Non deve essere stato un bel risveglio quello degli aretini del “cerchio magico” renziano. Un po’ come alzarsi dopo una sbornia col mal di testa e la sveglia che suona ricordandoti che devi andare a lavorare. I numeri sono impietosi: PD al 36% (- 19% rispetto al 2014), il candidato a Sindaco dinamico, giovane e bello fermo al 44% e tenuto in vita dalle liste-stampella di sinistra e centro, la scoperta di avere davanti a sè altre due settimane di fatiche per convincere i propri concittadini a ripresentarsi al seggio in una data balneare come quella del 14 Giugno. Ma perchè è andata così male? Perchè in pochi mesi si è passati dall’Arezzo “città più renziana d’Italia” a una città molto più in linea col resto del paese? E’ stato davvero un brusco risveglio oppure il sentore che non tutto andava benissimo c’era?
Lo scorso Dicembre mi ero permesso di segnalare la non esaltante affluenza alle primarie (5mila persone in una città di 100mila abitanti) e la “vittoricchia” di Bracciali (48% dei consensi) con questo editoriale, ricevendo un sacco di critiche. Oggi, con sincero dispiacere, mi trovo costretto a dire che invece c’avevo visto giusto (la conferma di quanto scrivevo è anche nell’affluenza bassissima) e coloro che erano strasicuri che tutto andava bene e che io non c’avevo capito nulla erano in errore
Il difetto più evidente di questi giovani così intraprendenti e motivati è infatti questo: a parte alcuni casi di elementi di valore, intelligenti e sempre disponibili all’ascolto, sono troppi i casi in cui l’entusiasmo si tramuta in eccessiva convinzione in sè stessi, troppa sicurezza nell’aver trovato la quadra del sistema politico italiano e di possedere tutte le soluzioni ai problemi. Purtroppo nessuno è Superman, l’Italia è un paese difficile e non si rimette a posto in qualche mese senza stare a sentire nessuno. E’ brutto poi quando la convinzione sfocia addirittura in arroganza e in totale chiusura all’ascolto. Auguriamoci che l’insuccesso aretino induca a cambiare atteggiamento, così da recuperare il giusto rapporto di dialogo e rispetto fra i diversi ruoli (i politici, la stampa, l’opinione pubblica)
E’ poi evidente che quando si fonda il proprio destino politico sulla moda, cavalcando l’onda all’insegna della semplificazione dei messaggi, rimuovendo i contenuti, puntando tutto sulla ‘popolarità’ e sul dinamismo comunicativo, si subisce il destino comune a tutto ciò che è di moda: prima o poi la moda passa e ancor prima che ce se ne possa accorgere si perdono consensi
E’ inoltre ovvio che continuare a rincorrere l’elettorato di destra è deleterio: ti vota finchè lo accontenti e finchè non ha nulla di migliore e più sicuro e affidabile, ma poi appena il centrodestra si riorganizza e tira fuori un buon candidato, quale ad esempio Ghinelli, non ti vota più. Allo stesso modo continuare a volersi scrollare di dosso ogni barlume di sinistra è ovvio che porti a una perdita di voti anche da quella parte perchè c’è un limite a tutto, anche alla disponibilità a sopportare e turarsi sempre più il naso
Dando comunque per scontato che Bracciali riuscirà a vincere al ballottaggio e andrà comunque a governare Arezzo resta il dato di fatto numerico che il vento sta soffiando molto meno forte e l’onda non spinge più come prima. Testimonianza evidente è il cambio di atteggiamento dei media locali, bravissimi nel girare le vele al momento più opportuno: dopo mesi di peana unanimi siamo già passati allo scetticismo, con punte di critica. E’ quindi il caso di rendersi conto che non è tutto semplice e che c’è da lavorare recuperando un atteggiamento più umile, più concreto, meno spettacolarizzato e modaiolo, più aperto all’ascolto di chi la pensa diversamente
Brutto però anche il risveglio in Valdichiana dopo le Regionali. Avevamo un candidato di valore e spessore politico indubbio quale Andrea Vignini, ma ci ritroviamo in Consiglio Regionale un leghista che sarà consigliere di minoranza, il buon Marco Casucci a cui peraltro è doveroso fare i complimenti per il grande impegno messo in campo e l’incetta di voti e preferenze raccolte in tutta la nostra Provincia
Cosa è mancato? Premettendo che non si può certo andare a sindacare sulle qualità del candidato, indubbiamente l’elemento migliore che avevamo a disposizione, è evidente che il riscontro di preferenze nei 7 nostri comuni è stato buono (Vignini è stato il più votato in assoluto), ma poteva e doveva essere molto migliore. All’agognato “terzo posto” sono mancati 900 voti e li potevamo trovare fra i nostri elettori, evitando anche che in troppi (es: 89 e 83 a Cortona) votassero candidati direttamente concorrenti. Le ipotesi sono due:
1) non ci si è impegnati abbastanza, perchè non si è capita l’importanza di avere un rappresentante davvero “nostro”. Se così fosse l’errore è enorme e diventa anche contraddittorio di fronte alle sbandieratissime collaborazioni fra comuni della vallata di cui si è fatto grande sfoggio nei mesi scorsi. Se si decide di stare insieme si deve fare fronte compatto sempre, senza paura e soprattutto tenendo botta con assoluta onestà intellettuale e senza manfrine al vento “arezzo-centrico” che a noi non giova in nessun caso e poi, come detto, inizia anche a spirare molto meno forte perciò serve sempre a meno
2) ci si è impegnati, ma non si riesce più a condizionare l’opinione degli elettori. Anche così sarebbe grave, perchè significherebbe che c’è una pesante mancanza di peso e azione politica. Suona davvero strano che la Lega e i 5 Stelle riescano a indirizzare le preferenze (oltre al botto di Casucci si noti anche l’ottimo risultato di Maria Arrigo) mentre il PD nelle varie ramificazioni della Valdichiana, col partito e con gli amministratori locali, non ci riesca più come prima
In ogni caso c’è una riflessione politica da fare, abbandonando gli entusiasmi, le posizioni da tifosi, le fanfare facebookiane e il “tutto va bene” e osservando con più umiltà e molta meno paura lo stato delle cose, per restituire alla Valdichiana un ruolo nella politica locale e regionale