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Per noi Giacomo Salvietti è forte, forte, forte

Ho atteso con trepidazione (complice, lo ammetto, anche uno stato di salute imperfetto che mi ha consigliato la permanenza a casa) l’esibizione del caro amico Giacomo Salvietti a ‘Forte forte forte‘, il nuovo talent ideato da Raffaella Carrà che da due settimane va in onda il venerdì sera in prima serata su Rai Uno (vedi video). Un format a mio avviso poco degno della storia di una grandissima artista come la Carrà (la sola novità è che stavolta si cerca uno showman a tutto tondo e non solo un cantante o un ballerino), ma efficace specchio del tragico momento che sta vivendo la gioventù italiana e, allo stesso tempo, il mondo dello spettacolo in questo paese

All’impietosa conferma della crisi di idee di Tv, musica e altre forme d’arte e al vuoto cosmico di coscienza artistica e cultura proprio della nostra gioventù, che emergeva con un crescendo tragico, ho resistito proprio con l’interesse verso l’arrivo del buon Salvietti. Ero curioso di vedere cosa avrebbe proposto e cosa avrebbero detto i giudici (oltre alla Carrà c’è Asia Argento, insieme col ballerino Joaquin Cortes e lo stilista tedesco Philipp Plein)

Finalmente arriva Giacomo e subito ci fa sorridere con un’involontaria espressione calcistica riguardo alla sua provenienza (‘Vengo da Cortona Camucia‘), seguita dall’inevitabile ‘Cortona è la città di Jovanottiì‘ (uff…) e dal racconto della sua esperienza a X Factor quando fu pupillo, per sole due puntate, di Simona Ventura, ma non riuscì a mostrare il vero lato di sè stesso (perchè in mano a una coach ignorante in materia musicale, dico io, così tanto da affidare a un ragazzo di vent’anni una canzone brutta, banale e da vecchio come Io vagabondo)

Salito sul palco Salvietti canta, con tanto di figurante femminile seduta su una sedia, il brano ‘La Notte‘ dei Modà, sorta di riedizione pulp-core della melodia tradizionale italiana, come tanto piace alle giovani romantiche d’oggi. Giacomo la canta con la sua consueta potenza vocale, dosata con la maestria che, anno dopo anno, è sempre più capace di mettere a frutto.

Sembra di stare di fronte alla scena madre di un musical ed è proprio questo l’elemento che, probabilmente, ne decreta l’esclusione dalla trasmissione. Cercano uno showman, ma hanno di fronte qualcosa di diverso: sostanzialmente un ottimo cantante che sa interpretare, che ha una mimica, ma che non balla e non ‘fa spettacolo’ secondo quella che era l’intenzione di fondo della trasmissione.

Peccato, il buon Giacomo viene escluso. Come sempre reagisce nel suo stile, quello di un ragazzo che mette sempre entusiasmo in quello che fa e non si arrende… e riparte sempre.

Voglio però dire una cosa a Giacomo, e credo che come me la pensino in tanti. Sono convinto che il suo percorso artistico, partito proprio dal musical (Notre dame de Paris di Cocciante) e proseguito poi con lavori propri e con la non certo banale soddisfazione di cantare prima con Max Weinberg, poi con Weinberg e Roy Bittan sul palco del Cortona Mix Festival, sia già nettamente superiore alla mediocre banalità e ovvietà a cui ci vorrebbero abituare i talent show.

C’è tutto un mondo di grandi artisti, grandi musicisti e grandi personalità in cui si è fatta e si fa ancora la storia della musica, quella vera, un mondo di cui la Tv e i talent vorrebbero farci ignorare l’esistenza, tirandoci tutti verso il basso per venderci le pochezze che l’industria discografico-televisiva riesce a raggranellare in giro. In quel mondo di veri grandi artisti Giacomo ha iniziato ad affacciarsi e deve tornare a farlo tirando fuori fino in fondo tutto il coraggio e la personalità che ha

Proprio perchè ha già con sè un bel bagaglio, oltre a una grande voce, Giacomo farebbe quindi bene a continuare il proprio percorso stando su una dimensione più alta, cercando ancora di più di crescere, col coraggio di fregarsene altalmente della dimensione televisiva e delle approvazioni dei soloni dello showbiz nazionalpopolare, degli esperti di look, dei coach di ovvietà. Mandiamoli in pensione, i direttori artistici, gli addetti alla cultura, cantava Battiato. Ciò non significa “tirarsela”, cosa che nemmeno gli riuscirebbe visto che è un ragazzo straordinariamente umile, ma avere l’ambizione di fare qualcosa di davvero bello e essere fino in fondo, senza compromessi, un musicista e un artista…e soprattutto di essere sè stesso.

Perchè dopo aver cantato con Weinberg non ha senso tornare ai Modà. E non c’è bisogno dell’approvazione di un dozzinale talent di Rai Uno per essere (e sentirsi) forti forti forti, specie quando lo si è davvero

Michele Lupetti

Colui che nel lontano 2006 ideò tutto questo. Fondatore e proprietario di ValdichianaOggi, dopo gli inizi col blog "Il Pollo della Valdichiana". Oltre a dispensare opinioni sulle cose locali è Beatlesiano da sempre (corrente-Paul Mc Cartney), coltiva strane passioni cinematografiche e musicali mescolando Hitchcock con La Corazzata Potemkin, Nadav Guedj con i Kraftwerk. I suoi veri eroi, però, sono Franco Gasparri, Tomas Milian, Maurizio Merli, Umberto Lenzi... volti di un'epoca in cui sarebbe stato decisamente più di moda: gli anni '70

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Michele Lupetti
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