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Politica e media si comportano in modo strano ultimamente. Una volta l’abitudine erano le riunioni fumose, le trattative infinite e le “segrete stanze” in cui si decidevano accordi e alleanze, si sceglievano nomi e si definivano strategie. Confronti lunghi, mediazioni estenuanti, parole pesate al centesimo di grammo e poi, una volta usciti, nessuna ricerca di palcoscenico ma un fronte compatto con due paroline secche ed essenziali alla stampa.
Oggi è tutto il contrario.
Gli ultimi casi aretini, tanto per fare un esempio, col partito X che litiga con quello Y e tutti e due litigano col partito Z che a sua volta sta antipatico anche a Y ma non a X, dimostrano come i tempi siano cambiati. Ora si discute solo ed esclusivamente attraverso i giornali. Le riunioni non esistono quasi più e anche le telefonate (forse per ridurre i costi?) sono una pratica ridotta all’osso. Richieste e rivendicazioni arrivano esclusivamente a mezzo stampa. Il partito Y vuole una cosa dal partito X? Lo scrive sui giornali. Molto spesso non si tratta di tiri ‘telefonati’, cioè con il preallarme, ma di veri colpi a sorpresa. E allora il “povero” partito X deve mettersi a scrivere una risposta: nel frattempo nessuno alza la cornetta, nè dal partito X nè da quello Y e si aspettano febbrilmente novità consultando siti e agenzie.
Buon per noi, ci viene da dire, che certo non disdegnamo (anche per un fatto di democrazia e di rappresentatività di un territorio) di dare spazio alla politica e ai documenti ufficiali che partiti ed esponenti vari ci inviano e ci guadagnamo in visite.
A essere svuotati, però, sono anche i Consigli Comunali e le altre sedi tradizionali. Appena si ha un’idea in mente si manda un comunicato stampa, poi semmai ci si adopera per concretizzare quell’idea. Ma con calma, l’essenziale è che intanto esca sui giornali.
Anche se più spettacolare e forse più divertente (anche per i giornalisti) la politica fatta così rischia di mancare di concretezza e di risolversi in un teatrino lungo e costante dove attori si alternano e si combattono in mini-battaglie quotidiane. Arrivati a sera si fanno i conti, come le azioni in borsa, si sale o si scende nelle quotazioni. Ma poi a questo teatrino fatto di parole si abbina qualche azione concreta?
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