Fra gli eventi di questo 2015, oltre all’Expo di Milano, emerge una ricorrenza di grande rilievo: il centenario dell’ingresso dell’Italia nella Prima Guerra Mondiale. La data del 24 Maggio è un giorno fatidico per la storia del nostro paese e tutto ciò che ne scaturì merita indubbiamente una degna celebrazione, per la quale si auspica l’impegno delle nostre comunità e di chi amministra. Già da tempo il Ministero ha promosso un’iniziativa interessante, questo sito, che propone sia una cronistoria degli eventi di quel conflitto bellico, sia una rassegna di tutti gli eventi promossi sul tema in tutto il suolo nazionale
Per le amministrazioni locali c’è l’opportunità di utilizzare un logo ufficiale, scaricare moltissimo materiale foto e video e ricevere un sostegno alle iniziative presentate: l’occasione è sicuramente buona, in primo luogo per le Scuole, ma in generale per tutti i soggetti attivi, con idee e voglia di fare
Sappiamo bene che fu estremamente tragico il prezzo pagato dalle nostre comunità, come testimoniato in decine di monumenti eretti un po’ ovunque negli anni immediatamente successivi, perciò ogni nostro comune ha pieno titolo per darsi da fare
Quello che importa, a mio avviso, è che l’evento Prima Guerra Mondiale possa essere ricordato in modo serio, mantenendo il livello di dignità che merità nella sua eccezionalmente cruenta portata tragica: si promuovano iniziative anche originali e non stantie, ma con basi storiografiche importanti e soprattutto si eviti di incappare nella retorica o nel modo d’agire furbetto che tira solo al ribasso
L’atteggiamento patriottico-retorico, risultato di una modaiola, furbetta e un po’ qualunquistica rimasticazione del sano e sacrosanto senso di appartenenza a una Nazione, è infatti il il primo pericolo che incombe e rischia di riportare le celebrazioni del 2015 al livello contenutistico di quello del 1925, anno in cui sappiamo bene chi c’era a governare l’Italia.
Sul versante opposto, ma con la stesso atteggiamento superficialotto, vuoto e furbacchione, sta il pietismo fine a sè stesso, che non ricollega il giusto pianto per quell’enorme bagno di sangue a elementi reali e concreti, scaricando le responsabilità su un inconsistente ‘male’ proprio dell’umanità… concetto talmente vasto da diventare vuoto
Si parli di Prima Guerra Mondiale, la si condanni come un bagno di sangue inutile e si spieghi perchè ci si arrivò. Da lì si parta sfruttando l’occasione per approfondire e portare avanti la nostra micro-storia locale, partendo dalle piccole storie di chi, cent’anni fa, si trovò a vivere quegli eventi così tragici. Si trovi il modo di appassionare, con questo, i più giovani
Tutto il resto è noia. E soprattutto è inutile
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