Dopo la chiusura di una porzione della scuola di Terontola avvenuta nel corso della scorsa settimana, evento che ha riproposto il tema della sicurezza negli edifici scolastici, un problema proprio di tutt’Italia, aldilà del dibattito politico che ospitiamo volentieri credo siano necessarie alcune riflessioni. Le elenco qui sotto brevemente. 1) Sul caso specifico dell’annesso, superata l’emergenza, occorre fare completa luce sull’entità delle criticità individuate e sulla loro origine, anche per quanto riguarda l’accertamento di eventuali responsabilità.
2) Va preso atto che l’Amministrazione Comunale ha gestito in modo corretto il palesarsi della situazione di emergenza e ha garantito, grazie alla collaborazione di tutti gli altri soggetti ed enti, il regolare svolgimento delle lezioni e il celere ripristino delle condizioni di sicurezza
3) Va sottolineata l’utilità della scelta fatta nel 2011, quando a Cortona fu deciso di predisporre i controlli su tutti gli edifici pubblici. E’ stato proprio tale percorso, avviato senza che ve ne fosse obbligo di legge, che ha portato alla scoperta del problema sull’annesso terontolese
4) Il tema della sicurezza negli edifici scolastici è di grande importanza e urgenza estrema e va trattato con grande senso di responsabilità da parte di tutti
5) Per migliorare la situazione servono soldi, tanti, serve la possibilità di poterli spendere, servono scelte politiche sagge che portino a spenderli bene
6) Il Governo finora ha solo offerto palliativi, peraltro molto ben pubblicizzati, alla miriade di problemi esistenti con le iniziative denominate “Scuole belle”, “Scuole sicure” e “Scuole nuove” (qui la mappa) mettendo in imbarazzo centinaia di amministratori locali che indubbiamente si aspettavano di più. Francamente mi sfugge quale possa essere stata la logica del Governo nell’individuare le priorità da accontentare per prime fra le migliaia di richieste arrivate dai territori.
7) La soluzione sarebbe semplice: togliere (certo solo per gli interventi più urgenti e non per le operazioni da demagogia elettorale) il vincolo del patto di stabilità. Finora è stato fatto troppo poco
8) La pressione sul Governo deve essere rilanciata, in maniera il più possibile compatta, dalle comunità locali. L’unità dimostrata sul No all’Imu agricola, ad esempio, può essere un modello da riproporre