Prove tecniche di collaborazione fra Comuni. Finalmente i nostri Sindaci sembrano interessati a indirizzarsi su una strada inevitabile e necessaria: cooperare trattando certe questioni fondamentali per il futuro della nostra vallata in modo unitario dando retta al buon vecchio adagio “l’unione fa la forza”. Primo atto di questo nuovo corso è stata la riunione dei primi cittadini a Cortona della settimana scorsa per discutere della Tares insieme alle parti sociali, il secondo sarà il 16 Aprile con un nuovo incontro sempre nella città etrusca in cui si discuterà partendo da una bozza di documento che riportiamo qui sotto in assoluta anteprima
Nel testo (lo ripetiamo: è solo una bozza) che sarà poi rielaborato col contributo di tutti i Sindaci e con gli elementi che scaturiranno dal dibattito il 16 e a cui seguiranno probabilmente un incontro col Presidente della Regione e almeno un’assemblea pubblica/convegno, vi sono molti concetti che ritengo condivisibili.
“Conservare innovando” è uno di questi, perchè davvero la Valdichiana potrebbe diventare l’avamposto di una nuova sperimentazione che combini tradizioni e conservazione del patrimonio naturale, artistico e sociale inserendo però forti elementi di modernità e innovazione. Interessanti anche le parti riguardanti il legame possibile fra agricoltura e produzione energetica. Su altri temi, ad esempio la proposta di valutare per il futuro l’approdo all’Unione dei Comuni, è sicuramente utile iniziare un dibattito, ma non nego di essere un po’ scettico
Ad ogni modo la bozza, alla quale mi permetto di suggerire l’aggiunta di qualche considerazione su strategie in campo turistico, culturale e di promozione del territorio è una prima base di lavoro interessante e con piacere la sottoponiamo al giudizio di voi lettori
UN’IDEA DI FUTURO PER LA VALDICHIANA ARETINA
1. Una crisi da superare.
E’ indubbio ed è evidente che la crisi del Paese, nell’ambito di un’economia globalizzata, si riflette pesantemente nella struttura economica della Valdichiana.
Anche se sarà necessario acquisire dalle diverse fonti ufficiali tutti i dati disponibili per una valutazione circostanziata della realtà economica e sociale, sia nel suo insieme che settore per settore, l’evidenza è data dall’aumento crescente della disoccupazione, dalla contrazione della produzione in importanti settori produttivi, dalla difficoltà che i prodotti incontrano in un mercato sempre meno ricettivo per una caduta verticale della domanda.
Alle cause di ordine globale, si aggiungono politiche fiscali italiane che pesano sulla produzione e sul lavoro e mettono fuori mercato le imprese impossibilitate ad investire e ad innovare per far fronte alla competizione internazionale.
Questa crisi, a differenza di altre precedenti, non ha nulla di ciclico, ha cause lontane e vicine ed è, dunque, difficilmente governabile, ma è certo che dalla crisi si esce con un cambiamento degli indirizzi e delle pratiche produttive che puntano sull’innovazione di sistema e di prodotto, in definitiva sulla qualità che sola può competere in un mercato invaso da una massificazione di prodotti a bassissimo valore qualitativo e salariale.
E’ un quadro allarmante per le conseguenze immediate sulla vita dei cittadini e sul futuro della Comunità, ma è anche stimolante per le opportunità che vanno colte nel mutato quadro nazionale e internazionale che offre impensati orizzonti, con nuovi sbocchi del sistema Italia.
2. Conservare ed innovare
La Valdichiana può essere un avamposto di una “rivoluzione sostenibile” che dovrà essere proposta e realizzata in tutta la politica nazionale, partendo dall’affermazione e dal consolidamento di valori non negoziabili, quali la salute, la qualità ambientale, la bellezza di un territorio che non è solo un contesto su cui intervenire, ma il patrimonio più grande ed importante di cui disponiamo.
Un patrimonio che va tutelato dalle aggressioni speculative, ma che allo stesso tempo non deve essere ridotto ad una semplice funzione “da cartolina” e anzi deve divenire teatro di sviluppo compatibile.
Il futuro della Valdichiana richiede, pertanto, conservazione ed innovazione, una ricerca capace di “inventare il futuro”, senza mai perdere di vista ciò che di bello abbiamo ereditato.
Torna qui pertinente l’affermazione allarmata di Papa Francesco ” …non lasciamo che i segni di distruzione e di morte accompagnino il cammino di questo nostro mondo”, così come va richiamato il disposto dell’ articolo 9 della Costituzione che impegna la Repubblica alla ” tutela del paesaggio e del patrimonio storico della nazione”.
Uscire dalle forche caudine della speculazione e della prospettiva “corta” che spreca forza lavoro e compromette l’ambiente (” il ramo su cui tutti siamo seduti”) per aprire un futuro tutto da inventare con le categorie del sapere, dell’innovazione e dell’interesse generale, senza cadere nella trappola populista del “no a tutto” e della paura di fronte all’innovazione.
3. L’agricoltura in Valdichiana.
La vocazione della Valdichiana, sia sul piano storico che nella fase attuale, è stata sempre riferita, per ovvie motivazioni, all’agricoltura che è stata la fonte di ogni sviluppo economico, sociale, civile e culturale.
Anche se questo non significa ignorare il notevole spazio economico che in questo territorio assumono l’artigianato, la piccola e media industria e la rete dei servizi, bisogna affermare che il volano di un nuovo sviluppo dell’Area è centrato sull’agricoltura che deve assicurare nuove condizioni di reddito ai produttori insieme ad un’offerta qualitativa di beni alimentari, con condizioni di compatibilità e di competitività con il mercato nazionale e internazionale.
La qualità dei prodotti è il segno distintivo di questo possibile sviluppo in tutti i settori merceologici: l’olio, il vino, i cereali, l’ortofrutta, il vivaismo, le piante officinali, la zootecnia, ecc…., tutti con il marchio “Valdichiana aretina doc”.
L’irrigazione della Valdichiana è una fondamentale risorsa e una irripetibile occasione per questo tipo di sviluppo, per qualificare e differenziare le produzioni, per modernizzare le imprese, per stabilire nuovi rapporti di collaborazione tra Istituzioni e imprese agricole, per potenziare il potere contrattuale dei produttori e per garantire un accesso coordinato e programmato al mercato.
La qualità significa “denominazione di origine controllata”, e questa, a sua volta, richiede ricerca, professionalità, rispetto delle regole ed investimenti produttivi.
Del resto, in Valdichiana sono attive e presenti importanti imprese agricole, agroalimentari ed industriali che si sono misurate con una domanda sempre più qualificata, hanno realizzato importanti investimenti ed innovazioni e in tal modo riescono ad occupare quote importanti del mercato.
3.1 Una filiera agro-alimentare
E’ tempo di mettere fine alla separazione della produzione agricola dai settori della trasformazione e della commercializzazione dei prodotti con la eliminazione di quelle forme improprie di intermediazione che lucrano sul lavoro e sui prodotti degli agricoltori e stabiliscono regole capestro per lo stesso accesso al mercato.
E’ necessario, pertanto, favorire la costituzione di nuove imprese, espressione dei produttori, per una filiera agroalimentare per dare continuità all’economia agricola con la conservazione, con la trasformazione e con la commercializzazione dei prodotti in modo da evitare che altri si approprino del plusvalore che deriva dal lavoro dei produttori.
Tutte queste attività produttive possono avvalersi di un marchio ” Valdichiana aretina doc” che rende esclusivi, apprezzabili e competitivi per la qualità e la tracciabilità i prodotti della Valdichiana che si inseriscono nei mercati nazionali e internazionali.
4. Le energie alternative.
La questione dell’energia è certamente un aspetto fondamentale del nostro possibile futuro. Ma anche qui, come per i problemi dell’economia, servono informazioni aggiornate e una visione d’insieme che non sia piegata agli interessi del profitto e della mera speculazione.
E’ risaputo, prima di tutto che, probabilmente come conseguenza della crisi, allo stato attuale si registra una sovrapproduzione di elettricità del 30% rispetto al fabbisogno. Così come, per la valutazione del fabbisogno, bisognerà determinare i consumi, avendo presente una politica del risparmio energetico che è del tutto assente nel nostro Paese.
Dopo di che è giusto, per sottrarre il Paese al condizionamento delle fonti fossili, tra l’altro in via di esaurimento, espandere le energie rinnovabili e iniziare a sostituire i vecchi impianti a combustibile fossile con nuovi impianti di generazione elettrica alternativa distribuiti nel territorio.
Per uno sviluppo di una economia agricola di qualità, che assicuri stabilmente prodotti e lavoro, c’è bisogno di ” piccole reti energetiche ” con tipologie differenziate, non speculative, compatibili con l’ambiente e funzionali ai bisogni di energia e calore dei centri urbani (smart city), delle imprese agricole, artigianali e industriali con una visione organica della progettazione e della realizzazione delle imprese in modo da realizzare le necessarie tutele ambientali e le opportune convenienze produttive.
E’ nel comune progetto di sviluppo che correttamente si situano le iniziative degli imprenditori singoli o associati anche per fruire delle importanti economie di scala che possono derivare dal rapporto tra pubblico e privato, tra le Istituzioni e i produttori.
5. Lo Stato e i soggetti sociali
Una nuova economia e uno sviluppo ecosostenibile dell’Italia postulano un ruolo attivo dello Stato e delle sue Istituzioni, uno sviluppo non misurabile solo attraverso il PIL, ma sul ben-essere della popolazione e un nuovo rapporto tra pubblico e privato.
Si tratta di aprire una nuova strada che è fondata su un ” nuovo pensiero” che si costituisce nel confronto e in contraddizione con passate e ormai anacronistiche concezioni che da un lato configuravano uno Stato-produttore e dall’altro puntavano alla negazione di un qualsivoglia ruolo dello Stato nell’economia.
In realtà, lo sviluppo ecosostenibile richiede una nuova funzione dello Stato e un nuovo modo d’essere dello stesso privato, entrambi collegati dal principio superiore dell’interesse generale.
In sostanza, va recuperato e costruito ex novo un ruolo di regia dello Stato (e delle sue articolazioni regionali) e un sistema produttivo privato che sta dentro le coordinate dell’interesse generale.
Entro questa cornice dello Stato democratico si situano settori strategici per lo sviluppo del Paese, e l’energia è tra questi, dove non può essere il privato a dare la linea di sviluppo del Paese ma è lo Stato che detta gli obiettivi e le regole.
In alcuni casi – come la ricerca, la formazione – lo Stato deve essere, utilmente, attore e protagonista. Naturalmente, uno Stato democratico e Istituzioni ricche di sapere e di innovazione.
5.1 L’Unione di Comuni
Il futuro possibile della Valdichiana aretina ha bisogno di un ruolo attivo dei Comuni che sono espressione diretta dei diritti dei cittadini e della volontà generale di tutta la popolazione amministrata.
Solo che le attuali dimensioni comunali sono per più ragioni anacronistiche e inadatte a produrre un’idea di futuro corrispondente alle nuove condizioni nazionali e internazionali.
Anche per i Comuni è giunto il momento di promuovere nuove forme associative istituzionali per un complesso di problemi ( certamente per il welfare locale, ma anche, se non soprattutto, per lo sviluppo ecosostenibile della Valdichiana….).
Allo stato della legislazione italiana, in attesa di una riforma del sistema delle Autonomie locali, la forma associativa più idonea è certamente l’Unione di Comuni, un Ente locale a competenze plurime, che può essere il protagonista di un nuovo modello di sviluppo e il referente istituzionale dei soggetti sociali, produttori e lavoratori, per una comune idea di sviluppo ecosostenibile della Valdichiana aretina.
Nel frattempo, i Comuni della Valdichiana aretina dovrebbero definire, con il massimo della partecipazione dei soggetti sociali, alcune Linee Guida comuni per uno sviluppo ecosostenibile della Valdichiana da portare in approvazione nei Consigli comunali e da far valere come criteri valutativi ed autorizzativi per tutti gli interventi, pubblici e privati che interagiscono con l’ ambiente e il contesto sociale.
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Come e' emozionante , sembra il racconto di " Cappuccetto Rosso " che viene raccontato prima di andare a Letto ai Bambini,l' unica differenza che i bambini siamo noi cittadini ,che ci raccontano le favole in vista dell prossime elezioni ,Il Fatto sta che la Favola viene raccontata ormai ,da decenni , ma di fatto non vengono mai applicati i principi e le innovazioni sopra esposte ,perche' la classe dirigente locale poi in realta' e conservatrice e tende a non intromettersi nei Conflitti di interessi locali e rimane immobile nell'azione rinviando sempre ala prossima campagna elettorale .questo e' quello di solito avviene : Speriamo invece che questa volta non si raccontino favole , ma si passi , con una vera presa di coscienza dei gravi problemi che affliggono le nostre comunita' locali eglobali , ad un azione contro corrente , non di semplice lifting , per continuare a distruggere l ambiente ,ma veri progetti che garantiscano una vera sicurezza sociale per tutti , garantendo una vita di qualita', che previene le malattie , che svincola la comunita 'dalla dipendenza del petrolio e dai Conflitti generati ,e si renda finalmente autosufficiente energeticamente ,un agricoltura che per dirsi di qualita sii esclusivamente Biologica dunque le nostre comunita' libere da coltivazioni con pesticidi e concimi chimici ed a km zero ,non surrogati o vie di mezzo per salvare qualcosa e qualcuno che non rappresentano la comunita' , affrontare i complicati problemi con un approccio da un altro punto di vista non semplicemente come di solito fanno le classi dirigenti che si sono soffermano sull' immagine e non sui contenuti : Alessio Nanni