E’ il caso di segnalare una questione per ora passata abbastanza sotto silenzio, ma a mio modo di vedere da non sottovalutare.
Il treno che attraversa la Valdichiana, da Sinalunga verso Arezzo e il Casentino, usato da pendolari, studenti e anche un buon numero di turisti è in questo momento costretto a viaggiare a 50 Km/h, come peraltro la stragrande maggioranza dei convogli in tutta Italia che viaggiano sulle cosiddette “reti minori”.
Motivo? Lo scorso 6 Agosto sono terminati i tempi di tolleranza per l’adeguamento alle norme europee di tutte le linee secondarie richiesto due anni fa da ANSF, l’Agenzia Nazionale per la Sicurezza Ferroviaria. Su tutte le reti ancora di cui non è ancora certificato il pieno possesso dei requisiti richiesti dalla UE non vi sono quindi più sconti: si deve viaggiare a quella velocità.
La vigilanza sulle reti minori fu affidata con Decreto Ministeriale ad ANSF dopo l’incidente sulla linea Andria – Corato, con l’applicazione delle norme più stringenti rispetto a quelle in vigore fino ad allora.
A tale improvvisa decisione tutti gli operatori e gestori dei servizi reagirono mettendosi da subito al lavoro, ma l’opera di adeguamento è andata avanti a singhiozzo. LFI, la società che gestisce tramite TFT il servizio Valdichiana – Arezzo – Casentino, ha proseguito e rafforzato grazie alla collaborazione con la Regione Toscana una notevole mole di interventi al fine di ottenere il Certificato di Sicurezza, ma è ancora in attesa di alcuni contributi promessi dal Ministero.
In questi giorni si è trovata una pezza per contenere quella che sarebbe stata una vera beffa: l’aumento degli abbonamenti “10 mesi” per gli studenti. L’escamotage è stato quello di rilasciare un buono pari alla differenza fra il vecchio costo e quello nuovo, spendibile in altri biglietti o abbonamenti (anche futuri).
L’Azienda ci segnala che sta producendo il massimo sforzo per tornare, nei primi mesi del 2019, alla possibilità di far viaggiare i treni a 70 Km/h con la prospettiva di tornare alle velocità antecedenti le disposizioni Ansf entro i primi mesi del 2020; nonostante questo però rimane l’attuale problema dei tempi di percorrenza più lunghi a causa della limitazione di velocità e andrà assolutamente trovata una soluzione.
Aldilà del problema dei tempi e dell’anacronismo di convogli moderni e di recente acquisto costretti ad andare così piano il rischio è che dopo anni di politiche tese a incentivare l’utilizzo di mezzi pubblici e migliorare la qualità dei servizi locali “su rotaia” usare il treno diventi non più conveniente.
Ciò significherebbe un deleterio ritorno indietro, con l’aumento dell’uso delle auto e un calo di utenza delle ferrovie minori, che certo finirebbe col mettere a rischio anche i posti di lavoro.