Nonostante per chi segue il suo gettonato profilo Facebook la notizia fosse nota da mesi ha avuto grande risalto ieri, sulla stampa locale e nel mare facebookiano, il fatto che l’ex Sindaco di Cortona Andrea Vignini stia dalla parte del “No“, dichiaratamente e senza remora alcuna, nella prossima contesa referendaria del 4 Dicembre.
Il tema del Referendum Costituzionale è molto di moda, tant’è che già da qualche settimana non si parla d’altro sui media nazionali, dimenticandosi di tutto il resto. Pare di essere tornati ai tempi dell’ascesa politica di Renzi, quell’era geologica in cui il rignanese iniziò a fare la scalata al PD, i tempi delle primarie (perse) contro Bersani. Quando la politica aveva riempito le televisioni, sostituendo il calcio perfino nelle discussioni da bar o da barbiere e impazzavano talk show che avevano l’utilità (per le Tv) di costare zero, attraendo un interesse spasmodico del tutto simile al tifo da curva
A quell’epoca, una volta che Renzi è asceso al potere per nomina dell’allora presidente Napolitano, è poi seguito una specie di ‘riflusso‘, tipo gli anni 80 del disimpegno che seguirono ai 70 in cui bisognava essere intellettuali per forza. Questo nuovo disimpegno è partito all’indomani del 40% del PD alle Europee che è stato interpretato come una grande vittoria dei renziani e ha messo sotto silenzio tutto il resto.
Al riflusso è corrisposta una “cappa“: chi non era un sostenitore del neo-premier è rimasto disorientato, senza voce, in netta minoranza, seppellito dal sentire generale. A sinistra come nella destra moderata sono mancati riferimenti e punti da cui ripartire, mentre anche grillini e leghisti, pur uscendo con le ossa ancora intere, non si sono trovati benissimo.
Tale “cappa” si è poi molto lentamente diradata: il potere logora chi ce l’ha e ben presto anche la stella dei Renzi e della sua generazione di fenomeni si è via via ridimensionata. Che poi si sa che di tutte le mode prima o poi la gente si stanca. Qualcuno, piano piano, ha cominciato a fare qualche critica. E’ accaduto sulla stampa nazionale, è accaduto nelle urne elettorali dove ai vuoti iniziali (ricordate le Regionali in Emilia Romagna dove votò il 30% degli elettori?) sono seguite una serie di sconfitte, l’ultima e più clamorosa quella delle amministrative 2016
Progressivamente, passando la moda renziana, chi è contro ha ripreso voce trovando proprio nell’essere contro un generale collante. Proprio in quel momento è arrivata la ciliegina sulla torta: fedele alla sua tattica sempre all’attacco e sempre votata allo spettacolo Renzi ha caricato il Referendum costituzionale di un’importanza smisurata, legando a esso il proprio destino. Siamo così arrivati al punto (assurdo) di adesso: non si voterà sulla riforma in sè, ma per far sapere a Renzi se ci piace o non ci piace perchè è lui stesso che ce l’ha chiesto.
Questa tortuosa disamina nazionale è necessaria per capire le dinamiche locali. Perchè in fin dei conti, da noi, il percorso è stato simile:
Il difettuccio di chi ha vinto nel 2014 è (secondo me) la permalosità, l’assenza di autoironia e la scarsa abitudine ai normali meccanismi della politica pre-renziana: esistono le opposizioni, c’è chi critica (spesso in malo modo e dicendo cavolate), c’è chi si lamenta, c’è chi rema contro, c’è qualcuno che non gradisce quello che si fa, dei tuoi stessi alleati e compagni ti puoi fidare, ma fino a un certo punto. E’ brutto, ma si chiama democrazia (nell’accezione italiana, certo non perfetta e neanche troppo sana) e una volta che si sceglie di buttarcisi dentro bisogna saperci fare i conti.
E’ per questo che (così come la satira, altra cosa che in tempi di “cappa” è diventata quasi peccaminosa) diventa “clamorosa” una notizia come quella di Vignini per il No. Perchè siamo ancora in fase di uscita, non completata, dalla “cappa” iniziata nel 2014 nella quale ogni voce fuori dal coretto dei bimbi dell’Antoniano stona tantissimo. E’ ovvio che in questo clima una figura politica di rilievo come quella dell’Ex Sindaco che si espone platealmente e senza paura su una posizione che non combacia con quella della maggioranza del suo partito e della maggioranza di chi adesso amministra Cortona fa notizia.
Ma in fin dei conti: che c’è di strano? Si sappia, anzi, che Vignini non è il solo a pensarla così. Nè in Valdichiana, nè in provincia di Arezzo, nè in Italia. Sono parecchi, anche a sinistra, quelli che hanno letto la riforma, hanno fatto le loro riflessioni e…semplicemente non sono d’accordo. Se poi a un No personale dovesse seguire una voglia, in qualche modo, di organizzarsi per far sentire la propria voce su una questione che si ritiene cruciale non c’è (di nuovo) nulla di strano.
E’, semplicemente, la democrazia.
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Non mi sorprende affatto che Andrea Vignini propenda per il NO al referendum, perché la penso anch'io così e mi piace confrontarmi con la sua intelligenza politica.
Non mi piace che l'elettorato sia chiamato a esprimersi su materie tanto complesse, difficili da approfondire abbastanza da giungere ad una ragionevole consapevolezza quasi fosse addirittura una "presa in giro" o davvero un referendum sul "capo", a prescindere.
Poi, per quel che ho capito, la riforma porterebbe ad un abbassamento della democrazia, insieme ad una legge elettorale quale è stata proposta parallelamente, che costiturebbe un tradimento inaccettabile della costituente postfascista; tuttavia, essendo il "mondo" in un momento di grave instabilità, ed essendo il nostro paese percepito come uno di quelli più a rischio, tipo la Grecia, penso che, ragionando con la mente invece che con lo stomaco, e non mi riferisco certo a Vignini che la mente la usa fin troppo bene, conviene votare SI, anche se, come nel mio caso, molto di controvoglia. L'Italia ha bisogno di investimenti esteri importanti e di partecipare a pieno titolo alla conduzione e allo sviluppo dell'Unione Europea, al pari di Germania e Francia, e penso che una eventuale caduta dell'attuale governo o una sua crisi profonda potrebbe riportarla indietro, nella comunità internazionale, a livelli difficilmente gestibili, con un aggravamento pesantissimo delle sue attuali, non buone, condizioni socio-economiche.
Quindi,nel rispetto incondizionato di chi voterà NO mi tapperò il naso e voterò SI, perché non vorrei che finisse come il referendum sulla Brexit.
E quale garanzia abbiamo,facendo apnea referendaria,che l'aria , dopo ,torni respirabile?Non bisogna dimenticare che, per essere tale ,essa non deve necessariamente olezzare.Si possono immettere nell'aria gas letali inodori da fulminare un bove.Chi propende per il NO, non attribuisce soverchia importanza ai profumi.Teme,piuttosto,che la respirabilità dell'aria venga compromessa durevolmente.A quel punto,dall'apnea dovremmo passare alle maschere antigas,alle bombole di ossigeno ed alle tenute da palombaro.Sorprende che si rilutti di fronte a tali eventualità?Fuor di metafora:siamo chiamati ad un confronto giuridico-costituzionale e storico-politico che richiede la massima consapevolezza.Proprio per questo dobbiamo formarci delle solide ragioni ed augurarci la più alta partecipazione possibile.Possiamo anche organizzare scampagnate di massa in luoghi ameni e salubri per agevolare discussioni e decisioni.Esiste ,ed in quale forma e misura,un'ipoteca internazionale sull'esito di una questione costituzionale?E nel caso che gli italiani decidano per il NO ,che succede?
Andrea, come tutti noi a pregi e difetti, ma ha una caratteristica che lo distingue dai "politicanti" e cioè che non si nasconde ed ha il coraggio delle sue idee, cosa sempre più rara in questo mondo politico di opportunisti. La democrazia è questa, confronto aperto spiegando ognuno le proprie ragioni ... cercando di capire e non come dicono gli anziani dei centri di aggregazione sociale " ma il comune ha detto di votare SI" oppure " io voto come ha detto il capo ( Renzi)". Doriano