L’altra sera vedendo Walter Veltroni seduto due file sopra me al concerto di Paul McCartney mi sovviene un’illuminazione. Il futuro della politica, o quantomeno il nuovo trend, sembra essere quello delle primarie. La tanto vituperata invenzione di quell’americano a Roma pare destinata a imporsi nonostante tanti dubbi e critiche e contrassegnerà probabilmente le prossime elezioni nazionali, ma anche le elezioni amministrative in tutti (o quasi) i nostri comuni. L’ha detto il Segretario Provinciale del PD Meacci, assicurando che in ogni caso (che venga o meno cambiato il gran pastrocchio della legge elettorale nazionale) il suo partito farà le primarie per scegliere i candidati al parlamento, ma anche dalla parte opposta sembra che il concetto di primarie del centrodestra prenda campo.
Prima o poi qualcuno le proporrà, e verranno quasi certamente fatte.
Per il nostro territorio non sono una novità, e hanno riservato più volte sorprese (Monte San Savino e Montepulciano 2009, tanto per fare un esempio), divenendo occasioni per gli outsider, ma non sono ancora decollate in via definitiva. Ma potete scommettere che decolleranno nei prossimi appuntamenti elettorali.
Per quanto la richiesta sia spesso utilizzata in modo strumentale e vittimistico dalle ale minoritarie interne ai partiti (che ora le chiedono, poi a parti opposte forse cercherebbero di sviarle) rappresentano indubbiamente un’occasione per l’elettore di manifestare una propria preferenza prima di ritrovarsi un nome imposto sulla scheda elettorale. Un barlume di democrazia dentro c’è.
Il PD, con esse, potrebbe rifarsi una faccia e dire con orgoglio “noi siamo stati i primi” recuperando quell’originario veltronismo poi negato. Tutto il resto della classe politica invece, resasi conto di essere decisamente poco popolare di questi tempi, la potrebbe intendere come una specie di lavacro purificatore, un cospargimento del capo di cenere utile a recuperare la fiducia degli elettori.
Le primarie le vedremo quasi certamente a Castiglion Fiorentino (almeno nel PD), forse a Monte San Savino e di sicuro nel 2014 sarà difficile non farle anche in realtà come Cortona. E a Cortona è ipotizzabile che arrivino a farle anche nello schiermento opposto: basta che qualcuno le chieda e nessuno potrà dire di No (il consiglio è: affrettarsi!!!)
Sulla scia di questo trend la nostra politica cambierà parecchio e sicuramente virerà verso un’americanizzazione. Conteranno meno le dirigenze dei partiti, conteranno più i gruppi di interesse e i comitati elettorali. Cominceremo a sentir parlare anche in Italia di lobbies. Certo, da noi saranno lobbies molto chianine, ma sempre lobbies saranno.
Ci sarà più personalizzazione della politica, fioccheranno siti, profili facebook, faccioni sorridenti e strette di mano nei mercati per vincere due sfide: la prima in casa, la seconda fuori. E proprio per questo le campagne elettorali ci sembreranno infinite: perchè vivranno due fasi e inizieranno molto prima del solito.
Resteranno ancora più marginali i partiti minori perchè è oggettivamente difficile, se non proprio grottesco, fare le primarie quando si è già quattro gatti. Al massimo faranno le primarie delle idee, idee da portare avanti poi in giunte e coalizioni con la forza di un mastodontico 3%
E così, dando la possibilità di scegliere prima, sarà più facile poi far digerire il fatto di offrire una scheda elettorale con soli due nomi. Verso il bipartitismo. Americano anche quello, come Walter
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