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Ormai è Natale tutto l’anno. Ma non è un bel segno

Lasciando stare la polemica sui presepi e i crocifissi (sulle nostre pagine ha scritto un bellissimo e condivisibile articolo proprio ieri Romano Scaramucci) vorrei tornare sul tema Natale per sottolineare un altro aspetto che, a mio avviso, denota i tempi in cui viviamo, la crisi economica persistente e (forse) pure una certa crisi di proposta culturale e di eventi nel nostro territorio

Bastava farsi un giro nei negozi e centri commerciali per rendersi conto di come, quest’anno, si è battuto nuovamente il record di data di inizio del periodo natalizio. Già molto prima del “Black Friday” (tradizione angolosassone improvvisamente scoperta dall’Italia venerdì scorso) era tutto un florilegio di vetrine con palle, luci e alberelli. Eravamo a metà Novembre e già ci vendevano IL NATALE

Allo stesso modo è stato anticipato notevolmente l’inizio degli eventi natalizi nei nostri comuni, con alcuni record toccati nel senese dove già da alcune settimane sono attivi i ‘villaggi di Babbo Natale’, nuova moda espansasi l’anno scorso e riproposta quest’anno. A breve, e saremo ai primi di Dicembre, partiranno i programmi di Natale in tutti gli altri Comuni, fruttio di un lodevole sforzo coordinativo degli ammistratori (come già sottolineai l’anno scorso) bravi a ‘fare squadra’ con tutte le risorse umane, associazionistiche ed economiche presenti.

In entrambi i casi, a mio avviso, siamo però di fronte a un utilizzo del Natale in modo strumentale: nel primo caso per fare cassa, nel secondo per radunare gente e ravvivare i centri storici. Nulla di male, in realtà, in nessuno dei due casi. Però…c’è un però

Se i negozi lo fanno per andare avanti, costretti da logiche e leggi di mercato, i Comuni potrebbero anche evitarlo e cercare di raccogliere persone in uno dei momenti più ‘mosci’ dell’anno (appunto questa metà Novembre – inizio Dicembre) anche con altre attività non necessariamente marchiate “Natale”.

Certo sarebbe più difficile, più faticoso, richiederebbe uno sforzo di non banalità e non adeguamento al ribasso. Perchè, purtroppo e per fortuna, il Natale è un bersaglio facile: ci sono gli eventi per i bambini, i mercatini per i genitori, tutti in un modo o nell’altro sono contenti e se c’è il mangiare di sicuro il gioco è fatto.

Ma questo può andar bene al massimo dall’8 Dicembre. In altri momenti ci vuole uno sforzo di fantasia, cercando di uscire dalle proprie dimensioni personali (magari si è neo-genitori e allora ci si pone con la propria scala di valori ritenendo erroneamente che valga per tutti), dalla mentalità del “si fa un evento se siamo sicuri che porta gente” e “per portare gente si va sul sicuro” anche perchè poi a forza di copiarsi e riempire i nostri centri di mercatini, presepi e attività per i bimbi alla fine si va sul dozzinale, la qualità inevitabilmente si abbassa, l’originalità scompare, la gente (anche quella più tradizionalista) si annoia, o anche se non si annoia si sparpaglia in giro

Col risultato che i grandi numeri, poi, non si fanno

Michele Lupetti

Colui che nel lontano 2006 ideò tutto questo. Fondatore e proprietario di ValdichianaOggi, dopo gli inizi col blog "Il Pollo della Valdichiana". Oltre a dispensare opinioni sulle cose locali è Beatlesiano da sempre (corrente-Paul Mc Cartney), coltiva strane passioni cinematografiche e musicali mescolando Hitchcock con La Corazzata Potemkin, Nadav Guedj con i Kraftwerk. I suoi veri eroi, però, sono Franco Gasparri, Tomas Milian, Maurizio Merli, Umberto Lenzi... volti di un'epoca in cui sarebbe stato decisamente più di moda: gli anni '70

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