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Sì e No, schieramenti e scenari in Valdichiana

Un disco incantato da due mesi almeno. Assomiglia sempre più a questo il nostro paese, in cui il dibattito politico (e in buona parte anche quello social) si contorce sempre più sull’appuntamento referendario del 4 Dicembre, con tutto il resto che pare giacere dimenticato e fermo. Sul piano nazionale come su quello locale si susseguono incontri, assemblee, cene e altri appuntamenti che, salvo rari casi positivi in cui davvero ci si confronta e si parla di politica, si riducono a monologhi di propaganda col copione già scritto a cui si presenzia per comodo.

 

E anche da noi, come succede in tutto il suolo patrio, Facebook si popola di dibattiti in cui andare nel merito resta una chimera irraggiungibile, perchè nessuno perde tempo a studiarsi sul serio le modifiche costituzionali e i loro possibili effetti e allora, come nei migliori bar, si va avanti a battute, urla, malignità, semplificazioni, dichiarazioni di voto fondate su motivazioni futili o scenari futuri di fanta-politica che nulla c’entrano con la riforma, e soprattutto magici elenchi di ‘figurine’.

 

Di che sto parlando? Dell’abitudine anche giornalistica di fare l’elenchino di quelli che sono per il sì e quelli che sono per il no. Specialmente fra le figure “in vista”, fra le quali ovviamente prima di tutto vi sono i politici.

Stavolta non voglio esimermi da fare anche io l’elenchino (spero più completo possibile, eventualmente scrivetemi e correggo) tanto in voga altrove, ma lo faccio perchè il destino del Sì e del No potrebbe effettivamente produrre effetti anche in Valdichiana dopo il 4 Dicembre. Perchè molti, invece di lasciare la questione a un ruolo marginale, ci hanno messo la faccia.

 

Degli effetti sulle autonomie locali e sul potere reale dei nostri amministratori sulle scelte relative al territorio ne ho già parlato, esprimendo le mie perplessità su futuri possibili rischi di minori capacità decisionali e confessando la fatica nel capire tanto entusiasmo da parte di alcuni nostri amministratori, perciò non mi ripeto.

Vado invece a vedere chi è schierato col sì e chi con il no perchè certi endorsement “forti” che si sono visti da noi, conditi con un gran darsi da fare in iniziative e status facebook, comporteranno inevitabilmente per i protagonisti di uscire in qualche modo “sconfitti” e “vincitori” il 5 Dicembre, con risultati che potrebbero anche essere diversi (del genere: a livello nazionale vince il Sì, ma nel proprio Comune vince il No, o viceversa)

 

Gli schieramenti. Le principali forze politiche presenti in Valdichiana hanno più o meno tutte una posizione ufficiale, fra esse fanno eccezione le liste civiche, che non risulta abbiano preso apertamente posizione, ma essendo in gran parte afferenti ad un’area non PD (quasi totalmente di centrodestra) si prevede che indirizzino i loro componenti sul No. Già, perchè di fatto per il Sì qui da noi c’è praticamente solo il PD. Tutti gli altri (o quasi) sono dalla parte opposta. Sia chi gli sta a sinistra (Rifondazione, SEL / Sinistra Italiana, il PCL castiglionese), sia chi gli sta a destra (Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia) oltre ovviamente al MoVimento 5 Stelle e alcuni gruppi di moderati.

La spaccatura, se c’è, è proprio all’interno del PD stesso.
Fra i Sì del PD ve ne sono di differenti intensità: c’è chi partecipa attivamente ai Comitati (capitanati dall’assessore cortonese Albano Ricci insieme con il vicesindaco foianese Jacopo Franci e vari altri Sindaci, assessori, consiglieri comunali, segretari comunali) e fa campagna social a colpi di #bastaunsì, chi si limita a presenziare alle iniziative e chi non fa nemmeno quello. C’è poi chi ha detto No. In questo campo si registra la presenza di un fronte diffuso che pur sottolineando la sua appartenenza all’area di centrosinistra e (in molti casi) al PD nel territorio provinciale aretino si è unito nell’appello “Abbiamo deciso di votare No” in cui la figura più di spicco è l’ex Sindaco cortonese Andrea Vignini, ma ci sono anche alcuni amministratori fra cui l’assessore cortonese Enrico Gustinelli.

C’è poi una ulteriore novità che riguarda una figura ancora influente nel centrosinistra per la provincia di Arezzo e la Valdichiana quale quella dell’ex Sindaco cortonese Tito Barbini, firmatario insieme ad altri 315 di un appello per il No promosso su scala nazionale, chiamato “Il No che vuole bene all’Italia”.

 

Come detto, visto che qualcuno in Valdichiana ha scelto di metterci la faccia, sia sul fronte del Sì che su quello del No, è inevitabile che pur trattandosi di questione di politica nazionale il 5 Dicembre ci sarà chi si divertirà a fare due conti anche nei nostri Comuni facendo l’elenco dei vincitori e degli sconfitti, magari confrontando anche le percentuali e trovandoci dentro differenze da spiegare in qualche modo, magari pure con segnali di dissenso o di apprezzamento verso i Sindaci in carica.

Si tratterà dell’ennesima semplificazione spicciola e probabilmente senza fondamento, ma chi la subirà non si potrà lamentare. Perchè sarà il risultato inevitabile di un atteggiamento che è partito a monte, da Roma, riproducendosi sin qui da noi

Michele Lupetti

Colui che nel lontano 2006 ideò tutto questo. Fondatore e proprietario di ValdichianaOggi, dopo gli inizi col blog "Il Pollo della Valdichiana". Oltre a dispensare opinioni sulle cose locali è Beatlesiano da sempre (corrente-Paul Mc Cartney), coltiva strane passioni cinematografiche e musicali mescolando Hitchcock con La Corazzata Potemkin, Nadav Guedj con i Kraftwerk. I suoi veri eroi, però, sono Franco Gasparri, Tomas Milian, Maurizio Merli, Umberto Lenzi... volti di un'epoca in cui sarebbe stato decisamente più di moda: gli anni '70

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  • La Costituzione del 1948 stabiliva la piena legittimazione formale dei rapporti di forza sociali e politici conseguiti alla distruzione dell'Europa, a causa dalle due guerre mondiali.Rimetterci le mani avrebbe richiesto una riflessione su cosa significò quella distruzione (magari tra una gita a Ventotene ed una puntata a Locarno e Rapallo).Una considerazione seria degli equilibri geopolitici della cosiddetta "globalizzazione" :termine vacuo e presuntuoso che non restituisce il significato effettivo del fenomeno che pretende di definire.Ovvero, l'integrazione delle economie dei paesi ex-coloniali (altra conseguenza del fallimento della vecchia "Europa")in un sistema di scambi internazionali dominato dal dollaro USA.Il rischio,per il nostro paese ,occupandosi esclusivamente di finte riforme,di crescite inesistenti,di allusioni mafiose di cacicchi politici che vivono impunemente di voto di scambio ,è di diventare ,precisamente,quello che si pretende di scongiurare.Alla Germania,agli USA,alla cosiddetta "Europa" l'asservimento completo dell'Italia ai loro interessi ed alle loro politiche sta bene.Basta un Sì.A quegli italiani che vogliono riprendere la strada della ricostruzione nazionale cominciata nel 1948 ,e troppe volte interrotta ,spetterà pronunciare ,il 4 dicembre 2016, un fermo NO.

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Michele Lupetti

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