Ero partito definendolo “l’astronave marziana“. Adesso, dopo una settimana di spettacoli e di dibattito in cui il nostro sito ha fatto la parte del leone grazie al lavoro di redazione, collaboratori e opinionisti vari proverò a stilare un personale bilancio di questa edizione del Tuscan Sun Festival.
Punto primo, inequivocabile: dal punto di vista del “ritorno” d’immagine per la città e del ritorno economico per chi vive col turismo tutto è andato molto bene. I vip ci sono stati, la gente c’è stata, il nome di Cortona è risuonato ovunque, gli spettacoli sono piaciuti anche per quell’atmosfera un po’ da “laboratorio artistico” e hanno ricevuto buone recensioni. Perfino il nostro inflessibile critico Stefano Duranti Poccetti era soddisfatto.
C’è stato il resto? L’astronave si è trasformata in qualcosa di meno alieno e più terrestre?
Il dato del 35% dei biglietti venduti a residenti è come il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto, ma sicuramente rappresenta un miglioramento rispetto al passato. Frutto anche della diminuzione del costo dei biglietti; lo abbiamo scritto: quest’anno al massimo (ma proprio al massimo) si spendevano 100 euro per Jeremy Irons in posto “vip”, altrimenti si entrava con cifre molto minori e del tutto in linea coi costi dei principali teatri italiani.
Già il fatto che il dato sia stato scritto nel comunicato stampa finale significa comunque che l’attenzione a questo tema da parte di chi organizzava c’è stata. Sta a vedere che Valdichianaoggi.it è servito a qualcosa…
In più quei due o tre vip che si sono fatti 100 metri per Piazza hanno contibuito a rendere il festival più simpatico. Qualcuno dall’astronave è sceso e ha fatto qualche passo sul suolo cortonese, togliendosi pure la tuta e il casco e facendosi fotografare. Non è poco, rispetto a quanto visto negli anni passati, e la gente ha inevitabilmente reagito bene. Anche io avessi visto Paul McCartney in piazza avrei iniziato ad adorare (di riflesso) il Tuscan.
Chissà se lo vedrò mai, McCartney…
Ecco, parliamo di futuro, allora. Che significato dare alla proposta di Wissman, sempre nella nota ufficiale, di costituire un gruppo di “Amici del Festival“?
Ipse dixit:
“C’è bisogno però di veder crescere il consenso e lo spirito di condivisione da parte del tessuto locale, inteso sia come realtà produttive che gravitano intorno al festival, sia come bacino di pubblico che possa in prospettiva diventare una comunità selezionata che in forme diverse contribuisca a sostenerlo. In un momento di grave crisi di sostegni pubblici sulla cultura penso per esempio che sarebbe bene creare forme di partecipazione da parte di “Amici del Festival” che possano a vario titolo sviluppare modalità di sostegno economico allargato e partecipato.”
Cosa significa tutto questo? Significa dateci i soldi se volete che si resti a Cortona altrimenti si va da un’altra parte (interpretazione pessimista) o al contrario significa il voler rilanciare la palla molto più in alto e guardare a qualcosa di davvero grande, con Cortona al centro di qualcosa di ancora più importante e in grado di porla definitivamente al vertice dell’arte mondiale?
Wissman intende qualcosa tipo una Fondazione Tuscan Sun, un “fare sistema” vero, con progetti ad ampio raggio che portino ricadute e connessioni adesso persino difficili da immaginare?
In quel caso la proposta mi pare veramente interessante. A quel punto ci sarebbe davvero la possibilità, se ben sfruttata e ben gestita, di dire addio alla Ferrari con l’impianto a metano e… benvenuto Turbo
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