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Orrore e autocelebrazione

{rokbox title=| :: |}images/sposinivenier.jpg{/rokbox}Due cose da mettere in luce per sottolineare le novità introdotte dall caso-Scazzi sul piano mediatico, a parte la ‘morte in diretta’ della famosa serata di Chi l’ha visto (che fu la prima grande novità). La prima cosa nuova è la costante reiterazione dell’orrore a livelli che superano di molto i paradossi visti in precedenza con casi-simbolo come Cogne, Olindo e mogliettina, delitto di perugia ecc ecc. Livelli causati dall’assenza di altre notizie simili in grado di distogliere l’interesse e dalla presenza sempre più insistente di trasmissioni-contenitore, specie pomeridiane, dove si inseriscono elementi di ‘giornalismo’ nello stile che fu, dagli anni 50 in poi, di rotocalchi come Gente, Oggi e simili.

In questo taglio editoriale si lavora privilegiando fatti di cronaca, specie se coinvolgono famiglie; eventi spesso crudi che entrano in esistenze medie e quotidiane, in grado quindi di colpire al cuore lo spettatore medio. ‘Potrebbe succedere anche a voi’, è il messaggio silente che si trasmette. In tali trasmissioni il ‘rimasticare la ciccia’ è la regola, e lo si fa per ore, tutti i giorni, con sempre meno argomenti freschi e notizie di rilievo. In questo rimasticare, però, col caso-Scazzi per la prima volta si è superato il limite del silenzio su chi, nella vicenda, è la vittima.

Ieri pomeriggio, infatti, un’intera puntata de La vita in diretta è stata dedicata allo scandagliare la famiglia di Sara Scazzi, cioè la famiglia vittima. Un tempo si sarebbe parlato dell’altra famiglia, quella di Misseri, fermandosi a quella per un qualche pudore. Adesso no. La famiglia Scazzi, una famiglia che sta affrontando la tragedia della perdita di un suo componente, è finita sotto un’approssimativa lente di ingrandimento. Per ore si sono susseguiti commenti e opinioni sui comportamenti della madre, sulle scelte di vita dei vari membri di quel sodalizio familiare ecc ecc, non risparmiando critiche aperte. ‘La mamma era troppo fredda con Sarah che si sentiva sola’, ‘La madre ha sbagliato a voler tornare al paese natio per accudire il genitore malato, portandosi dietro Sarah’ e così via.

Serve a qualcosa tutto questo?

Tale rimasticare la ciccia abbattendo i limiti del rispetto, però, ha l’originalità di autocelebrarsi. Questa è la seconda grande novità. Uno come Vespa si prendeva le critiche per i suoi plastici (e anche stavolta, fra l’altro, il plastico è arrivato!) ma non replicava, non utilizzava le sue trasmissioni per auto-difendersi e incensarsi. Stavolta, invece, parte di questi format televisivi è stata dedicata a repliche forti contro chi critica il dilagare del caso-Scazzi in Tv, chi contesta l’operato dei giornalisti, chi del rispetto della morte e della privacy ne fa una questione morale e invoca un freno a tutto questo.

La Tv, quindi, si autocelebra e si difende da sola, utilizzando sè stessa, i suoi spazi e la sua potenza, irrimediabilmente superiore a tutti quei poveri mortali che in siti come questo, nei loro profili facebook o in qualche giornale nazionale, hanno tentato di dire ‘Basta’

Michele Lupetti

Colui che nel lontano 2006 ideò tutto questo. Fondatore e proprietario di ValdichianaOggi, dopo gli inizi col blog "Il Pollo della Valdichiana". Oltre a dispensare opinioni sulle cose locali è Beatlesiano da sempre (corrente-Paul Mc Cartney), coltiva strane passioni cinematografiche e musicali mescolando Hitchcock con La Corazzata Potemkin, Nadav Guedj con i Kraftwerk. I suoi veri eroi, però, sono Franco Gasparri, Tomas Milian, Maurizio Merli, Umberto Lenzi... volti di un'epoca in cui sarebbe stato decisamente più di moda: gli anni '70

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