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Sanità in Valdichiana, più che discutere sui posti letto…

Sul tema della sanità in Valdichiana, argomento giustamente centrale nel recente dibattito fra forze politiche (e non solo), sono francamente un po’ deluso. Molto buono era stato infatti l’avvio del ragionamento, con l’iniziativa organizzata dai partiti di centrodestra alla Sala Civica di Camucia a cui aveva partecipato il Direttore Generale della nuova “Aslona” Arezzo – Siena – Grosseto Desideri: in quella sede erano state offerte in modo chiaro dal Direttore Generale delucidazioni sulle novità e sul futuro del nostro Ospedale di Fratta.

A quella serata, utile per capire le intenzioni dell’azienda sanitaria, i contenuti delle politiche regionali sulla sanità e la loro traduzione pratica da noi, è purtroppo seguito un dibattito povero nei giorni successivi.

La ‘litigata’ principale è stata quella (sulla stampa cartacea) fra il Consigliere Regionale Mugnai e la Sindaca di Cortona Basanieri, che hanno dibattuto (non senza inquietanti imprecisioni dovute, auguriamocelo, alla foga della discussione) sul numero dei posti letti presenti nella struttura di Fratta: un pomo della discordia che mi ha appassionato ben poco anche perchè credo che a seguito degli sviluppi della medicina si tratti di un tema ormai meno importante di altri, benchè ancora produttore di un forte impatto emotivo sull’opinione pubblica.

Sarebbe stato invece meglio se si fosse fatta una riflessione attenta su cosa ci serve davvero, chiedendosi se le nuova strade imboccate dall’azienda sanitaria ci garantiranno un sistema sanitario di zona davvero ottimale. Se dalle novità avremo un guadagno o una perdita. Non credo infatti che con la sanità ci siano da appuntarsi al petto medaglie, nè snocciolare numeri come sinonimo di vittorie o di imminenti sconfitte, ma di capire i processi e intuire se essi ci inseriscono nella strada giusta o in quella sbagliata: nella seconda ipotesi bisogna opporsi con tutte le forze, facendo fronte unito per il bene comune ed evitando nel contempo il diffondersi nella nostra gente di un senso di abbandono, di ‘secondarietà’, di sfiducia

 

Perciò: cosa ci serve davvero? I nostri bisogni combaciano con il piano che ha in testa la Direzione Aziendale?

Il mantenimento di una certa autonomia (la Valdichiana aretina rimane distretto a sè stante), le Case della Salute come primo essenziale punto di riferimento, l’Ospedale di Fratta che resta nella categoria “di base” conservando il Pronto Soccorso (ma a quale livello e per quante ore?) perdendo però le attività di chirurgia urgente che verranno concentrate al San Donato sono gli elementi fondanti dell’organizzazione futura della sanità: sono secondo noi scelte giuste o piuttosto scelte sbagliate?

Un politico dovrebbe immaginarsi le situazioni, saperle interpretare, capire se alle reali necessità ci sarà una risposta non dimenticando anche che ci troviamo in un quadro più vasto che pone la nostra Valdichiana aretina all’interno di un triangolo di ospedali come quello di Arezzo, quello di Montepulciano e quello di Castiglione del Lago, elemento che potrebbe rappresentare una risorsa piuttosto che un freno.

La speranza, comunque, è l’ultima a morire e in queste ultime ore pare che il livello della riflessione si sia un po’ alzato. Buono a sapersi

Michele Lupetti

Colui che nel lontano 2006 ideò tutto questo. Fondatore e proprietario di ValdichianaOggi, dopo gli inizi col blog "Il Pollo della Valdichiana". Oltre a dispensare opinioni sulle cose locali è Beatlesiano da sempre (corrente-Paul Mc Cartney), coltiva strane passioni cinematografiche e musicali mescolando Hitchcock con La Corazzata Potemkin, Nadav Guedj con i Kraftwerk. I suoi veri eroi, però, sono Franco Gasparri, Tomas Milian, Maurizio Merli, Umberto Lenzi... volti di un'epoca in cui sarebbe stato decisamente più di moda: gli anni '70

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  • Gent.mo Direttore, come potrà capire la questione sanità è una delle questioni politiche più importanti ed è inevitabile che si riaccenda il dibattito quando ci sono cambiamenti importanti che arrivano dalle scelte nazionali e dalle scelte regionali che, come nel caso della nuova legge Toscana ridisegna e ripensa la sanità pubblica della nostra Regione ed inevitabilmente anche la nostra. Per questo tutti, gli amministratori per primi, i partiti o chi rappresentano interessi comuni,come i sindacati, si sono messi in campo per spiegare la propria visione del futuro assetto della sanità in Valdichiana (e le conseguenti richieste).
    Se andiamo a cercare i comunicati che nel corso degli anni varie forze politiche hanno scritto al riguardo, notiamo che spesso lamentano un depotenziamento e manifestano preoccupazione per un imminente rischio di chiusura. Chiusura che puntualmente non accade mai e certamente non è programmata per il futuro.
    La verità è che i posti letto, nel corso di questi anni, sono sì diminuiti ma solo in piccola parte ma sopratutto si sono modificati, sono di diversa natura (day hospital, mo.di.ca, lunghe degenze), proprio perché, come dice lei, la medicina è cambiata e le degenze lunghe sono sempre meno sopratutto per gli interventi che si possono fare nel plesso della Fratta. Non solo, lo stesso identico ridimensionamento è stato fatto su tutti gli ospedali della Toscana, grandi e piccoli, quindi, il ridimensionamento della Fratta è stato fisiologico e non patologico.
    Appurato dunque che l'Ospedale di Fratta non chiude, è nostro dovere farlo funzionare al meglio. La legge regionale dice che tutti gli ospedali devono avere delle singole eccellenze e poi devono trovare sinergie con gli altri ospedali dell'area vasta (grandi o piccoli che siano) per fare in modo che tutti i plessi lavorino al massimo delle possibilità che hanno, per diminuire le liste di attesa e per dare ai cittadini sempre una risposta pronta e appropriata nel luogo dove vanno a curarsi.
    Per noi questo significa principalmente collaborare con Arezzo per alcune specializzazioni, per altre con Siena, per talune con altri Ospedali toscani e per la normalità, “quotidianità” avere un rapporto più stretto con l'Ospedale di Nottola.
    In particolare, la collaborazione con Nottola potrà portare all'interscambio diretto tra medici (già oggi accade con la chirurgia) in modo che si possano sfruttare al massimo le sale operatorie e le potenzialità dei due ospedali e costruire insieme dei percorsi e dei progetti per alcune malattie in modo che Fratta-Nottola dia una risposta completa al cittadino prendendolo in carico in tutto il percorso di cura da quello acuto fino ai controlli periodici. Questa collaborazione, già proficua in questo primo periodo, sarà per alcune eccellenze anche attrattiva sia per l'Umbria sia per la parte alta del Lazio facendo diventare la nostra Valdichiana una zona chiave dell'Area Vasta Sud Est.
    Ricordiamoci tutti, però, che la sanità non è l'Ospedale. La gestione dell'ospedale è solo una parte e non maggioritaria della sanità pubblica. La partita della sanità pubblica (servizi e sopratutto risorse) si gioca sul territorio: sulle malattie croniche, sui servizi socio-sanitari, sull'assistenza ai disabili e agli anziani. E' per questo che è stata una grande conquista quella di essere rimasti un unica zona socio-sanitaria. Avere la possibilità di gestire, governare i processi dei servizi sul territorio significa rispondere direttamente ai bisogni dei cittadini e indirettamente far funzionare meglio l'Ospedale. Noi siamo un territorio che ha fatto dei servizi sociali e socio-sanitari il suo punto di forza; non a caso saremo la prima zona in Toscana completamente coperta da Case della Salute, il che significa avere una copertura socio-sanitaria competente h24. In questo modo potremmo continuare a portare avanti tutti i nostri progetti innovativi di prevenzione, promozione ed educazione alla salute o la medicina d'iniziativa. Attraverso questa progettazione il nostro territorio sarà un territorio più responsabile per quanto riguarda la propria salute e in grado di gestire meglio il proprio Ospedale di riferimento, con i suoi servizi di base e le sue eccellenze

  • Obiettivi generali,risorse umane e tecniche,coperture finanziarie dei costi di quelle risorse sono in una condizione permanente di tensione.Nella Sanità come negli altri comparti del Welfare pubblico.Quando il bilancio dello Stato entra in sofferenza nel garantire la compatibilità di quegli obiettivi costituzionali ,si apre una grande questione politica e tecnica.Una discussione sulla composizione del bilancio dello Stato e sulla qualità della spesa pubblica ci starebbe per capire meglio anche la faccenda dei posti di letto.L'interessante riflessione stimolata da Lupetti mi ha fatto pensare ad una vecchia storia ospedaliera. Il futuro Enrico V,combattendo da bravo figliolo contro i nemici di suo padre,si prese una freccia tra il naso e lo zigomo sinistro.Riuscì comunque a compiere fino in fondo il suo dovere ed,a battaglia finita,venne ricoverato insieme con altri sfortunati per le cure del caso.I tempi erano quelli che erano (XIV sec.)e per una ferita simile un qualunque fantaccino avrebbe dovuto attendere con fede e pazienza l'arrivo della cancrena e la morte.Al capezzale del giovane Enrico si precipitò il più valente chirurgo inglese.Il dottor Bradmore.Bisognava al più presto estrarre la punta della freccia ed impedire alla ferita di infettarsi.Bradmore fu all'altezza del compito.Sfruttando le proprietà curative del miele tenne sotto controllo la ferita mentre,con l'ausilio di un valente fabbro,disegnò e costruì un attrezzo chirurgico che gli permise di estrarre la punta senza demolire le sembianze del futuro re.Per fortuna, e grazie ancora una volta al miele ,la ferita non si infettò.Così l'Inghilterra ebbe un re che passò alla storia ,mentre molti altri che ,ovviamente ,non potettero giovarsi delle cure di Bradmore ,trapassarono:precocemente e con molto dolore .Qualche secolo dopo,grazie a Lord Beveridge,gli inglesi tentarono di rimediare con il sistema sanitario nazionale.Sul quale,a nostra volta e con i dovuti adattamenti,modellammo la nostra sanità pubblica.Talvolta,per amore di verità,non basta nemmeno essere un re inglese per avere assistenza sanitaria adeguata.Riccardo Cuor di Leone si prese una freccia assediando un castello in Francia.E morì .Come sarebbe morto Enrico senza la suprema capacità chirurgica di Bradmore.Cerchiamo di migliorare sul serio il servizio sanitario pubblico.La salute è un diritto costituzionalmente garantito:a ricchi e poveri.

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Michele Lupetti

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