Io ve lo dico: per quanto possa avere stima professionale della Gabanelli, che starebbe sicuramente bene alla presidenza della Rai o comunque in un qualche ruolo in cui possa cambiare il disastrato stato delle cose dell’informazione in Italia, il mio nome preferito per la Presidenza della Repubblica è quello di Stefano Rodotà. Inutile sdilungarsi in peana: si tratta di una delle figure più di spessore del nostro paese, di valore e cultura enorme, senza troppi legami e compromissioni politiche. Un uomo intelligente, una figura di garanzia ed equilibrata ma anche una persona coraggiosa con un fortissimo senso delle istituzioni.
Quello di Rodotà sarebbe il nome più ovvio anche per il PD, che potrebbe lanciarlo da subito considerando anche la scelta del MoVimento 5 stelle e ponendo questa scelta come base su cui iniziare a ritentare di venirsi incontro.
Se non si è riusciti a realizzare un rinnovamento condiviso nei metodi, nei nomi e negli obiettivi per quanto riguarda il Governo, perlomeno si potrebbe tentare di farlo per il Presidente della Repubblica. Tutto questo senza rinunciare a nulla, ma scegliendo un nome gradito a entrambi e soprattutto utile davvero per il Paese.
Non credo però che quello che sembra logico, sensato e ovvio, finisca per diventare realtà
Troppe le resistenze dentro al PD, in cui la leadership bersaniana è fortemente indebolita (nonostante nei luoghi di discussione ufficiale nessuno fiati, ma ormai il dialogo “interno” al partito si svolge sui media), troppe le questioni di principio del MoVimento 5 Stelle che per passare dal voto alla Gabanelli in quanto prima classificata alle Qurinarie a quello a Rodotà in quanto eleggibile e comunque gradito ai propri iscritti dovrebbe compiere un cambiamento di mentalità totale.
La preoccupazione che l’operazione Rodotà possa andare in porto è comunque già ben visibile e il gran vociare di personaggi come D’Alema e Renzi, francamente, mi preoccupa molto. Si parla di tutto e di tutti meno che del nome più ovvio, e il motivo non può essere altro che la volontà di fare confusione e allontanare tutti dall’utilizzo della logica. E infatti continuano a circolare nomi come quelli di Amato, tutto meno che “freschi”, con ovvia indignazione degli italiani. Qualcuno, forse, punta a mandare tutto allo sfacelo perchè da quello sfacelo pensa di uscire vincitore?
Di sicuro in caso di elezione di qualcuno stile Amato tutti, ma proprio tutti, cercheranno di far cadere la colpa dell’elezione di un Presidente della Repubblica “di conservazione”, percepito dalla parte più indignata dell’opinione pubblica come un elemento della “casta”, sugli altri. E forse ci riusciranno.
Ma intanto avremo perso un’altra grande occasione, avremo un Presidente “di conservazione” e un’opinione pubblica ancora più indignata che passerà ancora di più giornate intere a lamentarsi delle pensioni dei politici e, proprio per questo, sarà ancora più vuota di contenuti e incontrollabile
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io do D'alema al 60%, Amato al 20%, Rodotà al 10%, un personaggio non ancora nominato al 9% e Lupetti all'1% :D
Caro Lupetti ai scommesso bene e vinto, ma lo sapevi bene anche tu che andava così.
In poche parole, il PD doveva solo scegliere fra:
1) votare Rodotà, dare un Presidente DECENTE a questo Paese e incassare l'apertura del M5S tanto rincorsa per giorni, per la nascita di un governo partendo da incandidabilità di Berlusconi, seria legge anticorruzione, legge sul conflitto di interessi, ed altro ancora tutto consueto nei 20 punti .
2) votare uno come Marini, incassando una vaga promessa d'inciucio di governo da Berlusconi, ma dandogli subito in cambio UNA GARANZIA ANTICIPATA sui suoi processi e la sua impunità.
Ovviamente ha scelto la seconda, cioè il contrario di quanto avrebbe sicuramente scelto il 99,99% del suo elettorato.
A cosa serve un partito che parla a vanvera di legalità, equità e lotta al berlusconismo, e poi fa l'esatto opposto di quanto promesso e quanto desiderato dai suoi stessi elettori? La domanda la rigiro ai tesserati ed elettori di questo inutile partito.
F.F.
il presidente della repubblica deve essere il rappresentante di tutti, anche di quelli che non piacciono a me, quindi anche del PDL che rappresenta un terzo degli elettori; non è il premio di una partita a biliardo o a bocce. Sono d'accordo con Bersani che ha tentato, osteggiato da tutti, di trovare un accordo con quel signore di cui non mi viene di scrivere il nome, dopo aver cercato di parlare con l'altro che rifiuta di sedere in Parlamento e di parlare con chiunque non sia stato "nominato" in Parlamento da lui