di Fabio Comanducci
Caro Matteo di Firenze,
ti scrivo questa mia, oggi, quando ancora non sei nato, nella speranza che tu un giorno possa leggere queste mie poche righe e capire così perchè ti ho tanto atteso e mai ho potuto godere della tua presenza e del tuo amore.
Certo, appena concepito alla Leopolda, grande è stata la mia gioia nel sapere che presto saresti arrivato ad allietare la mia vita e a risolvere i mille problemi che assillano da secoli la famiglia Italia. Il tuo scalciare felice in pancia mi indicava certezza delle tue idee, forza delle tue sicurezze, convinzione delle tue proposte, tutto ciò accomunato da un irrefrenabile amore per te stesso. Già di vedevo bello, aitante, con incedere marziale e nel contempo gioviale, partecipare ai summit europei e mondiali, a portare in quei luoghi l’italianità migliore, quella d Leonardo, di Michelangelo, di Lorenzo il Magnifico, natio di Firenze come te, e che dire ancora … non eri stato concepito solamente tu alla Leopolda … ma tanti altri personaggi sia maschi che femmine, sia bambini e che bambine, belli, biondi, puliti e tutti insieme, per il loro candore, richiamavano il giglio, fiore di purezza per eccellenza, e per l’alone di mistero che circondava questo concepimento pubblico, il fiore si è trasformato in un giglio magico, vera rivoluzione del nuovo millennio.
Durante la gravidanza però, con il passare del tempo, tutte queste belle speranze si sono infrante contro la crudezza della vita, contro le difficoltà delle riforme, in realtà mai nate come te e che te, nella tua immensa bontà, avevi promesso di seguire nella sorte, abortendo la tua nascita, come abortita nella volontà italica è stata la riforma costituzionale, la riforma della pubblica amministrazione, la riforma del lavoro, la riforma della scuola, la tua stessa futura esistenza.
Il 4 marzo, secondo i medici, dovrebbe essere la data della tua nascita, la tua nascita come Leader, come capo carismatico della famiglia Italia, tanto bisognosa di trovare qualcuno che sappia aiutarla a diventare adulta, ad assumersi le proprie responsabilità, a diventare autonoma nel mondo dei grandi, possibilmente punto di riferimento da seguire e non elemento di disturbo e di condanna.
Il 4 marzo si vedrà: o dentro o fuori, o si nasce o si muore, o si diventa leader o si resta per sempre un caro ricordo, una effimera chimera.
Ciao Matteo, ti ho tanto amato senza mai vederti ….
Fabio Comanducci