A Cortona arrivano 400mila turisti all’anno. Basterebbe un solo euro di “tassa di soggiorno”, strumento che per molti comuni a vocazione turistica sarà possibile introdurre dal 1° Gennaio 2012, per accumulare un tesoretto di 400mila euro a disposizione del Comune. Non certo una cifra astronomica, ma comunque un gruzzoletto importante.
E’ assolutamente auspicabile l’avvio di una discussione su questo che è un tema cruciale, così da arrivare all’appuntamento con le idee chiare e un progetto concreto. In questi giorni, peraltro, già si è già avviato un dibattito politico a livello locale.
Il tema pare non essere tanto quello della contrapposizione fra favorevoli e contrari all’introduzione della tassa, ma quello di trovare una formula utile e equa per “re-investire” i fondi del tesoretto che si verrebbe a creare.
Come e dove re-investire i fondi che arriverebbero tramite le strutture ricettive, incaricate di “riscuotere” la tassa per conto del comune?
La lettera della legge parla di interventi in materia di turismo, manutenzione, fruizione e recupero dei beni culturali e ambientali locali e dei relativi servizi pubblici locali
Come si tradurra? Quali saranno le scelte?
Investire i proventi della tassa totalmente a beneficio del settore turistico, sia nel campo promozionale che nel miglioramento delle strutture pubbliche (info-point, gestione museale e altro)? Puntare al contrario sul sociale, finanziando progetti di assistenza e creando un vero e proprio “fondo sociale” per le situazioni di emergenza e marginalità? Utilizzarlo per uno sviluppo e un sostegno alle associazioni del territorio per le loro tante attività? Per le opere pubbliche? Oppure cambiare totalmente strada, individuando priorità totalmente diverse e anche più “moderne”, come ad esempio l’innovazione tecnologica?
La scelta politica da farsi non è certo semplice, visto che le possibilità sono teoricamente tantissime.
Così a primo acchitto viene da pensare che l’elaborazione di una soluzione di compromesso possa essere l’idea migliore. Se è vero infatti che il turismo si è sviluppato così tanto da permettere il sostentamento a tanti è anche vero che esiste ancora una larghissima fetta di popolazione residente che del turismo non beneficia affatto, e che fonda il suo reddito su tutt’altro.
Ecco quindi che una distribuzione equa potrebbe riuscire a dare un “sostegno al territorio” nel senso più completo e reale del termine.
Ad esempio una parte dei proventi potrebbero andare a finanziare gli eventi, un settore che ha bisogno di una bella boccata d’ossigeno per riuscire a crescere ancora. Eventi significano turismo, ma anche appuntamenti che possono rappresentare un’utilità per i residenti. Un modo quindi per prendere i classici due piccioni
Allo stesso modo un’altra parte dei proventi potrebbe essere distribuita in socialità. Proprio i nostri servizi sociali, che hanno standard alti, sono il settore più in difficoltà di fronte a tagli e vincoli di spesa. L’allarme sociale che qualcuno ha evocato potrebbe concretizzarsi davvero qualora i Comuni, e il rischio c’è, non riuscissero più a tenere in piedi quanto è esistito finora.
Il dibattito è comunque aperto, vediamo quali saranno poi le scelte compiute da chi ci amministra.
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