Ha fatto bene il Sindaco di Uboldo Lorenzo Guzzetti a rispondere con un memorabile post su Facebook, fra ironia e sarcasmo, ai propri concittadini paranoici per il rischio neve? Per chi non sapesse nulla della vicenda qui trovate il racconto. Come si evince dal testo è evidente che dalla provincia di Varese è partito quello che probabilmente è il primo Vaffa, seppur con stile, di un primo cittadino ai propri compaesani. Un episodio che merita una riflessione.
E’ chiaro che il post del Sindaco, a mio modo di vedere perfettamente tollerabile sul piano formale e anzi, a tratti apprezzabile per il sapiente uso dell’ironia, ha origine in una percezione ormai degenerata del ruolo degli amministratori locali che essi, sempre più pesantemente, si trovano a subire.
Come più volte scritto la Seconda Repubblica ha creato, insieme a tanti altri mostri, anche quello del Sindaco super-eroe, eletto dal popolo e perciò automaticamente detentore di presunti super-poteri, ma soprattutto responsabile di tutto ciò che accade nel proprio territorio e (secondo tale infondata percezione) in grado e anzi, in dovere, di risolvere qualsiasi problema a chiunque. Un super-eroe sempre reperibile, a cui si telefona o si scrive senza alcuna remora per qualsiasi problema. Litighi col vicino di casa? Chiami il Sindaco. Un gomito ti fa contatto col piede? Chiami il Sindaco. E così via.
A ciò, in questo scorcio di Terza Repubblica (che è ancora più mostruosa della Seconda), s’è aggiunta la dimensione social, che come sintetizzò Umberto Eco ha dato voce e visibilità a legioni di imbecilli: sono quelli dei gruppi Facebook in cui qualsiasi cavolata (un marciapiede scalfito su un bordo, una tubatura rotta su una scuola, tre sacchi di spazzatura rimasti fuori da un cassonetto) diventa un delitto gravissimo, per il quale ovviamente l’unico responsabile è il Sindaco. Quei tizi che spargono disinformazione, allarmi infondati e poi magari fanno le listine civiche “per amore del territorio” e altre stupidaggini simili. E poi ci sono i gruppi Whatsapp, dove le cavolate vengono amplificate con catene di Sant’Antonio agghiccianti per idiozia, superficialità, ignoranza. E ancora ci sono i genitori paranoici, nuova categoria propria di quest’epoca, fatta di donne e uomini che (spesso con catene di Sant’Antonio su Whatsapp) vivono nel terrore che se il figlio mangia a mensa possa finire avvelenato o che un termosifone spento nella scuola possa portarlo alla morte.
La paranoia di massa si amplifica se c’è un meteo preoccupante, visto anche che a sentire le Tv, i siti web e le Protezioni Civili ogni 5 minuti c’è un’allerta e ogni volta sta arrivando la più grande tempesta degli ultimi 500 anni. E’ ovvio che un Sindaco, fra gente che vuole il sale anche quando è 20 gradi, genitori schiumanti bava che invocano la chiusura delle scuole e telefonano pure al cognato o allo zio pur di far arrivare il messaggio, ogni tanto possa anche sbroccare.
Allo stesso tempo, però, c’è una sottile linea che separa il giusto sfogo di un Sindaco, per certi versi “pedagogico” verso i propri concittadini, dall’arroganza pura e semplice. Non posso dare un giudizio sul Sindaco di Uboldo, che (ripeto) perlomeno ha scritto una cosa certo fortemente polemica, ma con stile. Però nessun Sindaco è perfetto. Alcuni, anzi, sono oggettivamente degli incapaci e di cose ne sbagliano tante. Oltretutto parecchi hanno manie di protagonismo, i social li sfruttano per mitragliate di foto e propaganda, perciò devono imparare a sorbirsi anche i lati negativi di quel mondo. Sempre alcuni di loro sono l’espressione più degna dei cittadini che li hanno eletti e perciò non sempre è tollerabile l’atteggiamento spocchioso, da “arroganza del potere” verso richieste stupide.
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