Opinioni

Lettera aperta agli amici e compagni del PD

di REMO ROSSI

Cari amici/e e compagni/e,

nella vita non è mai facile discutere e confrontarsi e dopo quello che è successo in Italia in questi ultimi mesi può sembrare addirittura impossibile. Eppure è proprio quello che è successo che ci obbligherà a farlo, volenti o nolenti. Ecco quello che è successo e che non ha precedenti nella storia repubblicana.  Proviamo a partire da qui, proviamo a partire cercando di dare un giudizio politico sul voto e sul dopo voto. Intanto una prima domanda, chi sono i nuovi governanti, chi rappresentano? Il primo giudizio che mi viene in mente è che per la prima volta l’estrema destra governa il Paese. Ma dire questo non basta, non è affatto sufficiente, bisogna indagare a fondo per capire di che cosa sono frutto M5S e Lega e cercare di capire quali danni potranno fare all’Italia. La Lega non è più quella, un po’ pittoresca del Senatur e degli altri dirigenti storici. Quella era la Lega che proclamava la secessione del Nord senza crederci e che si accontentava dei piatti di lenticchie che gli garantiva il Caimano. Insomma un movimento furbetto, sicuramente forcaiolo, almeno agli albori, ma che poi si adeguò facilmente alle peggiori pratiche di quella Prima Repubblica che tanto vituperavano. La Lega di oggi è completamente diversa, ha cambiato pelle e connotati ed il merito o demerito, a seconda di come la si pensa è proprio di Salvini. Non più secessione, non più Roma ladrona e quindi rassicurante per i centro meridionali è riuscita in un lasso di tempo abbastanza breve a coagulare le varie destre italiane (anche Casa Pound non fa mistero di gradire questo governo), da quella economica che verrà accontentata con il metodo di tassazione incostituzionale che chiamano impropriamente flat tax, a quella sovranista che considera l’Europa il male assoluto (da secessionisti a difensori della Patria) pe arrivare a quella fascio clericale che odia indistintamente i diritti delle donne, i mussulmani, i gay e chi più ne ha più ne metta. Come ha fatto Salvini a riuscirci? Chi lo ha aiutato? Difficile a dirsi (noi un grosso contributo lo abbiamo dato ma di questo parleremo in seguito). Il principio fondamentale è stato nell’essere riuscito a dare un nemico a tutti. Ti rubano in casa? Sono gli immigrati, hai perso il lavoro?  L’europa è l’unica colpevole e di esempi come questi potremmo farne all’infinito. Ma allora l’elettorato della Lega è composto solo da fascisti, da facinorosi? La mia risposta è no. Conosco diverse persone che votavano tradizionalmente a sinistra e che hanno cambiato il loro voto. Non sono diventati fascisti, sono semplicemente delusi dai comportamenti della sinistra. Spiace dirlo, so benissimo che fa male ma è così.

E il M5S? Qui a mio modesto avviso il discorso è nel contempo più facile e più difficile. Più facile perché fin dal suo esordio è stato vissuto dalla gente come un movimento anti sistema che tuttavia si considerava quasi di sinistra, critico con il sistema ma in fondo riconducibile alla sinistra. A trarre in inganno il fatto che i primi strali erano per Berlusconi e ad essere onesti bisogna riconoscere che qualcuno a sinistra pensava addirittura di potersene giovare. Non era e non è così. Più difficile perché oscuri sono gli scenari, la nascita stessa. E’ figlio del comico genovese oppure questi è solo il padre putativo? Il tempo ci chiarirà anche questi dubbi. Personalmente ho sempre considerato il M5S come un movimento di destra, un po’ perché l’esperienza personale mi porta a dire che quelli che asseriscono di non essere né di destra né di sinistra sono in realtà sempre di destra e un po’ perché chi non riconosce le fondamenta partecipative della democrazia mi fa parecchio paura. Chi demonizza i partiti, i sindacati, le associazioni d’impresa, chi invoca un rapporto diretto popolo – capo mi ha sempre fatto accapponare la pelle, da De Gaulle a Peron passando per i vari “dittatori populisti” che hanno animato il sud del mondo e non solo. Ma allora tutti gli elettori del M5S sono anti sistema e di destra? La mia risposta è ancora no. Anzi ritengo che il voto dato da ex elettori di sinistra a questo movimento sia ancora più congruo di quello ricevuto dalla Lega. Gli altri elettori che prima votavano a sinistra e che non hanno rinnovato tale consuetudine si sono infine rifugiati nel non voto. Se questa prova ad essere una modesta analisi del voto il risultato è quello che dicevo in apertura, il primo governo di estrema destra della Repubblica Italiana. Di destra sono gli approcci programmatici, di destra è la politica estera. Il governo del cambiamento partirà togliendo le tasse ai ricchi e questo è un fatto grave e non contestabile, così come pericolose potranno essere le conseguenze di tale atto, un taglio indiscriminato delle tasse porta a ridurre drasticamente le politiche di welfare (sanità, scuola, trasporti ecc). Ne verrà fuori che ad esempio chi già può curarsi continuerà a farlo ancora meglio grazie all’alleggerimento delle tasse e che non può farlo troverà servizi sanitari pubblici ancor più inefficienti. Si parla di salario di cittadinanza e di superamento della Fornero. Personalmente ritengo che sia temi giusti e che forse dovevamo porli con maggior decisione in campagna elettorale ma il rischio è che si affrontino problemi giusti con approcci e misure sbagliate, vedremo. Chiudo l’analisi sul governo su due questioni. L’immigrazione che rischia di farci diventare sempre di più un popolo di anaffettivi. Le prime esternazioni di Salvini sono allucinanti, ormai si parla di lager per i richiedenti asilo peggiorando quello che già di molto sbagliato aveva fatto Minniti. Il problema è grosso, nessuno ha risposte sicure ma certamente non può essere la malvagità la risposta da dare. Il secondo aspetto riguarda l’Europa. Di Maio e Salvini dicono che non vogliono un’Europa così. Io ritengo che non vogliano nessuna Europa e credo anche che Putin c’entri qualcosa in questa scelta ma anche noi dobbiamo dire con chiarezza e fermezza che l’europo che noi vogliamo non è e non può essere questa. L’Europa che noi vogliamo non deve basarsi solo e soltanto sul rigore e sulle aride logiche finanziarie, deve essere quella dei popoli e delle culture, del lavoro e della solidarietà Certamente non quella di Scheubler ma altrettanto certamente non quella di Orban. Detto questo, un po’ sommariamente e di questo subito mi scuso noi cari compagni come ci mettiamo dentro a questo quadro? Ce la caviamo maledicendo il “destino cinico e baro”? Ci mettiamo lungo il fiume ad aspettare la caduta del governo mangiando pop corn? E la gente che già ci ha giudicato come ci giudicherebbe ancora ed il Paese che rischia la bancarotta meriterebbe un atteggiamento simile? No, io dico di no ed aggiungo che invece è giunto il momento di capire, di ripesare ai comportamenti individuali e collettivi. Se hanno vinto questi personaggi la sinistra, il centro sinistra, con o senza trattino hanno si o no delle responsabilità? La risposta è si e lo sappiamo tutti molto bene che è si.  Ci sono colpe che hanno un nome ed un cognome e che sono diffuse. Per quanto mi riguarda non ho alcun problema a riconoscere che pure Leu ha delle responsabilità, che sono fatte di ritardi, di alcune ambiguità e del non essere stati capaci di far comprendere agli elettori di sinistra il punto di rottura con certe politiche e con certe scelte. Se come mi auguro LeU andrà al congresso fondativo queste questioni dovranno essere affrontate senza reticenze, senza schieramenti precosituiti, senza poeticismi e magari chiedendo a qualcuno di lasciare maggiore spazio a nuovi dirigenti, a nuove sensibilità politiche. E voi cari compagni lo volete affrontare questo percorso? Siete disponibili a riconoscere davanti al nostro popolo che errori ce ne sono stati e tanti? Che non erano corvi quelli che mettevano sull’avvisodella catastrofe imminente? Perché non serve nascondere la polvere sotto il tappeto, bisogna aprire le finestre, far entrare aria nuova e far uscire aria vecchia assieme a chi l’ha resa pestilenziale. E’ forse una delle poche speranze che ancora abbiamo per noi e per il Paese, si chiama modestia, si chiama riscoperta dei valori originari del movimento operaio, del movimento socialista e cattolico democratico. Dovremo andare nelle periferie che un po’ tutti abbiamo abbandonato a chiedere scusa se necessario, andare dai giovani a cui abbiamo inferto ferite laceranti a dire che ci eravamo sbagliati, che le cose non andavano bene come qualcuno diceva. Dovremo avere la forza, tutti assieme per dire a molti dirigenti che chi ha perso non solo le elezioni ma cosa ancor più grave il rapporto con la gente che è ora di farsi da parte. Una forza politica che vuol rappresentare il mondo del lavoro, i ceti fragili e quelli resi fragili deve essere governata attraverso il consenso atto da una testa un voto e non converticole e gigli più o meno magici. Le stelle polari di chi dice di essere di sinistra devono essere i lavoratori, i nuovi lavoratori senza diritti, il ceto medio impoverito, i pensionati spaventati, si deve recuperare un rapporto con il mondo della cultura, del pensiero, è necessario avere il coraggio di considerare passato e passato deleterio  le cene con i vip, le comparsate con i Marchionne e con i Farinetti e stare di più con gli operai dell’ILVA o delle pseudo cooperative che sfruttano i più deboli. Un fronte largo, non un fronte. Un fronte largo che veda impegnate forze anche diverse ma alimentate dalla stessa voglia di cambiare e di rendere palpabile il cambiamento. Non so dire come andranno le cose per questo governo, non so se come dicono alcuni si romperà presto le corna o se andrà avanti consolidando potere e consenso, mi interessa cosa faremo noi. Non voglio pensare ad una Italia senza la sinistra democratica e utile al Paese. Spero che la debacle che ci ha colpito sin dalle fondamenta ci porti a riflettere nel modo giusto e mi auguro che lo pensiate pure voi.

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