alla maniera dei Veristi, amava narrare le gesta degli uomini comuni.