Come avrete notato il percorso di avvicinamento alle prossime Elezioni Regionali che si terranno a Maggio va avanti piuttosto in sordina: l’argomento entusiasma poco un po’ tutti, chi fa l’amministratore è inevitabilmente preso dal (duro) lavoro della quotidianità e chi invece fa politica preferisce adagiarsi sul traino delle dimensioni nazionali, in attesa di resuscitare quando ce ne sarà bisogno e ci sarà da raccogliere partecipazione e voti nei territori (impresa non certo semplice)
Prima che tutti si risveglino, e vedrete che sarà così, approfittiamo di questo ‘silenzio’ per qualche riflessione a mente fredda sullo stato delle cose nella politica locale e soprattutto sul peso politico che, in questo periodo, possiede la Valdichiana
E’ a mio avviso evidente come negli ultimi anni sia avvenuta una trasformazione negli equilibri: il fulcro della politica locale si è progressivamente spostato verso il capoluogo di provincia, con un ridimensionamento del peso oggettivo delle vallate. La nuova ondata renziana, che ha avuto i suoi primi, più fervidi e più popolari sostenitori proprio nella città di Arezzo, ha favorito questo spostamento di centralità ratificato da indubbi successi registrati in momenti quali le elezioni primarie del PD.
E’ così che la nostra vallata, non avendo cavalli renziani abbastanza forti e numeri in grado di competere con i molto più numerosi e forti cugini aretini, è prima rimasta fuori dall’agone parlamentare (a parte la 5 Stelle Chiara Gagnarli), poi ha pagato la sostanziale scomparsa dell’ente provincia in cui il lusinghiero affidamento al consigliere comunale foianese Corei di due deleghe importanti (viabilità ed edilizia scolastica) non corrisponde certo a quello che, prima della riforma Del Rio, poteva essere un ruolo di Assessore provinciale. A ciò va aggiunta l’assenza, già esistente, di un elemento della Valdichiana in Consiglio Regionale e la nuova logica di organizzazione in “aree vaste” che ha allontanato la gestione di determinati servizi
In questo momento, quindi, c’è un certo isolamento e usando un termine radio-televisivo potremmo dire che dalla Valdichiana “non arriva il segnale“. Rischiamo di diventare la periferia di una provincia già di suo, secondo molti, abbastanza periferica rispetto agli assi portanti della politica toscana.
Il discorso non vuole essere campanilistico, nè fondato su vecchie abitudini aum aum, ma semplicemente logico: l’assenza di rappresentanti provenienti dal nostro territorio inevitabilmente riduce i legami e le connessioni dirette con i centri dove si prendono le decisioni importanti, dalle quali possono arrivare i necessari sostegni per lo sviluppo, in ogni campo dell’amministrare. Tutto ciò nonostante l’impegno, in certi casi encomiabile, di chi riveste determinate cariche e si impegna per dare sempre e comunque ascolto e rappresentanza a tutti, anche a quelli più “chilometricamente” lontani.
A questo punto le Elezioni Regionali rappresentano un momento importante, se non proprio un’ultima spiaggia per recuperare posizioni. Credo che questo sia un buon motivo per scegliere di andare a votare e farlo con un po’ di logica
In ogni lista, inevitabilmente, ci saranno rappresentanti politici della nostra vallata, perchè i voti si devono raccogliere ovunque. Il sistema delle preferenze, reintrodotto quest’anno, sarà decisivo e potrebbe rappresentare un’occasione da sfruttare votando appunto con logica, anche se la contemporanea riduzione del numero dei consiglieri raffredda le speranze e pone nuovamente il rischio che le entità numericamente meno rilevanti (sia in senso politico che territoriale) restino tagliate fuori
Ce la farà qualcuno dei nostri a entrare in Consiglio regionale?