Noto con piacere che il pezzo del Bastiancontrario di qualche giorno fa ha suscitato interesse. L’invito ad andare comunque a votare, magari votando il meno peggio, è una frase estrema, ma non stupida. Vi spiego il mio perchè.
Il risultato di queste elezioni amministrative è incertissimo e probabilmente chi vincerà lo farà con percentuali inferiori al 50%. E’ anzi possibile che la lotta sia talmente serrata che si potrà vincere per una manciata di voti, magari anche per un solo voto. Ciò può accadere, e allora piuttosto che stare a casa e poi rosicare perchè ha vinto quello che ci stava più sulle palle di tutti, è il caso di andare a votare.
Le amministrative sono diverse dalle politiche. Si sceglie la persona che ci verrà per prima in mente quando avremo bisogno di qualcosa: il Sindaco. Quello contro cui inveiremo in piazza, quello a cui telefoneremo, quello a cui magari andremo a lanciare un’idea. Il Sindaco è l’istituzione a noi più vicina e con la quale possiamo ancora avere la possibilità di parlare a quattr’occhi. Sceglierlo è un’occasione da non perdere, non delegabile agli altri. E la scelta va fatta bene.
Se proprio ci fanno schifo tutti i candidati a Sindaco ci sono sempre le liste dei candidati al Consiglio, e in così tanti nomi qualcuno di cui abbiamo fiducia e/o stima ci dovrà pur essere. Se costui diventasse Consigliere Comunale potrebbe essere una figura utile e magari rendere il suo Sindaco un po’ meno ciofeca. E’ sempre meglio, per la nostra città, avere seduto in quell’assise qualcuno che non sia del tutto scemo…non credete?
Se poi non vogliamo buttarla tutta sulle persone ricordiamoci delle idee, dei valori di fondo, delle proposte programmatiche. Perchè anche se la politica sparisce o i partiti si eclissano in secondo piano i valori restano e le scelte più difficili un Sindaco le fa (o almeno dovrebbe farle) sulla base di quelli, oltre che del buon senso.
Non è del tutto vero che tutti sono uguali e tutti dicono le stesse cose, anche se programmi e simboli tendono sempre più a somigliarsi e il grigio di cui parlava un nostro lettore, come pure il prevalere dell’attacco personale e della caciara, è dilagante.
Le differenze ci sono, e ancora si vedono. Un po’ di varietà c’è: basta scegliere quella che sentiamo più nostra, più adatta a noi e che riteniamo più adatta e giusta per la nostra città.
E poi qualcuno ha detto che in fondo votare è come andare al supermercato scegliendo negli scaffali la marca di sapone per i piatti o dopobarba che più ci aggrada. Tutto questo, però, senza l’assillo di dover spendere poco.
Beh, mica male!