Quattro giorni, dal 12 al 15 Luglio. Con molte star straniere, forse con qualche artista italiano. Il Festival, però, è ancora in buona parte da organizzare, c’è da lavorare sul reperimento fondi e resta aperto il discorso del campeggio, un onere che nessuno si vuole accollare, neanche l’organizzazione del festival. E’ questa la sintesi che traiamo dalle prime parole dopo la certezza del ritorno in patria per Mauro Valenti e la brigata Arezzo Wave. Le ambizioni, però, restano vive e alte, come pure tante questioni restano aperte e non sarà certo facile risolverle. Ma Valenti parla di un cartellone “fantastico e a prezzi contenuti”.
La giornata di oggi, comunque, è da scrivere nei libri di storia locale perchè davvero questo 29 Febbraio 2012 potrà essere ricordato come il giorno dell’ufficializzazione del ritorno del festival alla sua “casa madre”.
Il segnale positivo è evidente: anche se il Comune di Arezzo ha dato un Sì “a gratis”, senza impegno economico, quantomeno ha preso una posizione chiara, base fondamentale per il rientro. Forse l’ha fatto anche perchè erano più i favorevoli al ritorno rispetto ai contrari nell’opinione pubblica e anche perchè alcune forze politiche di riferimento si erano chiaramente espresse sul “Sì”.
E così, con Arezzo Wave che torna ad Arezzo e Cortona che risponde all’addio del Tuscan Sun con il nuovo Cortona Art coinvolgendo Feltrinelli e Regione la politica locale quantomeno torna a pensare ai grandi eventi come strumenti importanti di promozione. Negli ultimi anni quest’idea si era un po’ assopita sotto i colpi della crisi economica, dei tagli agli enti locali. Ma anche perchè si cominciava a porre la cultura e i suoi derivati, comprese le scelte rivolte al mondo giovanile, come qualcosa di secondario. Ci eravamo tutti un po’ ingrigiti ridimensionando troppo le amibizioni. Anche perchè, forse, il mondo culturale era diventato un po’ stantio e parassita.
A Cortona il comune investe anche un po’ di soldi, quei famosi 100mila euro (più 80 raccolti da sponsorizzazioni private) che erano stati stanziati per l’edizione 2012 (che poi non ci sarà) del Tuscan.
Tutto questo in assoluta controtendenza rispetto al trend nazionale, in cui i mega-festival si stanno accartocciando su sè stessi e l’iniziativa degli enti pubblici è sempre più impalpabile e nulla pare cambiare in vista dell’estate.
Che questi festival poi, alquanto “asciutti” sul piano economico, possano alla resa dei conti rivelarsi belli, di grande prestigio e valore e utili…beh quello è tutto ancora da dimostrare. I dubbi, sinceramente, li abbiamo un po’ anche noi. Staremo a vedere
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