Se ci fossero le preferenze non avrebbe senso parlarne, ma al momento attuale, con la legge elettorale che prevede candidature con liste bloccate scelte a livello regionale, le primarie per la scelta dei parlamentari sono una necessità assoluta. Sarebbe infatti incoerente, dopo l’apertura democratica delle primarie in cui è stato scelto il candidato premier, rinchiudersi in decisioni delle Segreterie di partito. Lo stesso PD, che i sondaggi danno in aumento, ci perderebbe molto: se davvero crede in questa strada percorsa fino a domenica ora non può rimangiarsi tutto.
Bersani da parte sua ha già detto che questo passaggio non potrà essere omesso. In tutte le regioni, quindi, si dovranno selezionare le candidature ricorrendo nuovamente alla partecipazione popolare anche se si dovrà chiarire, sempre attenendosi alle regole elettorali nazionali, come conciliare la dimensione regionale delle liste con la necessità di dare rappresentanza equa a tutti i territori provinciali.
Da parte sua il MoVimento 5 stelle le “Parlamentarie” le sta già facendo, con la via del voto on-line riservato agli iscritti per selezionare i nomi da mettere in lista regione per regione, scegliendo fra coloro che già erano stati candidati nelle precedenti elezioni comunali o regionali (circa 1.400 candidati in tutta Italia).
Le primarie locali servirebbero al centrosinistra anche a evitare scontri politici interni per il “reiquilibrio”, un atto sicuramente necessario dopo il risultato delle primarie che ha rivelato una realtà in decisa trasformazione. Ad Arezzo sarebbero un bel modo per trovare la risposta a una domanda a mio avviso fondamentale, che già mi sono posto la settimana scorsa: ha vinto Renzi o hanno vinto i Renziani?
Stesso metodo avrebbe pienamente senso in applicazioni successive, come ad esempio alle prossime elezioni amministrative del 2014, quando voteranno molti comuni anche in Valdichiana (fra essi Cortona) e di certo non si potrà pretendere di risolvere tutto con soluzioni “interne”.
Ci sarebbe poi una terza via, sicuramente da non disdegnare anche se costosa per lo Stato: istituzionalizzare le primarie per il parlamento come ha fatto la Regione Toscana per i consiglieri regionali. Un solo giorno di voto per tutti, per selezionare le proprie candidature. Un sistema usate per ora solo da PD e SEL, ma che potrebbe essere allargato su scala nazionale e utilizzato da tutti i partiti. Un’opportunità in più di cui lo Stato potrebbe farsi carico, a patto magari che i partiti rinuncino a una larga fetta di rimborsi elettorali.
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