Mattinata bella e utile ieri in quel di Castiglion Fiorentino. La Sala del Consiglio è divenuta un “cantiere” per provare a costruire, con la riflessione e l’elaborazione di nuove proposte, una nuova prospettiva futura delle politiche culturali per tutta la Valdichiana, con particolare attenzione alle possibilità di rafforzare le forme di collaborazione fra i Comuni del comprensorio.
Il dibattito della prima tappa degli “Stati Generali della Cultura” ha visto protagonisti, dopo il precoce abbandono della Sindaca di Cortona per altri impegni, 4 amministratori che rappresentavano i comuni di Foiano, Lucignano, Marciano, Monte San Savino insieme con colui che ospitava, l’assessore castiglionese alla cultura Massimiliano Lachi, e Massimo Ferri di Officine della Cultura che collabora alla realizzazione di questa manifestazione.
La mattinata, non certo per la mia presenza come moderatore, è stata come detto produttiva. Si è fatto il punto della situazione (doveroso) evitando inutili elenchi di meriti e cose fatte, ma si è andati subito a evidenziare dove stanno i problemi, i limiti e cosa si può fare per superarli.
In particolare tre cose sono risultate a mio parere molto interessanti:
– la necessità di recuperare una distinzione fra politiche culturali in senso stretto e il più largo concetto di “promozione del territorio”. Sono due elementi legati fra loro a doppio filo, ma sono due cose diverse.
– ridare la giusta attenzione ai fattori identitari delle nostre realtà locali e riuscire ad attrarre la partecipazione dei nostri concittadini preservando la qualità delle proposte; trovare insomma un modello di politiche culturali che funzioni sia per chi in Valdichiana ci vive, sia per chi viene da fuori.
– la necessità di strutturare maggiormente la collaborazione fra Comuni, per ora vista più volte su molti piani, non sempre con risultati significativi. Su questo altri comprensori, anche vicini, sono parecchio più avanti (vedi Valdichiana senese).
Sul secondo punto da un lato c’è la proposta dell’Assessore Lachi, che mi pare sia stata positivamente recepita dai suoi colleghi, di provare ad allargare il modello degli “Stati Generali della Cultura” a tutta la Valdichiana, con appuntamenti cadenzati e, magari, anche itineranti. Tutto questo perchè, oggettivamente, l’esperimento castiglionese sembra funzionare. La base di tutto è il dibattito aperto, mettersi tutti in una stanza a discutere, farlo anche con tutte le energie del territorio, le associazioni e tutti coloro che hanno qualcosa da dire e voglia di fare. Tutto questo senza tanti canovacci, pregiudizi e preconcetti.
Dall’altro lato, tra le tante idee lanciate, ho sentito parlare dell’istituzione di un Ufficio Cultura della vallata, che sarebbe uno strumento di coordinamento potenzialmente importante. Quello che si è visto finora, se certo è quasi un miracolo se paragonato alle divisioni e ai campanilismi del passato, è stato un mix di iniziative comuni nate più che altro da proposte di soggetti esterni che potevano spesso essere meglio gestite, più coordinate, meno estemporanee. Una strutturazione indubbiamente serve e soprattutto serve che i Comuni abbiano la forza e le risorse (umane prima di tutto) per essere i veri protagonisti.
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