La notizia ha fatto scalpore: il 93enne Josef Scheungraber, ex ufficiale degli alpini tedeschi (o meglio, nazisti) ritenuto responsabile sia dalla Corte Militare di La Spezia che da una Corte tedesca della strage avvenuta a Falzano nel ’44 e per questo condannato all’ergastolo potrebbe evitare il carcere a causa delle sue precarie condizioni mentali. Di fronte a tutto questo è però lecito chiedersi, come in molti hanno fatto anche attraverso la pagina Facebook di Valdichianaoggi.it , se abbia senso pretendere che un 93enne, per quanto riconosciuto colpevole di un crimine efferato, finisca in galera per passarci quelli che probabilmente sarebbero gli ultimi giorni della sua vita.
Il discorso è indubbiamente delicato. Forse bisognerebbe prima di tutto chiedere cosa ne pensa l’unico superstite, o comunque chi fu costretto ad assistere, in quel disgraziato Giugno del ’44, a quel terribile episodio. Civili inermi e indifesi pescati totalmente a caso finirono vittime “in esecuzione di un ordine” di rappresaglia. A pensarci oggi, con la testa nostra di cittadini di un paese che vive in pace da 65 anni, è qualcosa di difficile persino da immaginare. Chi ha visto e vissuto quel momento è sicuramente il più titolato a esprimere un’opinione.
Per chi l’ha solo sentita raccontare, come me, i fattori da considerare sono molti, ma è inutile e sbagliato approfittare della notizia per riaprire virtualmente un processo già fatto e terminato con una condanna. Aldilà dell’ordine proveniente dai livelli superiori e del clima del tutto particolare di abitudine all’orrore e alla violenza tipico della guerra restano infatti le vittime e resta la sentenza.
Da parte mia credo che però le vittime di quell’orrore, i loro familiari e discendenti, come pure la città di Cortona e più in generale l’Italia abbiano già vinto la loro battaglia. Una battaglia lunga, difficile, logorante che è durata decenni. La battaglia per la verità. Non a caso la sentenza tedesca su Scheungraber fu definita “epocale“. Perchè segnò una svolta vera e attesa da tempo immemorabile. Aldilà di quanto visto al Processo di Norimberga nessuno, prima, era infatti stato riconosciuto colpevole per quella e tante altre stragi naziste.
La nostra vittoria, a mio avviso, l’abbiamo già ottenuta. Il resto, come passerà i suoi ultimi giorni un 93enne che peraltro si è sempre dichiarato innocente, mi pare conti molto meno.
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