I segnali di un paese ribaltato sono sempre più evidenti. Cambia il rapporto fra politica e cittadini, qualcuno potrebbe dire che tale rapporto peggiora, ma tutto cambia anche all’interno della politica stessa. Soprattutto il segnale più sconcertante riscontrato in questi ultimi giorni è la totale scissione fra politica intesa come partitica, diciamo pure “Romana”, e politica intesa come amministrare un ente locale, sia esso Comune, Provincia e Regione. Emblema di tutto questo la manifestazione indetta da Anci (l’associazione dei Comuni italiani) a Roma per protestare contro i tagli che più o meno indirettamente si abbatteranno sugli enti locali conme effetto della “spending review”.
C’erano Sindaci di destra, di sinistra, di centro. C’erano Sindaci con in tasca tessere di partito: Pd e PdL su tutti. Sindaci i cui partiti di appartenenza, anche se con mille distinguo e prese di distanza, hanno sostenuto quel provvedimento che i primi cittadini contestavano.
Il paradosso è evidente e invita a riflettere: la paralisi degli enti locali continua imperterrita e non esiste governo che prenda minimamente in considerazione la revisione dei vincoli del patto di stabilità nonostante appelli sempre più disperati e “default” sempre più vicini; allo stesso tempo i partiti non riescono più nemmeno a rappresentare gli interessi dei propri Sindaci e Presidenti di Provincia e si beccano la contestazione di gente che è loro tesserata.
Questo paese ha ancora un verso? Riuscite ancora a leggerci qualcosa di logico?
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Giusto "un paese senza verso", o un paese senza ne capo ne coda, come spesso si dice a proposito di cose confuse, indefinite e caotiche. A volte scherzando al mio lavoro dico: certo voi italiani siete messi male! Ma perchè, mi rispondono, tu non sei italiano? Si, ma mi sento più vicino ai francesi. Non perchè non ami il mio paese, anzi sono orgoglioso di essere italiano, ma non mi piace degli italiani, il modo di pensare, quello che noi siamo più furbi degli altri, quello che noi siamo i più bravi e quello che noi siamo quelli dei distinguo, del "ma anche...", del ma e basta e che per ogni italiano ci vorrebbe un partito...Siamo indisciplinati e mugugnoni, ma se si tratta di fare una volta come fanno i francesi, come dice la canzone di Paolo Conte " che s'incazzano ", allora è meglio fare un'altra cosa! E allora che ci aspettiamo? Ormai per difendere la barca che fa acqua da tutte le parti, da Monti in giù, si da la colpa a qualunque cosa anche la più insensata, come quella di arrivare a dare la colpa a chi non è ancora in Parlamento !!! Sarebbe come dare la colpa a chi ancora non è nato. Comunque Michele almeno le tue riflessioni fanno pensare. Grazie