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Varianti, rotonde, telecamere sulla SR71… servono davvero?

C’è ancora qualcuno di voi che spera di poter un bel giorno ritrovarsi da Camucia ad Arezzo in meno di 30 minuti? Vi illudete ancora che la SR71 (ex SS), una delle strade più imbottigliate e pericolose d’Italia, possa ritrovare un volto umano? Lo so, vi siete arresi… ma d’altra parte la questione è aperta da anni, gli interventi sono stati molteplici, lo stato delle cose resta pessimo. Converrebbe decisamente prendere il treno, se solo ci si potesse affidare alle linee ferroviarie senza il rischio di restarci beffati (cosa che a volte avviene, e le battaglie dei pendolari ce lo confermano)

 

Per alleggerire il traffico sulla SR71 per anni è stata portata avanti la politica delle Varianti, nuovi tratti stradali esterni ai centri abitati ideate per “bypassare” i punti in cui il traffico è più intenso. Ne sono state realizzate, con investimenti ingenti, a Camucia e Castiglion Fiorentino

A Camucia, con 5 milioni di euro, è ora possibile uscire alla rotatoria della Coop e (dopo una prima rotatoria, un ponte nuovo di zecca e altre 3 rotatorie) rientrare al Vallone con un percorso inevitabilmente molto più lungo, ma che in determinati orari può risultare alla fine quasi conveniente in termini di tempo. E’ ovvio però che, senza un chiaro divieto di transito nel centro di Camucia per i mezzi pesanti (al quale sta pensando, giustamente, l’Amministrazione Comunale) l’effetto benefico della variante è ridotto. Tale divieto andrebbe inserito proprio alla rotatoria Coop, là dove sorge la nuova statua che raffigura San Francesco (foto sotto), costringendo i mezzi a spostarsi sul nuovo tratto

 

A Castiglion Fiorentino invece lo spezzone di variante esistente è breve e non serve quasi a nulla. Andava completato con un nuovo tratto che permettesse di saltare totalmente il centro città ritrovandosi a Montecchio Vesponi, ma l’operazione si è fermata coi guai finanziari del Comune. Ripartirà adesso?

 

Per i prossimi mesi si annuncia comunque la rotatoria al Sodo, indubbiamente utile per togliere i rischi di un incrocio pericolosissimo, mentre emerge l’ipotesi di un “bypass” anche per Terontola

 

A quanto pare, quindi, servono ancora un sacco di soldi per interventi certo utili, ma che rischiano di rivelarsi dei palliativi specie se non vi viene associato qualcos’altro (es: i divieti di transito per mezzi pesanti di cui ho detto sopra)

In tutto questo non dimentichiamoci che è ancora in alto mare la costruzione di collegamenti adeguati fra la SR71 e l’ospedale di Fratta, ancora affidati a strade minori, strette e con manti stradali in pessime condizioni. Anche qui servono un bel po’ di soldi e molto tempo

 

Alla politica delle varianti ora Castiglion Fiorentino affianca (recuperando il suo tradizionale ruolo di contraltare) una nuova idea, quella delle telecamere che sono state già installate per monitorare il traffico e che possono essere utili sia come deterrente per manovre scorrette che come testimonianza video per ricostruire le dinamiche di eventuali incidenti. Nulla di risolutivo, ma si può almeno sperare di evitare atteggiamenti pessimi da parte di chi utilizza la SR71 credendo di essere nell’aia di casa sua (una buona fetta degli automobilisti, specie quelli locali)

 

 

Di fronte a tutto questo l’idea che sovviene è che forse, se si fosse scelta una strategia differente sin dall’inizio, si sarebbe potuti arrivare a risultati maggiori

L’utopia possibile sarebbe stata abbandonare la gomma e l’idea dell’auto personale creando un sistema di trasporti pubblici (treni e navette) efficaci. Non ci si è voluto pensare neanche un secondo. Era utopia, roba da paesi scandinavi… ma se ci si avesse puntato 20 o 25 anni fa forse adesso sarebbe realtà

Escludendo l’utopia si poteva comunque pensare a un raddoppio vero della SR71, utilizzando anche la base (nel tratto Rigutino – Olmo) delle cosiddette “Ristradelle” che hanno un percorso parallelo alla 71.

Parlare adesso di raddoppio, dopo tutti gli investimenti fatti sulle varianti, suona invece un po’ strano. A meno che non si voglia creare un collage-appiccicaticcio fra tratti nuovi e varianti esistenti, col risultato di offrire come alternativa al vecchio tratto un mix di rettilinei, rotatorie, ponti, spostamenti e controspostamenti che inevitabilmente aumenterebbero sensibilimente la distanza da percorrere rischiando di tramutare l’investimento in un buco nell’acqua

 

Michele Lupetti

Colui che nel lontano 2006 ideò tutto questo. Fondatore e proprietario di ValdichianaOggi, dopo gli inizi col blog "Il Pollo della Valdichiana". Oltre a dispensare opinioni sulle cose locali è Beatlesiano da sempre (corrente-Paul Mc Cartney), coltiva strane passioni cinematografiche e musicali mescolando Hitchcock con La Corazzata Potemkin, Nadav Guedj con i Kraftwerk. I suoi veri eroi, però, sono Franco Gasparri, Tomas Milian, Maurizio Merli, Umberto Lenzi... volti di un'epoca in cui sarebbe stato decisamente più di moda: gli anni '70

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  • Quando venne costruita la Linea Direttissima Roma Firenze, in molti ci dissero che la vecchia linea, la cosiddetta "linea lenta" sarebbe diventa una sorta di metropolitana di superficie relativamente alla tratta Chiusi Firenze. Questo non è mai avvenuto nei fatti, mentre una metropolitana con cadenza 20-30 minuti sarebbe le vera soluzione al problema. Un sistema di trasporti integrato che preveda la riapertura delle vecchie stazioni di Rigutino ed Olmo ed un sistema su gomma a supporto e non alternativo alla rotaia. Invece si parla di faraoniche stazioni di Media Etruria (quella Medio padana di Reggio Emilia non viene praticamente utilizzata) e di varianti alla SR 71 che sono costose, antieconomiche e meno compatibili dal punto di vista ambientale. L'unica che veramente servirebbe è quella verso l'Ospedale di Fratta.

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Michele Lupetti

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